Meet the cities: 14 città europee si sono incontrare a Bologna per parlare di human smart city
Cos’è una smart city? È solo tecnologia o è fatta anche di persone? Lo smartness risiede nei fili o nelle teste? Con queste domande Jesse Marsh – uno dei sostenitori più attivi dell’approccio Living Lab attraverso la rete europea ENoLL – ha introdotto questa mattina l’evento Meet the cities.
30 Ottobre 2012
Redazione FORUM PA
Cos’è una smart city? È solo tecnologia o è fatta anche di persone? Lo smartness risiede nei fili o nelle teste? Con queste domande Jesse Marsh – uno dei sostenitori più attivi dell’approccio Living Lab attraverso la rete europea ENoLL – ha introdotto questa mattina l’evento Meet the cities. Un appuntamento, organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e The Pheripèria Observatory, che ha visto riunite a Bologna le più importanti città europee che stanno lavorando in direzione di una human smart city.
Quattordici esperienze presentate con il format "Pecha Kucha", una rapida sequenza di presentazioni di grande impatto della durata di cinque minuti, che hanno permesso di mettere in evidenza le esperienze avviate in ogni città. Co-design dei servizi, partecipazione, democratizzazione della tecnologia, condivisione dei dati, intelligenza collettiva, innovazione sociale: queste alcune delle parole chiave emerse dal convegno. In primo piano l’esperienza dei Living Lab, laboratori di co-progettazione che coniugano l’innovazione tecnologica con quella sociale.
Ecco alcuni brevi flash dal "Pecha Kucha"
Amsterdam
Ger Baron, deus ex machina del progetto Amsterdam Smart City (AMS)
Nelle città c’è una rivoluzione in atto: oggi possiamo organizzarci in comunità secondo nuovi modelli, se riusciamo ad afferrare le opportunità che ci offrono la tecnologia e la società dell’informazione. La parola chiave è: apertura e accesso (alla banda larga, ai dati e così via). Dobbiamo guardare alle persone, la tecnologia non è un problema: la vera sfida sta nell’unire tecnologia e persone.
Atene
Ira Giannakoudaki (DAEM – Municipality of Athens)
I cittadini vogliono partecipare al dialogo democratico e l’amministrazione deve coinvolgerli, ma c’è poca fiducia e i canali di comunicazione utilizzati non sempre sono sufficientemente interattivi. Atene sta sviluppando il progetto pilota “Smart Square Arena”, una piazza digitale, fruibile anche attraverso una app per smartphone, che vuole essere uno spazio di dibattito pubblico e di co-decisione in particolare sull’implementazione di politiche verdi da parte dell’amministrazione.
Barcellona
Miriam Alvarado (Direcció de Ciutats Intelligents i Telecomunicacions Institut Municipal d’Informàtica – Hàbitat Urbà Ajuntament de Barcelona)
Intelligenza sociale, infrastrutture aperte al flusso dei dati, collaborazione tra sviluppatori, imprese e amministrazioni per dare valore aggiunto ai servizi pubblici e promuovere l’innovazione. Fondamentale la partecipazione degli attori dell’innovazione locale, come le pmi, le università, i cluster tecnologici, e la sinergia tra città per darsi un’agenda comune.
Bologna
Giovanni Farneti (Project Manager Comune di Bologna)
Una città antica come Bologna deve trovare nuovi modi per rispondere ai problemi attuali, come quello della mobilità. Il progetto SMARTiP vuole rilevare i bisogni dei cittadini in materia di mobilità e testare con loro possibili applicazioni per rispondere a queste esigenze. Obiettivo: mettere a disposizione informazioni fruibili su diversi device (web, smartphone e sms) per aggiornare i cittadini sulla congestione del traffico, sulla disponibilità di parcheggi, sul trasporto pubblico e altro ancora.
Firenze
Gianluca Vannuccini (Dirigente Servizio sviluppo infrastrutture tecnologiche Comune di Firenze)
La rete fiorentina del wi-fi conta più di 450 hot spot. Quando si accede a uno dei punti Firenze WIFI, navigando su internet si apre una pagina di benvenuto contenente un banner identificativo del luogo in cui ci si trova e si ottengono informazioni sul luogo stesso. Approccio federativo. Parola chiave: interoperatività.
Fundao
Jean Barroca – City of Fundao
Fundao, piccola città al centro del Portogallo, ha tutti i problemi delle piccole città, tra cui spopolamento, aumento del numero di anziani, disoccupazione giovanile. Investire sui talenti per recuperare il tessuto sociale ed economico del territorio. Il tutto con una strategia a basso costo, vista la crisi attuale. Parola chiave: Apertura. Soluzione: Living Lab per la città e la regione. Si lavora alla ristrutturazione di vecchi edifici e spazi dismessi che vengono riconvertiti dalle persone e da imprese creative per un nuovo utilizzo, ad esempio come spazi di coworking. Le piccole città sono ideali per questo tipo di esperimento.
