PER LINDE: città intelligente, la tecnologia al servizio della partecipazione, altrimenti è inutile
Costruire una Smart City andando oltre l’aspetto meramente tecnologico per concentrarsi invece sulle interazioni umane e sulla comunità della rete, on e off line, occupandosi di coloro che spesso non sono rappresentati nei processi innovativi, come immigrati o giovani delle aree emarginate. È un modello di Città Intelligente incentrato sull’innovazione sociale quello proposto dalla città svedese di Malmö, come ci racconta Per Linde, ricercatore in Interaction design della locale università, che al momento si sta occupando del “Living Lab The Neigbourhood”, parte del progetto europeo Periphèria. A Smart City Exhibition 2012, Linde, nella mattinata del 30 ottobre, ha partecipato al convegno “Meet the cities: i progetti delle più importanti città europee verso una human smart city”. [La registrazione video del suo intervento è disponibilt su InnovaTiVi]
12 Novembre 2012
Vanessa Postacchini
Costruire una Smart City andando oltre l’aspetto meramente tecnologico per concentrarsi invece sulle interazioni umane e sulla comunità della rete, on e off line, occupandosi di coloro che spesso non sono rappresentati nei processi innovativi, come immigrati o giovani delle aree emarginate. È un modello di Città Intelligente incentrato sull’innovazione sociale quello proposto dalla città svedese di Malmö, come ci racconta Per Linde, ricercatore in Interaction design della locale università, che al momento si sta occupando del “Living Lab The Neigbourhood”, parte del progetto europeo Periphèria. A Smart City Exhibition 2012, Linde, nella mattinata del 30 ottobre, ha partecipato al convegno “Meet the cities: i progetti delle più importanti città europee verso una human smart city”. [La registrazione video del suo intervento è disponibilt su InnovaTiVi]
Periphèria – rete città intelligenti per stili di vita sostenibili – è un progetto finanziato dall’Unione Europea in cui ricercatori e cittadini di cinque Smart City lavorano insieme per promuovere stili di vita sostenibili. Obiettivo: realizzare una piattaforma basata su dati aperti per creare la cosiddetta rete “Internet by and for the People”, ossia realizzata e destinata alle persone, che rappresenta l’emergente architettura sociale delle relazioni e dell’apprendimento. A questo scopo sono state definite cinque “arene” archetipo sparse per il Vecchio Continente, contesti urbani specifici con determinate caratteristiche sociali e infrastrutturali, che serviranno da terreno di gioco per l’innovazione. A Malmö, attraverso uno dei tre Living Lab presenti sul territorio cittadino e gestiti dal centro di ricerca Medea della locale università, si lavora sul concetto dello Smart Neighbourhood, realizzando co-produzioni dove i nuovi media giocano un ruolo importante in materia di interazione sociale. Il referente del “Living Lab The Neighbourhood” è Per Linde, ricercatore presso il suddetto ateneo. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Interaction design, Linde è rimasto ad occuparsi della materia come ricercatore post-doc. I suoi studi attuali si rivolgono ai temi dell’ubiquitous computing, dell’interazione mobile, dei processi di progettazione partecipativa e delle metodologie dei Living Labs. Gli abbiamo chiesto, nello specifico, di illustrarci il suo impegno nel progetto Periphèria e quindi nel Malmö Living Lab The Neigbourhood.
Qual è la vostra specifica via nel costruire una Smart City citizen centered? Qual è il ruolo che i nuovi media giocano nell’innovazione sociale?
È importante che il concetto di “smartness” non abbia una prospettiva completamente incentrata sulla tecnologia, in quanto l’innovazione riguarda anche la stessa democrazia. Le nuove tecnologie e i nuovi media sono uno degli strumenti per promuovere la crescita del cittadino da una prospettiva “civica”, ma le tecnologie si ritrovano impigliate in problemi sociali e materiali della vita quotidiana dei cittadini.
Discussioni riguardanti la partecipazione politica, gli studi urbani, l’innovazione e lo sviluppo dell’ICT sono sempre piùcomplesse.Se gli studi sociali e culturali, per qualche tempo, hanno riconosciuto l’importanza degli aspetti “tecnologici” nell’organizzazione e realizzazione dell’impegno civico, possiamo ora anche osservare come la nozione di “cittadino pubblico” stia guadagnando sempre più influenza nei campi della progettazione e dello sviluppo tecnologico. All’interno del contesto urbano molto rientra ormai nel campo delle “smart city”. Ma la nozione di smart è dibattuta e ascoltiamo continuamente statistiche sui numeri delle persone connesse ad Internet, dei dispositivi mobili e dei costi per fornitori di servizi futuri.
Non è sorprendente che prevalgano discorsi a sfondo commerciale, ma possiamo anche osservare come il potenziale delle comunità della rete, on o off line, stia sempre più diventando un fattore importante delle “Smart City”. Possiamo dunque comprendere come il capitale sociale sia dato dalla combinazione delle nuove tecnologie con tali comunità. Per cui il concetto di smartness comprende l’evidenziazione del potenziale dell’interazione a livello locale. Come sottolineato da David Halpern: “i network ICT possono avere un grande potenziale per stimolare il capitale sociale locale, premesso che essi siano geograficamente “intelligenti”, ossia sufficientemente smart per connetterci direttamente ai nostri vicini; siano costruiti intorno alle comunità naturali; facilitino la conoscenza collettiva” (“Social Capital” D. Halpern, 2005, 509-10, ndr).
Come state operando, più nel dettaglio, a Malmö per creare una Smart City di questo tipo?
A Malmö da alcuni anni stiamo lavorando per creare delle reti di cittadini, di “civil servants” eaziende con un ruolo complementare.Abbiamo un’attenzione specifica rispetto a coloro che spesso non sono rappresentati nei processi innovativi, come gli immigrati, i giovani delle aree emarginate o coloro che provengono dalle organizzazioni non governative. Innovare tecnologie smart fa parte dell’agenda ma non è questo il punto di partenza. Spesso ci occupiamo piuttosto di sostenere le parti coinvolte nelle reti in modo da farle collaborare su questioni di rilevanza sociale e importanti per la comunità. Viene poi avviato un processo di revisione su quale supporto tecnologico potrebbe essere rilevante per affrontare questi problemi, in modo da promuovere un deciso sviluppo, fermo restando la partecipazione dei cittadini in tutto il processo.
Riteniamo che indirizzare uno sviluppo di tecnologie mobili, futuristiche piattaforme web e degli e-service, basato sulla città, sia un argomento intrinsecamente legato alla comparsa di un nuovo genere di pubblico.
Dobbiamo innanzitutto spostare l’attenzione dal prodotto finale e dal prodotto in sé, decontestualizzato dal resto, mirando invece a quelle caratteristiche che rendono possibile la partecipazione civica in una fase precedente, cioè durante la sperimentazione e la progettazione aperte e pubbliche, per arrivare poi al potenziale di utilizzo nella fase d’uso vero e proprio.
La progettazione può quindi essere vista come “la progettazione degli strumenti” per la partecipazione a scopo non commerciale, sebbene i progetti siano per la maggior parte usati all’interno di un contesto commerciale ed applicati nel tentativo di re-indirizzare il potere del consumismo tecnologico (e quindi indirettamente per re-indirizzare il cittadino consumatore).