GER BARON: il motore di Amsterdam Smart City

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Ger Baron è il deus ex machina del progetto Amsterdam Smart City (AMS), rivelatosi uno dei pochi esempi di innovazione urbana sostenibile, grazie al supporto strutturato della PA. Secondo Baron, il progetto Smart City si ispira a Rifkin e alla teoria della Terza Rivoluzione Industriale, e potrebbe favorire il cambiamento delle strutture stesse della nostra società. Intanto Amsterdam è diventata la prima città pilota per sviluppare il concetto di World Smart Capital.
A Smart City Exhibition 2012 Baron ha tenuto il key note introduttivo all’interno dell’assemblea plenaria “Mobilità intelligente in città: soluzioni a confronto”, nella mattinata di martedì 30 ottobre, ed ha partecipato all’incontro "meet the cities" [qui la registrazione dell’intervento su ivvovaTiVi]

12 Novembre 2012

V

Vanessa Postacchini

Ger Baron è il deus ex machina del progetto Amsterdam Smart City (AMS), rivelatosi uno dei pochi esempi di innovazione urbana sostenibile, grazie al supporto strutturato della PA. Secondo Baron, il progetto Smart City si ispira a Rifkin e alla teoria della Terza Rivoluzione Industriale, e potrebbe favorire il cambiamento delle strutture stesse della nostra società. Intanto Amsterdam è diventata la prima città pilota per sviluppare il concetto di World Smart Capital.
A Smart City Exhibition 2012 Baron ha tenuto il key note introduttivo all’interno dell’assemblea plenaria “Mobilità intelligente in città: soluzioni a confronto”, nella mattinata di martedì 30 ottobre, ed ha partecipato all’incontro "meet the cities" [qui la registrazione dell’intervento su ivvovaTiVi]

Ger Baron è Cluster manager per l’organizzazione pubblica non profit Amsterdam Innovation Motor (AIM) e può essere senza dubbio considerato tra i principali ideatori e fautori del programma che sta trasformando la capitale olandese in uno modello di Smart City a livello mondiale. E’ inoltre tra i promotori del progetto Amsterdam Living Lab, parte dello European Network of Living Labs (ENoLL), la comunità che punta alla creazione di un dinamico sistema europeo di innovazione. Membro della Smart City-community internazionale, Baron è attivo in numerosi organizzazioni e iniziative e ricopre molteplici incarichi, tra cui quello di far parte dell’Advisory Board del World Smart Capital, che ha da poco lanciato The Amsterdam Core Programme: ciò significa che la capitale olandese sarà la prima città pilota per sviluppare tale progetto negli anni 2012-2013.

Nel 2007 Baron comincia a lavorare come project manager all’AIM, per poi essere tra i promotori del programma Amsterdam Smart City (AMS), che viene lanciato nel 2009. Risultato: 20 progetti pilota negli ultimi tre anni, ed una collaborazione con 72 partner, il cui fine ultimo è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. A suo parere il modello Amsterdam, iniziativa organizzata e finanziata da un mix di pubblico-privato, è uno dei pochi esempi di innovazione urbana che finora si è dimostrata sostenibile, grazie al fatto di essere supportato in maniera strutturato dalla Pubblica Amministrazione, che non solo produce dati e informazioni, ma offre anche  “fiducia”, nonché leadership politica.

Baron ha evidenziato in diverse occasioni pubbliche che sono anche altri i punti di forza del progetto AMS. In primo luogo, il successo maggiore viene considerato quello di aver ottenuto, grazie agli Open Data, una grande partecipazione alla gestione della cosa pubblica da parte dei cittadini, secondo il modello bottom-up. Mentre molti progetti di Smart City in giro per il mondo non funzionano proprio perché non puntano abbastanza sulla collaborazione, in quanto è cruciale pensare alla propria città come a un ecosistema e fare uso della propria intelligenza secondo una logica inclusiva. La logica bottom-up è proprio quella che sostiene l’Amsterdam Living Lab project, lanciato dalla stessa AIM, insieme a Università di Amsterdam, Waag Society e Novay, e che vede ancora Baron come principale ideatore e fautore. Tale progetto implica che il programma Amsterdam Smart City venga realizzato secondo la nuova metodologia di ricerca del Living Lab, per cui gli utilizzatori finali – in questo caso gli stessi abitanti di Amsterdam – vengono fatti collaborare allo sviluppo e sperimentazione dei nuovi prodotti ad essi destinati. Lo scopo è quello di capire come rendere gli utentipiù consapevoli del loro comportamento, al fine di un’innovazione che sia aperta e guidata da loro.

In secondo luogo, altro snodo fondamentale del progetto Amsterdam Smart City, viene considerato quello di usare in maniera migliore la tecnologia esistente, senza necessariamente crearne di nuova: si tratta piuttosto di un cambiamento nelle volontà, soprattutto in quella di rompere con i tradizionali stakeholder e modelli di business. Per Baron, a livello teorico, il progetto Smart City è ispirato da Jeremy Rifkin e dalle sue idee sulla Terza Rivoluzione Industriale. Tanto che programmi come quelli di AMS possono contribuire a cambiare le strutture stesse della nostra società, attraverso la comunicazione e la tecnologia. Addirittura nello stesso nel settore finanziario, ora che abbiamo i mezzi per fare scelte più informate rispetto a dove il nostro denaro è collocato e a che cosa stiamo finanziando. Tutti i sistemi economici potrebbero cambiare, grazie al fatto che oggi le persone vogliono una visione più ampia delle questioni che li riguardano.

Da ultimo, da ricordare che la Città di Amsterdam è stata designata come la prima città pilota per sviluppare il concetto di World Smart Capital negli anni 2012-2013, altro progetto che vede Baron tra i fautori principali.  L’idea di fondo è quella di identificare e condividere innovazioni urbane di successo tra città di tutto il mondo, mostrando come governi, industrie, istituzioni deputate all’educazione e cittadini stiano lavorando individualmente ed insieme per reinventare il loro ambiente urbano, grazie al contributo della tecnologia. Obiettivo: sviluppare un progetto di respiro internazionale per favorire una collaborazione globale tesa ad uno sviluppo urbano, che non solo significhi progresso economico e sociale, ma anche maggiore visibilità per le città, attrazione di investitori e di creativi, miglioramento della qualità di vita e avvio di nuove partnership pubblico-private. 

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