Genova
Alessandra Risso (Responsabile Coordinamento Progetti EU Direzione Generale Comune di Genova)
Il Living lab all’interno del Parco di Villa Pallavicini: esperimento di codesign e partecipazione all’interno di un luogo monumentale e culturale. Rientra nel “Progetto Peripheria Genova”. Obiettivo: valutare i desideri dei cittadini, coinvolgerli nella progettazione attraverso l’approccio dei living lab, utilizzare le nuove tecnologie per rendere il parco un posto più accogliente e sicuro (QR code per guidare i cittadini all’interno del parco, vigilanza video, wi-fi gratis).
Ghent Living Lab
Karl-Filip Coenegrachts (Head of Department Strategy and Coordination City of Ghent)
Catturare l’intelligenza collettiva per plasmare il futuro della città. Le risposte sono già nella città dobbiamo solo coglierle per trovare soluzioni. I cittadini creativi e smart come si raggiungono? Dobbiamo avvicinarci con i giusti canali. Un esempio: la piattaforma di crowdsourcing My digital idea for Ghent in cui i cittadini potevano segnalare progetti o iniziative per una strategia smart della città. Circa 5.500 visitatori e 1.400 utenti si sono registrati al sito web. L’infrastruttura e le tecnologie sono media e non fini. Possiamo utilizzare il living lab per rispondere alle sfide quotidiane della città.
Helsinki
Jarmo Elukka Eskelinen (CEO Forum Virium Helsinki and Chair of EuropeanNetwork of Living Labs)
Open data per creare innovazione ed efficienza. Oggi abbiamo gli strumenti per accedere ai dati e quindi possiamo usare la cittadinanza per creare servizi più efficienti. La maggior parte dei dati attualmente sono nascosti, chiusi anche per la città stessa. E la maggior parte dei cittadini non sono geek e quindi dobbiamo fornire i dati in maniera accessibile e comprensibile. Il progetto Helsinki Region Infoshare nasce proprio per trovare i dati, armonizzarli, renderli pubblici e leggibili per tutti.
Lisbona
Paulo Carvalho (Municipal Director for Economy and Innovation Câmara Municipal de Lisboa)
In Portogallo la situazione economica è pazzesca. Cosa fare per l’innovazione, la cittadinanza e la partecipazione? Lavorare insieme a tanti partner, a tutti gli stakeholder del territorio. A Lisbona ogni anno 5 milioni di euro del budget sono dedicati a progetti scelti o proposti dai cittadini. Uno degli ultimi è l’incubatore per le start up. Ci sono attualmente più di 400 domande per nuove start up e nasceranno altri otto incubatori in zone dimesse.
Malmö
Per Linde – Professore di interaction design Malmö University
Combinare l’innovazione tecnologica con quella sociale nei living lab. Un esempio: il "Malmö Living Lab The Neigbourhood", laboratorio che si occupa di innovazione sociale e servizi partecipati in due specifici quartieri di Malmö: Rosengård e Fosie. Le reti di cittadinanza diventano sempre più importanti per il concetto di smart cities. Collegarsi ai vicini, costruire comunità naturali e facilitare l’intelligenza collettiva. Integrare persone spesso escluse dai processi di innovazione come giovani che vivono in zone degradate o immigrati. Questo si realizza non solo attraverso gli strumenti web, ma anche in luoghi fisici e spazi pubblici. Lo sviluppo tecnologico deve andare di pari passo con lo sviluppo della democrazia
Manchester
Adrian Slatcher (Senior Digital Development Officer Manchester Digital Development Agency)
L’innovazione passa attraverso l’incontro con le università nel Corridor Manchester, un’area di 243 ettari in cui lavorano 55mila persone, che costituisce il più grande campus universitario del Regno Unito e il più grande campus clinico accademico in Europa. È sede di imprese che operano nei settori della salute – ricerca bio-medica, prodotti farmaceutici, studi clinici, dispositivi medici e sanitari – dell’istruzione, dell’Ict, dei servizi finanziari.
Milano
Guido Albertini (Direttore Centrale Sistemi Informativi e Agenda Digitale Comune di Milano)
Obiettivo: far diventare Milano una città aperta attraverso l’Ict e l’open data.
Palermo
Giuseppe Barbera (Assessore – Ass.to Vivibilità, Verde e Spazi Pubblici, Reti Telematiche e Innovazione Comune di Palermo)
Al centro dell’intervento, il progetto di recupero del Parco della Favorita.