PON e linee strategiche di intervento: capiamone di più
Nel quadro della nuova Politica di Coesione EU, l’Italia è impegnata nella gestione di circa 50 Programmi Operativi, per un ammontare di allocazioni finanziarie comunitarie di 31,2 miliardi di euro e circa 8,2 miliardi di FSE. Senza contare i 21 PSR. Fornire quindi una panoramica degli orientamenti adottati dalle diverse istituzioni centrali e regionali titolari di PON e POR FSE 2014-2020 può essere piuttosto utile per capire le strategie e le priorità di intervento. Qui presentiamo le linee strategiche riconducibili ai Piani operativi nazionali.
10 Dicembre 2014
Redazione FORUM PA
Nel quadro della nuova Politica di Coesione EU, l’Italia è impegnata nella gestione di circa 50 Programmi Operativi, per un ammontare di allocazioni finanziarie comunitarie di 31,2 miliardi di euro e circa 8,2 miliardi di FSE. Senza contare i 21 PSR.
Fornire quindi una panoramica degli orientamenti adottati dalle diverse istituzioni centrali e regionali titolari di PON e POR FSE 2014-2020 può essere piuttosto utile per capire le strategie e le priorità di intervento. Facendo seguito a quanto illustrato nel corso del quarto Tavolo di Lavoro nazionale del progetto S.P.E.S.Lab – Servizi per le parti economiche e sociali di tipo laboratoriale [qui potete trovare gli atti], azione di sistema che punta a rafforzare il dialogo sociale e il ruolo delle parti economiche e sociali (Pes) nazionali e territoriali nei Comitati dei sorveglianza Pon e Por Fse, tenteremo in questa sede di presentare le linee strategiche legate ai seguenti PON:
- PON “Per la Scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento”
- PON “Garanzia Giovani”
- PON “SPAO- Sperimentazione Politiche Attive per l’Occupazione”
- PON “Inclusione Sociale”
- PON “Governance”
A ragione dell’utilità di un quadro generale relativo agli orientamenti adottati, l’alta partecipazione al Tavolo: più di 180 rappresentanti provenienti dal mondo della ricerca, della pubblica amministrazione, dell’economia e del sociale. Ed è stato proprio quest’ultimo gruppo, insieme agli enti di ricerca, a far registrare la partecipazione più numerosa.
Il contesto: Accordo di Partenariato 2014 -2020
Il 29 ottobre 2014 è stato approvato l’Accordo di partenariato 2014-2020 tra la Commissione Europea e l’Italia sull’utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei per la crescita e l’occupazione, dal valore di 44 miliardi, che definisce i metodi, le risorse, le strategie e le priorità di intervento per il ciclo di programmazione 2014-2020. Nel caso dell’Italia questo copre gran parte delle nostre politiche di coesione e nello specifico riguarda quattro fondi: FESR, FSE, FEASR e FEAMP le cui risorse sono così suddivise:
- 31,1 miliardi a prezzi correnti (FESR+FSE);
- 10,4 miliardi FEASR;
- 537,3mila euro FEAMP, Cooperazione territoriale, YEI e FEAD.
Non passerà inosservata la “grossa scommessa” dell’Italia sul FSE, a fronte di un investimento richiesto del 26%, il nostro Paese ha scelto di metterci il 33,64% ovvero più di 10 miliardi. Una grande responsabilità sui risultati quindi in materia di inclusione sociale, uguaglianza di genere, innovazione sociale, lotta alla disoccupazione giovanile e alla dispersione scolastica.
PON “Per la scuola”
I Programmi Operativi Nazionali Scuola e Ricerca sono sotto la gestione diretta del MIUR. Il PON scuola riguarda le tre aree territoriali previste dai Fondi Strutturali: Regioni in ritardo di sviluppo, Regioni in transizione e le Regioni più sviluppate, ciascuna con un budget differente, per un totale di 3 miliardi di euro provenienti per 2,16 miliardi di euro dal FSE e i restati 800 dal FESR. Data la limitatezza delle risorse, sulle aree più sviluppate è prevista un’azione meno intensa e di conseguenza da mirare in relazione alle specifiche esigenze territoriali. Il fatto che nella precedente programmazione la scuola abbia riportato degli indicatori molti positivi, ha spinto ad adottare un PON dedicato, così da poter accedere alle risorse comunitarie aggiuntive.
