Negli ultimi tre anni l’internet of things si è imposta come una delle tecnologie predominanti nella smart city, utilizzata in almeno 74 progetti su 100 tra quelli avviati dai comuni d’Italia e questa percentuale cresce al crescere della dimensione dei comuni. Un dato rilevato dall’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano che ha realizzato un quadro applicativo dei progetti smart city avviati dai comuni con almeno 15mila abitanti: il 38% dei comuni ha dichiarato di aver realizzato un progetto di gestione del traffico, mentre il 37% ha dichiarato di aver avviato un progetto di illuminazione intelligente.In linea con il rafforzamento della dimensione urbana e l’impatto che lo sviluppo delle città potrebbe avere a livello ambientale e sociale, il tema dell’internet of things attira moltissimi finanziamenti europei, solo Horizon 2020 prevede oltre 85 miliardi di euro nel quadro 2014-2020. Nonostante tutto, sono emerse delle criticità che hanno rallentato la realizzazione di progetti smart city. Giorgia De Bernardi, ricercatrice dell’Osservatorio IoT, in un intervista rilasciata alla web tv di FORUM PA 2017, ha evidenziato i principali problemi riscontrati, come le scarse risorse finanziarie, la mancanza di competenze e la questione della governance.Basterebbero delle linee guida da seguire a livello nazionale o delle attività di formazione mirate a livello locale per l’empowerment e lo sviluppo di competenze. Basterebbe ricorrere al modello del partenariato pubblico-privato, alle Energy Service Company, anche chiamate ESCo, per la realizzazione di investimenti iniziali.