Punti e spunti dagli Assessori delle “città intelligenti”

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Mentre prendono vita gli organi esecutivi dei comuni italiani protagonisti delle recenti elezioni amministrative – fra cui Roma, Milano e Torino – ecco qualche spunto da parte degli Assessori che già da tempo operano a livello locale su più Comuni della nostra Penisola.

11 Luglio 2016

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Sara Mancabelli

Mentre prendono vita gli organi esecutivi dei comuni italiani protagonisti delle recenti elezioni amministrative – fra cui Roma, Milano e Torino – ecco qualche spunto da parte degli Assessori che già da tempo operano a livello locale su più Comuni della nostra Penisola.

Competenze e servizi digitali, risorse, infrastrutture, Amministrazione collaborativa e regole per l’innovazione urbana. Questi i temi al centro dell’agenda dei lavori degli Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. “Se da un lato l’obiettivo è quello di tradurre in concreto input e progetti nazionali innovativi da calare sulle piccole realtà locali, dall’altro dobbiamo partire dalle singole esperienze del territorio per dare vita a proposte, di valenza nazionale, da rivolgere a livello centrale, al Governo, ma anche alla rete dei comuni italiani.”. Duplice e contraria la sfida di ANCI, sottolineata da Luca Della Bitta, Presidente della Commissione Innovazione Tecnologica e Attività Produttive dell’Associazione dei Comuni, nel corso del Secondo incontro nazionale degli assessori alla smart city tenutosi nell’ambito di FORUM PA 2016 (24-26 maggio).

All’incontro hanno preso parte più della metà degli Assessori dei Comuni che compongono l’Associazione oltre a dirigenti ed esperti i quali hanno analizzato i nuovi modelli di governance delle città, nonché i nuovi bisogni e le differenti modalità di interazione con cittadini e stakeholders prodotte dalle “città intelligenti”. Ecco i principali spunti che abbiamo così sintetizzato.

Competenze e servizi digitali

Il focus si è concentrato su argomenti come il CAD, Spid e PagoPA: “Il fatto che il CAD non sia stato antecedentemente condiviso con i Comuni, ma sia stato calato dall’alto, costituisce un ostacolo per cui le realtà territoriali si ritroveranno a dover attuare una serie di adempimenti non partecipati”. Lo afferma Alessandro Delli Noci, Assessore all’innovazione tecnologica – Comune di Lecce, nel tirare le somme del panel. Anche i due progetti strategici Spid e PagoPa sono stati al centro della discussione: compito della PA e, nello specifico, dei Comuni è quello di individuare i servizi da inserirvi.

A proposito delle competenze e dei servizi digitali Delli Noci ha così riassunto sottolineando che “La carenza di entrambi – anche a livello politico: da qui la mancanza di input per la PA – ha portato alla luce la necessità di assessment per proporre piani formativi nuovi e capire lo stato di alfabetizzazione digitale”. La proposta avanzata dagli Assessori è quella di integrare nella PA nuovo personale che, pur non occupandosi prettamente di digitale, abbia competenze in tale ambito. Obiettivo: provocare un piccolo (vitale) terremoto digitale nelle Pubbliche Amministrazioni che ristabilisca anche il clima di fiducia rispetto all’utilizzo reale dei servizi digitali.

Risorse e infrastrutture

Per la questione banda larga, applicazione e sviluppo dei servizi è stata Benedetta Squittieri, Assessore Innovazione tecnologica e agenda digitale – Comune di Prato, a tirare le fila del discorso.

“La presenza dell’infrastruttura tecnologica digitale sul territorio – afferma Squittieri – è premessa e elemento portante per la creazione di un offerta di servizi strutturata al cittadino e alle imprese”. In accordo con i piani del Governo infatti l’obiettivo è quello di portare la banda larga e ultra larga su tutto il territorio nazionale entro il 2020. Si tratta di un grande passo in avanti rispetto alle prospettive future, nonostante ciò Comuni e Amministrazioni possono contribuire alla costruzione della rete e allo sviluppo dell’infrastrutturazione nazionale.

Altro punto emerso dal dibattito riguarda la questione del Catasto del sopra e del sottosuolo, un ulteriore adempimento innovativo, non solo normativo, ma finalizzato al tema dei servizi: utile per la conoscenza da parte della Pubblica Amministrazione, ma anche per la pianificazione di una città con servizi integrati.

Infine l’accento è posto sulla coincidenza di obiettivi fra pubblico e privato nel governare i processi di innovazione, un tema connesso alla questione delle risorse: “Il rapporto fra Amministrazioni e obiettivi degli operatori spesso non convergono ma – dice Squittieri – le possibilità di intervento anche per i piccoli Comuni ci sono. Il ruolo di ANCI in questo contesto è di capire come confrontarsi su tre livelli: attuazione del Piano strategico per la Banda ultralarga, tavolo di contrattazione con gli operatori e rapporto con le Regioni”.

Le pratiche di amministrazione collaborativa tra regole e opportunità

“Sebbene in generale non esista un modello applicabile a tutte le realtà e le differenze fra Nord e Sud Italia rimangano ancora importanti, il tema della cultura è stato affrontato in maniera diversa e, alcuni casi concreti dimostrano che, sono le persone a generare i processi innovativi”. Così ha introdotto il tema (rilevante) del divario culturale Valeria Troia, Assessore all’Innovazione e Smart City – Città di Siracusa.

Tre i macro argomenti relativi all’amministrazione collaborativa: da un lato la cittadinanza, formata dal capitale umano su cui innestare processi nuovi e su cui il contributo da parte dei Comuni può avvenire sotto forma di apporto normativo. In secondo luogo la sostenibilità dei processi: se iniziati con finanziamenti dall’alto devono poi essere in grado di procedere sino alla loro conclusione anche una volta che i contributi economici esterni sono chiusi. Infine il tema della scuola quale comunità che può incidere positivamente e generare cultura innovativa.

Sono state poi analizzate le modalità con cui i Comuni affrontano le situazioni problematiche: “Spesso i territori risolvono in maniera innovativa i problemi che si riscontrano a partire dal metodo collaborativo. La PA troppe volte mostra incapacità a trattare certi temi e in questo i Comuni possono aiutare”.

Prossimi step

Obiettivo per il futuro è quello redigere un documento unico ma anche una comunità di pratica normativa dei regolamenti che includa tutti i modelli e le collettività che costituiscono le diverse realtà locali. Il seguito auspicato è che la restituzione dei ragionamenti emersi da tale incontro possa favorire ulteriori riflessioni e proposte da far valere a più livelli, ora che a capo del settore innovazione sono comparsi i nuovi nomi.



Per approfondire:

Il video-commento – Pillole da FORUM PA 2016: Paolo Testa

L’intelligenza della città partecipata a FORUM PA 2016

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