Smart Cities, passate in rassegna a Torino le migliori esperienze del mondo
Organizzato da Cittalia e promosso dall’Anci, si è tenuto alla fine dello scorso mese di febbraio il primo incontro nazionale dedicato al settore. Nell’occasione è stato presentato un paper di quelli che sono stati giudicati i dodici casi metropolitani più meritevoli di attenzione e conoscenza. Obiettivo dichiarato: presentare a tecnici ed esperti italiani il meglio di quanto finora espresso da creatività e innovazione del settore, a livello planetario.
6 Marzo 2012
Tiziano Marelli
Organizzato da Cittalia e promosso dall’Anci, si è tenuto alla fine dello scorso mese di febbraio il primo incontro nazionale dedicato al settore. Nell’occasione è stato presentato un paper di quelli che sono stati giudicati i dodici casi metropolitani più meritevoli di attenzione e conoscenza. Obiettivo dichiarato: presentare a tecnici ed esperti italiani il meglio di quanto finora espresso da creatività e innovazione del settore, a livello planetario.
Che la belga Gent agisca al meglio per attuare qualcosa di rimarchevole e futuribile per i propri cittadini può prestarsi ad un facile gioco di parole, anche se tutto e solo italiano, però: se non lo fa un centro che può vantare un toponimo del genere, chi altri lo potrebbe e dovrebbe fare? Ma quella che è considerata il capoluogo delle Fiandre orientali non è stata la sola a puntare sul coinvolgimento della popolazione del posto per definire al meglio le strategie inclusive del ruolo delle Ict per il miglioramento della qualità della vita: sullo stesso argomento si è ritrovata in buona compagnia, unendosi idealmente nell’eccellenza alla messicana Monterrey, in questa sorta di “specializzazione smart”. Questi sono solo due degli spunti offerti dal primo incontro nazionale in materia di Smart Cities, promosso dall’Anci di Torino, e che si è tenuto lo scorso giovedì 23 febbraio nel capoluogo piemontese. Infatti, nell’occasione è stato presentato da Cittalia un paper che ha riunito le migliori esperienze in materia di innovazione realizzate da città, per questo monitorate e scelte in tutto il mondo. Nel particolare, quelle presentate sono state dodici strategie, realizzate da metropoli europee e americane che hanno puntato sulle nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita e la gestione dei processi urbani. Il tutto per offrire idee e spunti a chi, nel nostro Paese, è impegnato nella realizzazione di strategie smart per la crescita urbana: dalle infrastrutture alla partecipazione dei cittadini per la realizzazione di spazi pubblici davvero innovativi, e soprattutto sostenibili.
Sulla stessa lunghezza d’onda “positiva e propositiva” delle due metropoli citate all’inizio si sono mosse città storicamente all’avanguardia quasi in ogni settore come le europee Amsterdam ed Helsinki, che hanno puntato – rispettivamente – sulla collaborazione fra edifici pubblici e privati per la riduzione delle emissioni nocive e sul miglioramento delle politiche del traffico e della gestione urbana; o come le statunitensi Seattle e Portland, di molto “facilitate” nel loro compito di innovatrici dalle quasi automatiche “collaborazioni” offerta alla prima da Micorsoft e alla seconda da Ibm, che in un modo o nell’altro proprio in qui luoghi si sentono quasi “a casa”, e quindi è facile pensare che qualsiasi tipo di miglioria sia benvenuta e auspicata visto che ricade automaticamente sul benessere dei tanti che vi lavorano, addetti dei marchi colossali appena citati compresi.
Più sorprendenti, indubbiamente, possono apparire le citazioni che sono state riservate alla portoghese Paredes – lanciata verso l’installazione di cento milioni di sensori orientati al controllo dei consumi energetici e allo smaltimento dei rifiuti – oppure a Tallinn, che di recente ha applicato l’uso di software assolutamente innovativi alla mobilità urbana, anche se qui lo stupore sarebbe forse da contenere visto che la capitale estone vanta la più alta concentrazione europea di collegamenti privati ad Internet, e quindi la sensibilizzazione al “nuovo” da parte della maggioranza dei suoi abitanti è elemento che favorisce senz’altro attenzione, partecipazione e inclinazione allo “smart” del posto.
Quelle illustrate sono solo alcune delle autentiche chicche che il convegno di Torino ha riservato al pubblico degli intervenuti (tutti professionisti e protagonisti del settore), ma l’impressione generale è che l’attivismo che si sta manifestando con sempre maggiore frequenza in questo ambito è talmente evidente che gli appuntamenti e i momenti di confronto andranno sempre più intrecciandosi, e a grande velocità. Un atteggiamento, anche questo, molto… smart e beneaugurante per il futuro di tutti noi cittadini. Viene quasi da tirare un respiro di sollievo, anche perché lo si può finalmente immaginare meno inquinato, e proprio grazie a chi alla qualità della vita nei centri urbani sta dedicando attenzione e conoscenza.