“Le Botteghe di Firenze” ai tempi del CoVid-19: come usare il digitale pubblico per la ripartenza
Partendo dalle esigenze di informazione e acquisto online emerse durante il lockdown, ma guardando poi soprattutto al futuro della città (in ottica di sviluppo sostenibile e smart), nasce “Le Botteghe di Firenze”, un repository strutturato e in open data che raccoglie circa 500 esercizi commerciali della città. Un’iniziativa congiunta di Comune, Camera di Commercio, Confesercenti, CNA, Confcommercio e Confartigianato, e con il contributo di Fondazione CR Firenze, da cui stanno nascendo nuove opportunità, come le app sviluppate dalle aziende proprio su questi opendata
22 Maggio 2020
Cecilia Del Re
Assessora innovazione tecnologica, Comune di Firenze
Gianluca Vannuccini
Dirigente Servizio Sviluppo Infrastrutture Tecnologiche, Comune di Firenze
Prima dell’arrivo del CoVid-19 in Italia, il Comune di Firenze stava programmando l’avvio di una campagna di sensibilizzazione per negozianti, bar, ristoranti per la promozione del PlasticFree. Da anni una delle priorità della città è lo sviluppo del tessuto verde cittadino (si pensi all’iniziativa “Dona un Albero” di fine 2019) e di buone pratiche di sostenibilità ambientale per i pubblici esercizi e gli organizzatori di eventi in città.
Poi è arrivato il CoVid-19, e di colpo le priorità si sono riassestate: dall’esigenza di promuovere buone pratiche si sono spostate sulla esigenza di aiutare la cittadinanza a vivere questo difficile periodo di lock-down.
Una delle principali problematiche dei cittadini nei primi giorni di lockdown è stato l’approvvigionamento di beni di prima necessità, in primis alimentari ma anche medicinali. Sui telegiornali e sui social si ripetevano le immagini di file interminabili ai supermercati e, di colpo, anche cittadini senior hanno imparato a usare portali di spesa a casa delle diverse catene di distribuzione alimentari.
I quotidiani cercavano di fornire informazioni ai cittadini, ma in modo sparso, mancava un punto dove le informazioni potessero essere trovate su un’unica mappa, in modo organico.
L’idea è stata quindi di uscire, il 19 marzo, con un primo portale di contatto fra cittadini in cerca di negozi aperti, o che consegnassero a domicilio, e negozianti desiderosi di far conoscere a tutti la loro disponibilità a portare frutta, verdura, alimentari vari a casa dei fiorentini. È nato così Spesa Dove Come, che dopo pochissimi giorni è diventata un’iniziativa congiunta fra Comune, Camera di Commercio, Confesercenti, CNA, Confcommercio e Confartigianato, e con il contributo di Fondazione CR Firenze, e ha preso un nome più facilmente memorizzabile: www.lebotteghedifirenze.it.
Non è stato solo un cambio di nome, perché la volontà dell’Amministrazione comunale è stata quella di uscire dalla logica dell’emergenza immediata (un punto creato al volo per sapere dove fare la spesa), e di approdare a un repository strutturato e di media-lunga visione sulle “botteghe di Firenze”.
Si è creata così una community di circa 500 fra esercizi alimentari, trasportatori, edicole, cartolerie, farmacie, rivenditori di cibo per animali domestici, che sarà molto importante per il Comune nei prossimi mesi.
Nel primo weekend si è avuto un vero e proprio assalto di richieste e anche i quotidiani locali hanno cominciato ad usare il repository pubblico comunale come punto di riferimento per pubblicare sulle proprie pagine comunicazioni tematiche e per quartiere.
Quasi subito sono anche arrivate richieste di esporre questi dati in Open Data, per poterli utilizzare in modo strutturato. È così che il Comune ha pubblicato in formato aperto i dati delle botteghe di Firenze, aggiungendo anche l’informazione sulla consegna da asporto (take away), molto utile in fase di ripartenza.
Su suggerimento di alcuni utenti è stato aggiunto un addendum per l’utilizzabilità dei dati su Open Street Map. Questo passaggio in OpenData non è stato scontato per tutte le città italiane, e questo ha portato anche a una perdita di opportunità per i territori, come sintetizzato in questo post da Maurizio Napolitano, e come vedremo più avanti anche in questo articolo.
