L’intervista di Gianni Dominici a Mariagrazia Bonzagni, direttrice dell’area programmazione del Comune di Bologna. La pandemia ha permesso di riscoprire il ruolo fondamentale della PA, facendo perno soprattutto sulla capacità di resilienza dei comuni nel rispondere alla crisi ma anche nell’abilità di pianificare il futuro
11 Febbraio 2021
Redazione FPA
Questi mesi di crisi sanitaria hanno ridato importanza alla PA e forse hanno finalmente fatto capire che la performance e la resilienza del nostro sistema paese è strettamente legata alle sue capacità amministrative. Tuttavia, questa crisi ci ha restituito anche l’immagine di un paese a macchia di leopardo, all’interno del quale si sono visti comuni in grado di integrare bene il sistema dei ristori e altri dove la mancanza di servizi sociali comunali e la difficoltà nel reperire dati riutilizzabili hanno reso l’emergenza ancora più profonda.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Mariagrazia Bonzagni, direttrice dell’area programmazione, controlli e statistica del Comune di Bologna. Già direttrice del personale fino alla fine del 2019, oggi svolge anche il ruolo di coordinatrice del tavolo SMARTBo, nato ad ottobre dello scorso anno e che ha portato 20 organizzazioni (tra cui Imprese, Associazioni di rappresentanza imprenditoriali e manageriali e alcune Organizzazioni pubbliche) a sottoscrivere un protocollo d’intesa basato sugli SDGs dell’Agenda ONU 2030 e che vede nello Smart Working uno strumento strategico per promuovere l’innovazione delle organizzazioni e lo sviluppo sostenibile del territorio bolognese.
“La pandemia ci deve far riflettere sul nostro sistema di sviluppo” esordisce Bonzagni, specialmente quando si ragiona in un ambiente pieno di microimprese come quello del territorio bolognese. “Non abbiamo ancora abbastanza dati per poter programmare il futuro” continua la Bonzagni, sottolineando l’importanza crescente anche per le città di entrare in possesso di dati precisi soprattutto su occupazione e mobilità.
Da qui nasce l’esperienza del tavolo SMARTBo: “Abbiamo messo ad un tavolo le aziende principali e abbiamo parlato di lavoro e di Smart Working – spiega la coordinatrice – ragionando sull’impatto sulla città e sul ridisegno della stessa in termini di mobilità”. Questo mostra ancora una volta uno stretto legame tra policy innovative e geografia delle città.
“Lo Smart Working può abilitare il cambiamento di tutta l’organizzazione” conclude Bonzagni, a riprova che il cambiamento parte da dentro le istituzioni. Molto passa dalla volontà di mettere le persone al centro, lavorando sulle competenze e sul digital mindset come appunto fatto dal Comune di Bologna, che ha messo a disposizione dei propri dipendenti oltre 350 facilitatori digitali per supportare chi ha bisogno, istituendo una vera e propria comunità che sta continuando a lavorare anche a distanza.