La PA crea valore se… è in grado di misurarsi, valutarsi e correggersi

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La PA può generare valore se è in grado di organizzarsi e strutturarsi per acquisire dati, misurare con sistematicità e una metodologia standard e condivisa l’entità degli impatti (output e outcome) delle politiche promosse per i cittadini

8 Maggio 2019

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Agata Quattrone

Esperto Smart City e Innovazione Digitale

Photo by lifesimply.rocks on Unsplash - https://unsplash.com/photos/Sgv26sTjZFY

Le politiche urbane se non sono dettate dai reali bisogni dei cittadini, dall’osservazione scientifica dei fenomeni, dalla misurazione dei dati e dalla valutazione di risultati e impatti rischiano di restare inefficaci: stentano ad essere metabolizzate da chi vive la città e si misura quotidianamente con i suoi servizi, non innescano sviluppo e non realizzano un’evoluzione compiuta.

Oggi non partire dallo studio analitico dei dati e dalla valutazione di impatti e performance è il più grave degli errori se si vuole generare valore pubblico.

L’analisi dello stato dell’arte, degli obiettivi e degli scenari progettuali di evoluzione sono la base per una corretta valutazione ex ante e quindi per una corretta pianificazione dell’innovazione. Le politiche urbane per generare valore devono altresi evolvere dinamicamente per stare al passo della mutevolezza e dinamicità del Game (di Baricco). Le loro stesse condizioni di fattibilità sono in divenire (vecchi vincoli scompaiono o sono superati, mentre nuovi ne emergono). È solo da una corretta interpretazione ex post dei risultati e dalla valutazione in itinere delle scelte realizzative che dirigenza politica ed amministrativa possono trarre le informazioni più adeguate per potere intervenire in tempo utile a correggere il tiro dove necessario.

La PA può generare valore quindi se è in grado di organizzarsi e strutturarsi per acquisire dati, misurare con sistematicità e una metodologia standard e condivisa l’entità degli impatti (output e outcome) delle politiche promosse per i cittadini.

Nel pensiero di Mark H. Moore un ruolo centrale nella creazione del “public (social) value” è assegnato al managegment che deve ricercare costantemente nella sua azione amministrativa un equilibrio simultaneo fra le dimensioni del cosìdetto “strategic triangle” (valore prodotto, capacità realizzativa, legittimazione e sostegno).

Solo con strumenti digitali adeguati, metodi standard condivisi ed una organizzazione dedicata di risorse competenti la PA può essere efficace nella misurazione dei risultati e quindi del valore pubblico generato e tendere all’equillibrio anelato da Moore.

Strumenti digitali

Le PA nell’era digitale hanno l’opportunità di far leva su innovazioni che possono rivoluzionare il modo di governare le città e misurare le loro performance superandone difficolta e limiti del passato. Possono avvantaggiarsi della disponibilità di dati e informazioni utili per lo studio dei comportamenti e delle abitudini dei cittadini, del funzionamento della macchina amministrativa e della gestione di reti e servizi innovativi in modo da inquadrare realisticamente lo scenario di partenza e porlo alla base per la definizione degli obiettivi da perseguire. I dati raccolti possono essere inoltre utilizzati per il calcolo degli indicatori più adatti a fornire una verifica quantitativa dell’efficacia delle misure attuate per il raggiungimento degli obiettivi stessi.

In tal senso, dotarsi di una Piattaforma digitale Smart City per il governo intelligente, integrato ed orizzontale dei settori della città, non supporterebbe soltanto la gestione operativa delle funzionalità urbane, ma potrebbe essere al contempo la soluzione per una misurazione ex ante ed ex post delle politiche.

Disporre di una soluzione tecnologica e di un framework unico per la messa a fattor comune di tutto il patrimonio informativo consentirebbe al management della PA di avere un quadro di controllo completo della città attraverso:

  • la raccolta, centralizzazione e analisi di dati e informazioni provenienti da reti, infrastrutture e servizi digitali implementati sul territorio (5G, IoT, Big Data),
  • la simulazione di scenari e il supporto alle decisioni (algoritmi di AI),
  • il monitoraggio delle funzioni urbane e dei settori (mobilità, energia, lavori pubblici, ambiente, turismo, avvocatura civica, sanità, servizi online, …).

Realizzare una vera e propria Sala Operativa delle politiche urbane consentirebbe di avere una fotografia aggiornata dellostato real time della città e (attraverso l’evoluzione storica) delle performance nella gestione dei servizi pubblici (in condizioni ordinarie, durante eventi straordinari ed emergenze) verificando ed efficientando tempi di risposta, servizi resi e procedimenti amministrativi in attraversamento sia in termini quantitativi che qualitativi.

Dashbord digitali, sistemi informativi territoriali multilayer e strumenti di data-visualization potrebbero supportare il monitoraggio e la presentazione di dati relativi a servizi erogati, processi in corso, cittadini serviti e in attesa, informazioni diffuse al pubblico, stato di reti, infrastrutture e servizi pubblici, costi e consumi, ecc.

Organizzazione dedicata

Una struttura di risorse dedicate (con competenze in materia di Analytics, Data Discovery e Data Science, simulazione di sistemi urbani, e intelligenza artificiale) potrebbe con gli strumenti digitali indicati dar vita ad una control room dell’efficacia della PA attuando il monitoraggio di un sistema di indicatori finalizzati all’interpretazione dei risultati e dei fenomeni con viste customizzate per differenti profili (decisore politico, manager amministrativo, data scientinst ecc.). KPI per analizzare il valore pubblico prodotto e per una lettura immediata delle quote di incremento del benessere reale della collettività amministrata o di target di cittadini. La certificazione del valore prodotto e la condivisione dei risultati (magari in formato open data) con il territorio favorirebbe il sostegno e la leggittimazione delle politiche.

Gli indicatori misurati a livello locale -secondo uno standard condiviso- potrebbero essere veicolati al livello centrale (alimentandolo) grazie all’interoperabilità con la realizzanda Piattaforma di Monitoraggio prevista dal Piano Triennale per l’Informatica nella PA (cfr. azioni 84 e 85).

Un Piano per le Città Data Driven

In altre parole, realizzare le città data driven in grado di raccogliere in maniera sistematica tutte le informazioni oggettive e tutto ciò che è misurabile, per poi analizzare e sintetizzare in dati utili per disegnare le politiche, valutare il valore pubblico prodotto e prendere decisioni.

Perché tutto ciò diventi valore strutturale e competitivo questo approccio deve potersi calare in una visione sistemica e strategica a livello di paese, con un impegno concreto e di reale indirizzo da parte della politica.

Il Governo Centrale dovrebbe fornire indicazioni stringenti e linee guida per sollecitare le città a predisporsi ed abilitarsi alla misurazione delle politiche (metodologie, sistema di indicatori standard, architetture concettuali, modelli organizzativi, specifiche di interoperabilità) e dedicare risorse mirate all’obbiettivo.

I Governi Locali, per giocare un ruolo attivo nello sviluppo e nel sostegno all’innovazione data driven a livello urbano-metropolitano, dovrebbero investire nella realizzazione di piattaforme abilitianti, coinvolgere il territorio nella condivisione di informazioni, autovalutare le proprie scelte e certificare i risultati a livello centrale.

Politica e management hanno in definitiva la responsabilità di riconoscere il potenziale dei dati nella creazione di valore, di creare un contesto abilitante alla loro raccolta e valorizzazione, di introdurre la loro analisi nel processo di decision making eliminando gli attuali vincoli ad un Governo di Precisione.

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