Sono così arrivate diverse proposte di app basate su questi opendata, le prime tre sono già nella vetrina delle app di Firenze (usando gli Open Data di Firenze e avendo segnalato la propria soluzione attraverso l’apposito form su app.comune.fi.it), e sono:
- ComprodaCasa (Sviluppatore Agesoft Srl): un’app totalmente gratuita per i commercianti che possono consegnare a domicilio e i loro clienti; oltre 46 categorie merceologiche, ordini e chat integrata con notifiche push. Obiettivo dell’app, far incontrare domanda e offerta senza alcuna commissione sulle transazioni (il pagamento è infatti previsto solamente alla consegna e avviene fra cliente e negoziante). Per iniziare a vendere online l’esercente dovrà registrare la propria attività, inserire i prodotti e specificare le informazioni relative al delivery. Al consumatore non resterà che selezionare la propria zona, visionare gli esercizi disponibili e contattare il fornitore per effettuare l’ordine. Sito web: https://www.agesoft.it/it/comprodacasa/
- IoComprodaCasa.it (Sviluppatore Innovyou): un’app che permette ai cittadini di fare la spesa in sicurezza avendo a disposizione un elenco di attività geo localizzato e suddiviso per categorie merceologiche. Il consumatore può concordare la consegna a domicilio oppure, grazie al servizio “SaltaCoda”, potrà uscire per il ritiro dell’ordine quando questo sarà pronto, senza perdite di tempo. Per l’utente non registrato sarà comunque possibile consultare l’elenco e contattare il negoziante in modo da accorciare la distanza tra consumatore e negoziante. IoComproDaCasa.it permette gratuitamente a tutte le piccole realtà di realizzare una propria vetrina online, gestire gli ordini, organizzare le consegne grazie al servizio mappe integrato e il ritiro sicuro in negozio. L’app IoComproDaCasa.it supporta le piccole realtà nell’affrontare il nuovo modo di lavorare imposto dall’emergenza Coronavirus. Sito web: https://www.iocomprodacasa.it/
- CONSEGNACASA.IT(Developer Mitobit): una piazza digitale per commercianti e produttori locali dove incontrare i clienti. Consegne personalizzate, promozioni sui social e piattaforma di pagamento integrata. L’obiettivo della piattaforma è far incontrare domanda e offerta locale, mediante uno spazio online per il commerciante e una piattaforma digitale per i pagamenti, senza alcuna commissione sulle transazioni. Registrandosi su consegnacasa.it i commercianti possono attivare un proprio e-commerce in 24h e ottenere visibilità all’interno dell’ampio network disponibile. La piattaforma è pensata per supportare la vendita online dei piccoli commerciarti e produttori appartenenti ad ogni categoria merceologica (vendita al dettaglio, ristorazione, food delivery, beverage, beni di lusso, servizi). Il servizio è gratuito fino al 31 luglio 2020 al fine di dare supporto durante l’emergenza Coronavirus. Sito web: https://consegnacasa.it/ Link Facebook: https://www.facebook.com/consegnacasa.it/
Altre app o webapp sono state proposte e sono in fase di iscrizione alla vetrina delle app di Firenze, utilizzando gli Open Data della città.
Su questa iniziativa, che è una classica iniziativa di una PA che apre i dati, e di aziende che sviluppano app su questi dati, si innestano però alcune riflessioni che vanno oltre i numeri, l’interesse dei negozianti o di startup, e che devono essere contestualizzate al periodo CoVid-19 in cui viviamo, e alla carenza di competenze digitali nel mondo della piccola imprenditoria, situazione in cui l’Italia si trovava anche prima dell’arrivo della pandemia.
Questo periodo ci ha sbattuto in faccia con prepotenza un’arretratezza di decenni in cui è stato snobbato il digitale, ritenendolo poco più di un gioco, salvo accorgendosi solo ora che, se non si sa usare un’interfaccia di pagamento online, si rischia di non avere nulla per cena, oppure se non si è in grado di far partire lo strumento di videocall si rischia di non riuscire a vedere per settimane o mesi la persona cara, o di non partecipare a un incontro importante. Insomma, il digitale ha toccato la pancia e il cuore degli italiani, e per le imprese, soprattutto le piccole che erano rimaste un po’ indietro sulle tecnologie legate ad Internet, sapersi affacciare al Web rischia di essere ormai l’ultima chance che fa la differenza fra la chiusura ed il rilancio della propria bottega.
L’emergenza ha messo in piedi un meccanismo in cui il Comune, gli Enti, le Associazioni di categoria, possono giocare un ruolo determinante nella regolamentazione, educazione, accompagnamento e promozione della presenza su web delle botteghe di una città: è un’opportunità unica per valorizzare l’economia locale e le eccellenze sui territori.
E non si parla di sola emergenza perché – come ormai ci stiamo rendendo conto in questi giorni – molte delle nostre abitudini quotidiane saranno diverse da ora in poi, e una volta scoperta la comodità di una consegna a casa di un certo prodotto, può darsi che non si ritorni più a fare la fila, a inquinare, e magari quel tempo che avremmo speso per fare la spesa al negozio lo useremo per stare più con i propri cari, o fare ciò che ci diverte di più.
L’esperienza delle Botteghe di Firenze la si deve guardare, quindi, con queste chiavi di lettura: nuovi ruoli per gli Enti, per le associazioni, nuove opportunità di intermediazione digitale fra domanda e offerta, e nuovi modi con cui la “cosa pubblica” può essere utile alla cittadinanza e alla imprenditoria locale.
Firenze ha già in mente di utilizzare questa community per promuovere altre future iniziative smart, per aiutare i negozianti fiorentini a rendere la città sempre più pulita, vivibile, ed economicamente prosperosa.