Smart working e mobilità sostenibile: l’indagine sui mobility manager di Roma Capitale
Roma Servizi per la mobilità ha condotto, per conto di Roma Capitale, un’indagine sui 230 mobility manager nominati nelle aziende romane. Un lavoro che consentirà di calibrare meglio le previsioni per progettare gli interventi sulla mobilità delle persone e delle merci anche nelle fasi post Covid-19
22 Maggio 2020
Michela Stentella
Content Manager FPA
Il lockdown legato alla diffusione del Covid-19 ha portato ovviamente a una riduzione negli spostamenti e quindi anche a una riduzione delle emissioni di CO2. Nei giorni scorsi è stata pubblicata sulla rivista Nature Climate Change una ricerca – guidata dall’Università britannica dell’East Anglia con quella di Stanford e il Center for International Climate research di Oslo (Cicero) – che ha stimato la variazione delle emissioni di Co2 per ogni giorno e ogni Paese del mondo da gennaio ad aprile 2020. Le emissioni quotidiane di carbonio a livello globale sono diminuite del 17% durante il picco delle misure di lockdown del 7 aprile, rispetto ai livelli medi giornalieri nel 2019, e in Italia il calo massimo delle emissioni è stato del 27,7%. In questo contesto, i trasporti terrestri hanno rappresentato quasi la metà (43%) della riduzione. Il peso di questo settore è quindi centrale.
Anche il rapporto Italy for climate, da poco pubblicato, che analizza la fase di attuazione delle misure di restrizione, ha stimato la riduzione delle emissioni nel periodo che comprende la fase di emergenza sanitaria. I numeri indicano un -35% delle emissioni di CO2 e i 3/4 della riduzione sono attribuiti proprio alla contrazione del settore dei trasporti. Ovviamente nel ritorno alla normalità, gli spostamenti non potranno restare sui livelli del lockdown, ma ci sono molte misure che possono essere adottate per non tornare alla situazione ante-emergenza, se non a situazioni ancora peggiori. Gli spostamenti casa-lavoro sono uno degli ambiti su cui si potrebbe intervenire, in particolare continuando sulla strada dell’adozione dello smart working, uscendo dalla logica emergenziale per entrare in quella dell’ordinario. Ne abbiamo già parlato in questa intervista a Marina Penna, ricercatrice ENEA. Oggi ne parliamo con Andrea Pasotto, Responsabile Area Pianificazione Strategica di Roma Servizi per la mobilità, presentando un’indagine condotta proprio da Roma Servizi per la mobilità, per conto di Roma Capitale, su tutti i mobility manager della città. Si tratta di oltre 230 mobility manager nominati nelle aziende romane, una rete che riunisce circa 320.000 addetti che si muovono quotidianamente nel territorio di Roma Capitale.
“Abbiamo messo a punto una catena modellistica previsionale in grado di stimare, con un elevato livello di attendibilità, i flussi sui vari modi di trasporto in relazione alle politiche sul lavoro agile e sugli orari delle attività – spiega Pasotto –. Ciò al fine di programmare per tempo le azioni nelle fasi di emergenza COVID. Lo studio è stato messo a punto con il supporto delle Università romane (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) e con la collaborazione del centro studi Sony CSL. È evidente come in questo contesto sia necessaria la massima sinergia con i mobility manager delle Aziende ed Enti del territorio di Roma Capitale”.
L’indagine ha visto un doppio livello, come ci spiega Pasotto: “La prima rivolta ai mobility manager con l’obiettivo di comprendere quali azioni intende attivare la propria azienda o ente per ridurre quantitativamente gli spostamenti casa-lavoro (smart working), modificare gli orari degli stessi (articolazione lavoro su più giorni della settimana o maggiore elasticità in entrata/uscita) o promuovere una mobilità casa-lavoro sostenibile (navette aziendali, sostegno alla sharing mobilibility, ciclabilità, etc.). La seconda indagine è rivolta ai dipendenti ed è finalizzata a fotografare la propensione al cambio di modalità di spostamento a causa delle esigenze di distanziamento interpersonale. Nella prima sezione dell’indagine si esplora anche il sentiment rispetto all’esperienza smart working”.
Ma cosa è emerso dall’indagine? L’indagine sulle aziende intervistate evidenzia un netto incremento del personale in smart working nella Fase 2 Covid, fino a circa il 30% dei dipendenti in media con un coinvolgimento fino al 40% delle ore lavorative. Oltre il 56% delle aziende/enti attuerà una maggiore elasticità degli orari. L’indagine sugli addetti ha evidenziato una tendenziale contrazione della quota modale del trasporto pubblico a favore della mobilità individuale nelle diverse declinazioni, dalla autovettura alla mobilità dolce, sia essa a piedi o in bici.
Questa iniziativa assume un grande valore nell’ottica della gestione della mobilità nella fase post-emergenza. “Consentirà di calibrare meglio le previsioni ai fini della progettazione dei necessari interventi sulla mobilità delle persone e delle merci” spiega infatti Pasotto, che conclude sottolineando il valore del coordinamento tra i diversi soggetti del territorio, in particolare tra aziende pubbliche e private e amministrazione comunale. “L’Amministrazione di Roma Capitale ha avviato tavoli di coordinamento con i mobility manager per individuare le migliori soluzioni per favorire, in piena sinergia con le aziende/enti, la mobilità casa lavoro. I temi sono riferiti a problematiche di settore o territoriali, alla sharing mobility, la ciclabilità, alla ottimizzazione dei servizi delle navette aziendali, etc. E’ infatti importante che le azioni che mette in campo l’amministrazione siano divulgate nelle aziende ed integrate da iniziative complementari. La ciclabilità è un esempio: può divenire una sempre più appetibile soluzione di mobilità casa -lavoro se il piano di sviluppo delle piste ciclabili temporanee attivato da Roma Capitale (150 km di nuovi itinerari) viene sostenuto da incentivi all’uso o adeguate facilities presso le sedi di lavoro quali rastrelliere, spogliatoi, etc.”