Smart Cities Inclusive. Un Manifesto Europeo per il coinvolgimento dei cittadini nelle comunità intelligenti
Sta crescendo in Europa una massa critica di cittadini ed organizzazioni che ha assunto uno sguardo critico e costruttivo verso il ruolo del digitale, dell’IoT e delle piattaforme web come strumenti per promuovere pratiche di open government con un’attenzione all’inclusività e alle pratiche di co-design/co-creation. Lo dimostra il Cluster Citizen Focus della European Innovation Partnership Smart Cities and Communities
16 Novembre 2016
Maria Sangiuliano*
Dopo gli entusiasmi iniziali dei progetti smart cities e la tendenza a cercare nelle soluzioni smart la panacea per tutti i mali dello sviluppo urbano, negli ultimi anni l’attenzione è ritornata sulla centralità del ruolo dei cittadini e della partecipazione come motori e fattori imprescindibili per città innovative. Pensare di affrontare le sfide urbane del cambiamento climatico e demografico in tempi di stagnazione economica trasformando le tecnologie da mezzi a fini si è rivelato un approccio sbagliato: ignorando bisogni e diseguaglianze sociali nel pensare e governare le città intelligenti si generano e si accentuano dinamiche di esclusione e/o si investono in maniera inefficace risorse anche pubbliche per tecnologie che difficilmente risponderanno ad esigenze reali, rischiando di riempire le long-list di progetti smart, e non di meno falliti.[1]
Da alcuni anni riflettiamo su questi temi all’interno della European Innovation Partnership on Smart Cities and Communities, in particolare con il Cluster denominato proprio “Citizen Focus”. Abbiamo coinvolto soggetti diversi da tutta Europa raccogliendo le prospettive di città ed enti locali, mondo accademico, ONG e imprese, operando come piattaforma per la condivisione di conoscenze, esperienze e metodi per ripensare le smart cities dal punto di vista del coinvolgimento e dell’attivismo civico, sia attraverso incontri in presenza che con un ciclo di webinar che hanno avuto un grande successo. Negli ultimi mesi, in particolare, abbiamo voluto alzare ulteriormente il livello di attenzione e dare un segno tangibile affinchè non diventi anche questo l’ennesimo trend topic di passaggio. Con un processo di consultazione europeo e in stretta collaborazione con associazioni di enti locali di livello europeo come ICLEI Europe ed ERRIN, abbiamo co-creato assieme ad oltre 60 stakeholders europei “Manifesto on Citizen Engagement” attraverso un processo di consultazione on line. Il Manifesto è ora aperto all’adesione e al supporto pubblico di città, regioni, associazioni, reti, mondo della ricerca ed altri attori degli ecosistemi dell’innovazione urbana, e in poche settimane di campagna, abbiamo già raggiunto oltre 100 sostenitori.
Vogliamo dimostrare che sta crescendo in Europa una massa critica di cittadini ed organizzazioni che ha assunto uno sguardo attento, critico e costruttivo verso il ruolo del digitale, dell’IoT e delle piattaforme web come strumenti per promuovere pratiche di open government, rivitalizzare la democrazia e migliorare la vivibilità dell’ambiente urbano diminuendo l’impatto ambientale, purchè si punti all’inclusività e si promuovano pratiche di co-design/co-creation mettendo in sinergia innovazione tecnologica e sociale.
La prossima settimana, il 23 Novembre, presenteremo il Manifesto a Bruxelles, attraverso la Conferenza Inclusive Smart Cities, come ulteriore occasione di dibattito con policy makers, teorici, amministratori e mondo della società civile, per continuare e rilanciare il lavoro fin qui intrapreso.
Aderire al Manifesto significa soprattutto esprimere l’interesse e l’impegno a entrare in questa rete, condividere le proprie buone pratiche, contribuire a diffondere ulteriormente il Manifesto stesso, e promuovere l’adozione dei toolkit specifici che abbiamo già prodotto, tra i più recenti segnalo Co-Creating Smart Cities e i primi use-cases elaborati proprio su co-design e co-creation.[2]
Poichè in Italia l’approccio che caratterizza questa iniziativa è senza dubbio risonante con buona parte del dibattito più avanzato sulle città intelligenti riflessa in manifestazioni di livello nazionale come ICity Lab, e nelle pratiche di molte città (Bologna, Milano, Roma, Genova, Torino, per menzionarne solo alcune), rilanciamo l’invito alle città e alle regioni italiane a supportare il Manifesto e proseguire assieme in questo percorso.
[1] Alcuni esempi significativi sono stati ben raccontati alcuni anni fa da Anthony Townsend nel suo Smart Cities: Big Data, Civic Hackers, and the Quest for a New Utopia.
[2] Transformcity e MyNeighborhood sono stati i primi case studies analizzati. Proseguiremo sull’analisi e la diffusione di casi studio durante il 2017. I report sono scaricabili qui.
*CEO e co-fondatrice di Smart Venice srl, start up attiva in un progetto complesso di rigenerazione urbana per il turismo sostenibile a Venezia. Coordinatrice del Cluster Citizen Focus della European Innovation Partnership Smart Cities and Communities.