Le priorità di investimento sono state individuate tramite un questionario, una consultazione pubblica a cui hanno partecipato gli attori del territorio e quelli direttamente vicini al settore. 70 domande a risposta chiusa relative agli Obiettivi Tematici 10 e 11 definiti nell’Accordo di Partenariato.
Tra gli indicatori di risultato del PON:
- migliorare l’apprendimento degli studenti in italiano e matematica;
- migliorare il raccordo scuola-lavoro attraverso esperienze di alternanza;
- prestabilire una quota di docenti formati;
- attenzione alla quota di edifici da riqualificare;
- numero di scuole digitalizzate.
A questi si aggiungono delle nuove esigenze dettate dall’innovazione moderna nei processi e in ambito professionale:
- centri didattici digitali;
- Smart School;
- anagrafe degli studenti e formazione professionale;
- potenziamento dello strumento open data.
Come si pensa di agire? L’ipotesi presentata pare essere quella di predisporre azioni e far scegliere alle scuole le implementazioni di piani di ammortamento in base al proprio livello di criticità. Le scuole possono quindi preordinare un piano in base alla loro autovalutazione. Servono inoltre circolari specifiche relative a progetti pilota, nonché piani nazionali di formazione sugli insegnanti.
PON – Iniziativa Giovani
Garanzia Giovani prevede impegni per il 2014 e 2015 per una dotazione finanziaria complessiva di 1.513 miliardi di euro. Il Programma è stato adottato prima dell’Accordo di Partenariato perché nel regolamento generale dei Fondi Strutturali vi era la necessità di dare una “risposta” per la disoccupazione giovanile; una risposta complementare al FSE e ad altri programmi nazionali. Gli Stati Membri sono stati invitati a presentare il proprio Piano d’Attuazione entro il 31/12/2013 e nel caso italiano sono stati considerati i Dispositivi esistenti di incentivazione e occupazione giovanile (DL. 78/2013 e L.99/2013):
- incentivi per giovani svantaggiati;
- incentivi per tirocini;
- auto impiego nel Mezzogiorno.
Il Piano di attuazione nazionale Garanzia Giovani è uno strumento che finanzia azioni dirette sulle persone. Le politiche di occupazione e lavoro sono di competenza delle Regioni, è stato quindi definito un accordo politico per un coinvolgimento diretto delle Amministrazioni Regionali che gestiscono le azioni dirette sulle persone. Non sono mancati elementi di contendibilità (ad es. un giovane che si candida per un’attività in una Regione diversa dalla propria di residenza) e di ritorno al principio di sussidiarietà (in materia di monitoraggio degli interventi). Ogni Regione firma una convenzione con il MLPS per la definizione delle proprie misure, il Ministero può intervenire in sussidiarietà dell’organismo in difficoltà, tramite i suoi organismi Italia Lavoro e ISFOL.
PON SPAO
L’acronimo SPAO sta per “Sperimentazione Politiche Attive per l’Occupazione”, è un Programma che ha come assi prioritari d’intervento l’occupazione, l’istruzione e la formazione, la cooperazione transnazionale, la capacità istituzionale e l’assistenza tecnica e consiste principalmente nell’attivazione di azioni di sistema e di azioni di tipo più sperimentale attuate con il supporto di tutti gli attori istituzionali ed in particolare con il supporto degli enti in house del Ministero quali l’ISFOL e Italia Lavoro.
Si tratta di 2 miliardi e 176 milioni di euro di cui 1 miliardo e 849 milioni destinati alle Regioni meno sviluppate, 64,6 milioni per quelle in transizione e 262 milioni per le restanti del Centro Nord. In riferimento agli assi di intervento si darà maggior quantitativo di investimento all’asse Occupazione (85% del totale, pari a 1 miliardo e 838 milioni di euro), seguito dalla Capacità istituzionale e dall’assistenza tecnica (che raccoglieranno entrambe il 5% del totale delle risorse), dall’istruzione e formazione (3%) e, infine, dall’asse relativo alla cooperazione transnazionale (2%).
