Piattaforme e servizi per smart city e smart land: prospettive future

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Nelle città e nei territori smart le tecnologie dell’informazione e della comunicazione vengono declinate in piattaforme e servizi innovativi che servono a migliorare la qualità della vita, i livelli di occupazione, la competitività. Di questo si è parlato a FORUM PA 2018

30 Maggio 2018

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Paola Musollino

Con il procedere della implementazione delle infrastrutture di comunicazione (banda larga e ultralarga, wifi pubblici, etc.), lo sviluppo tecnologico dei sensori (in grado di raccogliere e trasmettere sempre più ampie quantità e varietà di informazioni), la definizione di sempre più sofisticati modelli e conseguenti applicazioni in grado di trattare quantità enormi di dati va aprendosi una nuova fase nel percorso di digitalizzazione delle città.

L’ecosistema urbano può essere sempre più monitorato in tutti i suoi aspetti (produzione e raccolta di rifiuti, qualità dell’aria, sicurezza, traffico, condizione degli edifici e delle infrastrutture); le interazioni sociali (gruppi di lavoro, relazioni dei servizi sociali, partecipazione civica) possono moltiplicarsi e raffinarsi. Si aprono dunque nuove opportunità ma anche nuove criticità in termini di accesso e di utilizzo di queste informazioni, sia in forma aggregata sia in forma singolare e individuale.

Di questo si è discusso nell’evento “Piattaforme e servizi per smart city e smart land” nell’ambito di FORUM PA 2018 cui hanno partecipato amministratori locali, dirigenti pubblici e rappresentanti delle imprese di servizi, oggi impegnati a riflettere su come affrontare in modo nuovo le sfide che la dimensione urbana pone.

In particolare ci si è chiesti: come completare il processo di infrastrutturazione? Come finanziare e gestire il processo in termini di definizione di obiettivi e di integrazione tra le reti? Chi possiede le informazioni e i risultati che vengono elaborati?

Non è mancata l’osservazione di Alessandro Delli Noci, Vice Sindaco del Comune di Lecce, sulla necessità di “alzare l’asticella” sperimentando i servizi #IoT, costruendo un piano strategico finalizzato ad una cultura dell’IoT e della sensoristica

Sono cinque le macro aree tematiche emerse dal confronto e che possono essere rappresentate come parole-chiave dell’incontro.

  • Formazione dei cittadini e iniziative per la diffusione della cultura digitale tra la popolazione, a partire dal livello scolastico. È possibile far emergere da queste trasformazioni nuovi strumenti a disposizione dei cittadini per rendere più consapevoli le loro scelte di comportamento e consumo, più facile e completo l’accesso ai servizi, più consistente e influente la loro partecipazione civica. Come ha sottolineato Giacomo Angeloni, Assessore Innovazione, semplificazione, servizi demografici del Comune di Bergamo, per realizzare questo obiettivo bisogna porre l’accento su un’attenta lettura dei bisogni dei cittadini da tradurre in servizi, facendo, ad esempio, un “assessment dei servizi e prodotti in ottica di smart city” (in linea con quanto proposto da Maurizio Manzi, Assessore Risorse, Innovazione e Digitalizzazione del Comune di Cremona).
  • Rafforzamento delle competenze del personale della PA (attraverso percorsi formativi mirati). Per governare in modo consapevole i processi in atto occorre diffondere tra i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, in primo luogo di quelle locali, capacità e competenze.
  • Semplificazione delle procedure per una revisione delle regole di acquisizione dei servizi tecnologici-digitali, sia in termini di procedure per il loro acquisto sul mercato sia in termini di modalità di definizione delle partnership pubblico-privato, regolate ancora in modo poco efficace dalle attuali normative.
  • Gestione dei dati e privacy. Chi gestisce l’acquisizione e dell’utilizzo delle informazioni?
  • Linee di indirizzo per la creazione di un luogo di regia/consultazione a livello centrale cui le amministrazioni locali possano riferirsi per avere supporto nelle loro scelte e nei loro impegni, che si traduca nella elaborazione di linea guida nazionali e di sedi di interscambio delle esperienze.

Un processo di trasformazione delle reti urbane deve fondarsi sull’iniziativa locale, sulla capacità delle singole amministrazioni di individuare necessità e priorità, ma va anche inserito in un quadro generale che dia la direzione di marcia e supporti tecnicamente e metodologicamente l’azione locale.

Sono alcune indicazioni importanti per l’agenda di governo dei prossimi anni nella consapevolezza che l’evoluzione di questo percorso dipende dalle relazioni che si instaureranno tra gestori dei servizi, delle reti e dei sensori, amministrazioni locali, cittadini e attori sociali.

Come ha sottolineato Luigi Di Matteo, Professionista dell’Area Tecnica ACI – Automobile Club d’Italia, in riferimento ad un citato articolo di Bruce Sterling Le città intelligenti non esistono, la smart city potrebbe diventare un concetto fumoso se non si esce dalla logica dei progetti pilota, se non si punta su una maggiore interoperabilità che non deve limitarsi alla sola dimensione della città.

Nelle città e nei territori smart le tecnologie dell’informazione e della comunicazione vengono declinate in piattaforme e servizi innovativi che servono a migliorare la qualità della vita, i livelli di occupazione e la competitività dei territori.

A questo link gli atti del convegno.

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