ICity Lab 2018: per l’innovazione delle città serve una governance collaborativa
Oltre alla tecnologia digitale, la sfida per l’innovazione delle città passa da un nuovo modello organizzativo dei Comuni che preveda collaborazione con cittadini e altre istituzioni locali. È il messaggio con cui si chiude oggi ICity Lab 2018. Nella due giorni si sono succeduti 32 appuntamenti tra convegni, workshop e academy: un’occasione di confronto per 20 assessori all’innovazione dei Comuni di tutta Italia sul tema della governance dell’innovazione in ambito urbano
18 Ottobre 2018
Redazione FPA
Solo una governance che promuova la collaborazione tra soggetti diversi, in grado di raccogliere la grande mole di dati prodotti in ambito urbano e utilizzarli per costruire servizi innovativi anche in ottica sostenibilità può consentire alle città italiane di diventare realmente “Smart”. Oltre alla tecnologia digitale, la sfida per l’innovazione delle città passa da un nuovo modello organizzativo dei Comuni che preveda collaborazione con cittadini e altre istituzioni locali. È il messaggio con cui si chiude oggi ICity Lab 2018, la manifestazione sulle Smart City organizzata a Firenze da FPA, con il patrocinio del Comune. Nella due giorni a Palazzo degli Affari si sono succeduti 32 appuntamenti tra convegni, workshop e corsi di formazione “academy” sui diversi temi dell’innovazione delle città. Un’occasione di confronto per 20 assessori all’innovazione dei Comuni di tutta Italia sul tema della governance dell’innovazione in ambito urbano.
Dopo la prima giornata, con la presentazione del rapporto ICity Rate che ha valutato il livello di smartness dei capoluoghi italiani, ICity Lab è stato l’occasione per fare il punto sugli strumenti per il coordinamento della smart city. Un ambito in cui Firenze ha presentato l’esperienza pionieristica costituita dalla sua “Smart City Control Room”, caso unico in Italia di una vera e propria centrale operativa della città che racchiuderà in una cabina di regia tutte le centrali di controllo della mobilità, della gestione e manutenzione della viabilità, dei sistemi di videosorveglianza, del traffico di bus urbani e tramvie, oltre alla centrale di controllo del servizio di raccolta rifiuti e spazzamento stradale, della polizia municipale e dei vigili del fuoco.
“La sfida per creare città realmente smart, passa dalla trasformazione digitale abbinata a una governance collaborativa – dice Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA –, ovvero la capacità delle amministrazioni di sviluppare e governare progetti di crescita condivisi con i diversi stakeholder territoriali, pubblici e privati. In questo senso, nuove infrastrutture innovative e nuovi paradigmi tecnologici devono permettere di creare un ambiente abilitante per modelli di governance e servizi sempre più efficienti ed inclusivi”.
Tuttavia, il processo di trasformazione digitale delle comunità urbane si scontra spesso con il limitato approccio culturale e manageriale all’introduzione delle tecnologie, innanzitutto per un problema di competenze. A questo scopo, oggi a ICityLab Salvatore Marras, Responsabile Area Innovazione Digitale Formez PA, ha presentato al pubblico per la prima volta il Syllabus, il documento del Dipartimento della Funzione Pubblica che definisce le competenze digitali auspicate per chi lavora nella pubblica amministrazione. Nei prossimi 60 giorni sarà sottoposto a una consultazione per migliorarlo con l’obiettivo di definire una base comune e condivisa di conoscenze, abilità e capacità tecnologiche e d’innovazione necessarie per tutti i dipendenti pubblici, anche quelli non specialisti IT, e promuovere l’autovalutazione dei dipendenti. Grazie a un sistema di assessment online, infatti, ogni amministrazione potrà rilevare in maniera omogenea il livello di competenze digitali del personale per mappare le esigenze e avviare eventuali azioni di formazione e accompagnamento.
“Lo sviluppo di competenze digitali – conclude Dominici – insieme a cambiamento organizzativo e adozione di strumenti di collaborazione in grado di supportare anche le amministrazioni più piccole sono i temi principali su cui le città devono lavorare per accelerare il processo di trasformazione delle città italiane verso il modello di smart sustainable responsive city: una città che fa ricorso alle tecnologie per produrre, elaborare e condividere informazioni per processi di innovazione istituzionale, culturale ed organizzativa”.