Già partiti più di 1000 progetti per rendere le città intelligenti. E’ ora di mettere a fattor comune le esperienze

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Presentata in anteprima durante SCE2014 la Piattaforma dei progetti smart, ultimo prodotto realizzato dell’Osservatorio Smart City di ANCI, raccoglie in modo sistematico più di 1000 progetti intelligenti conclusi, avviati e in corso nelle nostre città. Dovremo attendere l’inizio del prossimo anno per poterla navigare.

3 Novembre 2014

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Martina Cardellini

Presentata in anteprima durante SCE2014 la Piattaforma dei progetti smart, ultimo prodotto realizzato dell’Osservatorio Smart City di ANCI, raccoglie in modo sistematico più di 1000 progetti intelligenti conclusi, avviati e in corso nelle nostre città. Dovremo attendere l’inizio del prossimo anno per poterla navigare. Lo strumento nasce per far crescere il confronto tra le città, incentivare il riuso di buone pratiche e progetti virtuosi tra le diverse amministrazioni e render prova di quanto è già stato fatto sul territorio per razionalizzare e orientare al meglio le prossime risorse.

Ecco come è nata

Alle 84 città che aderiscono all’Osservatorio Nazionale Smart City è stato chiesto di raccontare i propri progetti di Smart City, conclusi e in corso. “Non abbiamo voluto dare alcuna particolare costrizione definitoria all’espressione Smart City”, racconta Paolo Testa, Direttore di Cittalia. E la risposta è stata del tutto inaspettata: hanno risposto 61 città, presentando un totale di 1028 progetti, con una media di 17 progetti per città. Un bel portafoglio di progetti, pari a un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro. Qui di seguito un diagramma che riassume i protagonisti coinvolti nei progetti (fonte dati: Osservatorio Smart City – ANCI). È interessante notare che circa il 16% dei progetti sono stati realizzati in partnership con comuni esteri.

Da dove vengono i progetti?

Da un’analisi dei dati si evidenzia che più del 46% del totale dei progetti è stato segnalato da Comuni al di sopra dei 150.000 abitanti e che la maggior parte dei contributi – circa il 70% – arriva per lo più da regioni del Centro e del Nord: Emilia Romagna, Lombardia e Veneto le prime tre. Tra le regioni del Sud spicca la Puglia con 98 segnalazioni, più di tre volte quelle del Lazio e circa il doppio di quelle della Toscana. Senz’altro la Piattaforma Smart City renderà conto anche dei diversi livelli di smartness che il territorio nazionale presenta al suo interno, ma non dovrà essere intesa come uno strumento di giudizio valoriale.

Non chiamatela banca dati

La Piattaforma Smart City is coming! Sarà infatti navigabile a partire dal 2015. Si tratta di uno strumento che raccoglie in sé un numero sorprendente di progetti urbani intelligenti. Attualmente sono più di un migliaio i progetti catalogati, ma la piattaforma continuerà a crescere, man mano che si continuerà ad investire e sviluppare in progetti smart. Naturalmente non sarà un banale database di esperienze smart, ma piuttosto “uno strumento nuovo e importante che vuole dare visibilità massima ai processi, amministrativi e istituzionali, che hanno portato alla definizione di determinati progetti smart”, sottolinea Testa. Spostare il fuoco dell’attenzione sul valore dei processi è oggi quanto mai importante. Perché, lo sappiamo, se alcuni processi riescono ad accelerare i risultati positivi di un progetto, altri possono perfino strangolarlo prima ancora che possa attecchire.

Catalogare per non disperdere

Quanto è già stato fatto in Italia nel percorso verso l’intelligenza urbana? Una significativa dose di risorse, pari a circa 4.000.000.000 di euro, è già stata investita in progetti smart. Tuttavia ad oggi la maggior parte delle iniziative e progetti sono stati avviati senza una regia, per cui i risultati sul territorio si sono per lo più dispersi e in larga parte non hanno corrisposto alle aspettative attese. In quest’ottica la piattaforma rappresenta un ottimo punto da cui partire per ragionare, razionalizzando e pianificando in modo strategico le risorse, anche in vista della nuova programmazione comunitaria 2014-2020. 

Un luogo d’incontro

In linea con il lavoro che da sempre l’Osservatorio Nazionale Smart City porta avanti, “la finalità di questo strumento è ancora una volta quella di aprire al confronto”, spiega Testa. La piattaforma dei progetti smart è stata pensata per essere un luogo d’incontro per le diverse amministrazioni. L’idea è di offrire, attraverso lo strumento, la possibilità di conoscere cosa è stato già fatto e cosa si sta facendo, in modo da stimolare un dialogo aperto e costante tra le città, ma anche tra città, imprese e governo centrale: un colloquio che si auspica possa far crescere collaborazioni e riuso di buone pratiche tra le diverse realtà urbane. Inoltre la piattaforma sarà navigabile anche in inglese, ed è proprio per questo motivo che la si immagina anche come potenziale vetrina per investitori esteri e catalizzatrice di rapporti e relazioni con città straniere.

Qualche anteprima…

I progetti sono stati catalogati, secondo una classificazione tradizionale, all’interno dei 7 pilastri classici della Smart City: environment, energy, economy, people, governance, mobility, living. Il più ricco è l’ambito della governance, che raccoglie in sé un quinto di tutti i progetti. Nei diagrammi di seguito, una panoramica di come sono articolati i progetti all’interno delle diverse aree d’intervento. Ulteriori informazioni in anteprima su come si potrà navigare la Piattaforma Smart City sono contenute nel video della presentazione di Lorenzo Benussi.

 

 

 

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