Asse “Occupazione” – azioni:
- servizi per il lavoro: cooperazione inter-istituzionale per implementazione LEP dei servizi per l’impiego; interventi per creare partenariati tra i servizi per il lavoro, datori di lavoro e istituzioni formative;
- azioni di sistema: osservazioni e analisi su mercato del lavoro e occupabilità con approfondimenti su target (giovani, donne, over 50, disabili e immigrati); analisi delle dinamiche e delle politiche regionali dell’inserimento lavorativo per i giovani; analisi delle condizioni dei giovani NEET;
- sperimentazione interventi politiche attive (sistemi incentivanti) e relative azioni di sistema e di assistenza tecnica/promozione territoriale per l’aumento dell’occupazione di giovani e donne (incentivo, interventi a garanzia del credito, botteghe di mestiere).
Asse “Istruzione e formazione” – azioni:
- azioni di sistema per l’apprendimento permanente, tra cui quelle a supporto della certificazione delle competenze degli standard formativi e professionali;
- azioni per l’efficacia dell’alternanza scuola/formazione/lavoro;
- azioni di sistema e sperimentazione apprendistato di I livello;
Asse “Cooperazione Transnazionale” – azioni:
- azioni dirette di mobilità ai fini di apprendimento e lavoro, facilitare l’assistenza tecnica per complementarità tra programmazione FSE ed altri programmi/fondi Eu (Erasmus+)
Per quanto riguarda l’ultimo asse preso in esame, “Capacità istituzionale”, questo mira a “Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente”. A quest’obiettivo vengono destinati ben 100 milioni di euro per la creazione di un sistema informativo integrato tra lavoro e formazione e politiche attive e passive del lavoro, per il rafforzamento della capacità degli attori nel sistema delle politiche attive per l’occupazione, per interventi a favore del dialogo sociale tra le parti sociali e a favore delle ONG, per la qualificazione e l’empowerment delle istituzioni, degli operatori e degli stakeholder e per il monitoraggio e la valutazione delle politiche realizzate con il FSE.
PON Inclusione
Sotto la direzione del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, il PON “inclusione” si rivolge a coloro che versano in povertà, circa due milioni solo in Italia. Il nostro Paese per riuscire in questo obiettivo, per il quale è stato sollecitato direttamente dalla Commissione con la Raccomandazione n.4, ha a disposizione 1 miliardo e 238 milioni di euro. Tre gli obiettivi principali:
- definizione di livelli minimi essenziali delle prestazioni, obiettivo di più semplice attuazione nel sistema sanitario, ma più complesso sul piano sociale a seguito dell’eterogeneità regionale nelle prestazioni offerte;
- a questo si ricollega la generale riduzione dell’eterogeneità della spesa regionale pro-capite;
- estensione graduale della sperimentazione della social card garantendone uniformità dell’adozione.
PON Governance
Anche questo, dedicato alla governance e alla capacità istituzionale, è un programma plurifondo che utilizza sia risorse FSE che FESR. La dotazione finanziaria è pari a 827,69 milioni di euro, di cui 583,90 dall’UE e la restante parte come quota nazionale.
Si basa su due Obiettivi Tematici: l’OT 11 “Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica efficiente” e l’OT 2 “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime”, potenziando le strumentazioni digitali e la domanda di ICT. Ecco risultati che si intende perseguire con tale PON:
Per l’Obiettivo Tematico 11
- aumento della trasparenza e interoperabilità e dell’accesso ai dati pubblici;
- riduzione degli oneri regolatori;
- miglioramento delle prestazioni della PA;
- miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema giudiziario;
- aumento dei livelli di integrità e di legalità nell’azione della PA;
- miglioramento della governance multilivello e della capacità amministrativa e tecnica delle PA nei programmi di investimento pubblico.
Per l’Obiettivo Tematico 2
- digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili;
- potenziamento della domanda di ICT di cittadini e imprese in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete.
Gli assi di intervento su cui si fonda la strategia del programma riguardano lo sviluppo della capacità amministrativa e istituzionale per la modernizzazione della PA, il rafforzamento della governance multilivello nei programmi di investimento pubblico e l’assistenza tecnica. I beneficiari saranno le autorità cittadine e le altre autorità pubbliche competenti, le parti economiche e sociali, i pertinenti organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozioni dell’inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione.