Tour de France: le regioni collaborano, la natura meno
Il Tour de France (dell’innovazione) è alla ricerca dei progetti innovativi sulle tracce della corsa ciclistica più famosa al mondo. Oggi si parla di collaborazione tra Stato e cittadini.
27 Luglio 2019
Daniele Rizzo
Content Manager FPA
Maurizio Costa
Content Officer FPA
Terzultima tappa del Tour de France. Siamo sulle Alpi, dopo aver visitato i Pirenei, ed è qui che si fa la storia e dove i ciclisti in gara cercano di accaparrarsi i migliori posti della classifica. Ieri tappa sospesa: nel commento tecnico troverete tutte le informazioni sportive del caso.
Parlando di gioco di squadra, per sedimentare il proprio risultato, gli atleti hanno fondamentale bisogno della propria squadra, che fornisce supporto tattico e materiale.
Possiamo dire che è sempre stato così: il più piccolo ha bisogno del più grande. In natura, così come nella vita, chi ha di più e si può permettere di più aiuta il proprio sottoposto, cercando di creare un sistema armonico.
A livello pubblico, il cittadino, dunque, ha sempre bisogno dello Stato. Naturalmente, nessuno può rinnovarsi da solo, in autonomia, una carta d’identità; in nessun modo un cittadino può costruire un ponte o sistemare una strada chiamando una ditta di fiducia; mai un paziente si sognerebbe di aggregare il proprio fascicolo sanitario online.
Lo Stato fornisce servizi che il cittadino utilizza, da sempre.
A volte, però, è l’amministrazione pubblica che ha bisogno dei cittadini.
Venite e proponete
A giugno, infatti, la Regione francese Alvernia-Rodano-Alpi ha deciso di dare un’importante spinta a un progetto che da tempo si trovava chiuso in un cassetto.
Parliamo di una pista ciclabile che costeggerà il fiume Rodano, da realizzare a partire dal 2020. In questo caso, l’amministrazione ha chiesto ai cittadini il loro parere sull’opera infrastrutturale: in Regione, chiunque fosse stato interessato all’opera ha potuto, attraverso una serie di incontri, conoscere il progetto con dei video e dei materiali informativi.
Alla fine, ognuno ha potuto dire la sua, rispondendo a un vero e proprio referendum proposto dall’amministrazione regionale.
L’opera, che si collega benissimo alla tematica del Tour, prevede una pista ciclabile di 18 chilometri, che interesserà 6 comuni della Regione, con 200mila utenti potenziali. Il costo sarà di quasi 8 milioni di euro, ma crediamo che in questo caso, se passasse questa consultazione, i primi a giovarne saranno proprio i cittadini, chiamati dalla Regione a dire la loro.
Il resoconto della tappa
Tappa ricca di colpi di scena la Saint-Jean-de-Maurienne – Tignes, diciannovesima frazione di un Tour de France che non accenna a voler essere banale nemmeno in vista di Parigi.
Il primo a fare i conti con le sorprese della tappa è Thibaut Pinot: il francese, grande protagonista sui Pirenei, dopo appena una trentina di km è costretto ad alzare bandiera bianca per colpa di una noia muscolare, arrecando così il primo dispiacere di giornata ai sostenitori francesi.
Per il secondo dispiacere di giornata avremmo poi dovuto aspettare il Col de l’Iseran, sulle cui rampe la maglia gialla Alaphilippe ha visto infrangere i sogni di gloria. Colpa di un Team Ineos ritrovato, che prima con Thomas e poi con Bernal ha messo alla frusta il gruppo dei migliori, costringendo la maglia gialla a perdere prima secondi e poi minuti preziosi.
E già, parliamo di minuti perché con un’azione solitaria il colombiano ventiduenne Egan Bernal è stato in grado di guadagnare circa due minuti su Alaphilippe in appena 6 km di salita. Più dietro Thomas, Kruijswijk, Uran, Nibali e Buchmann transitavano sul GPM con una cinquantina di secondi di ritardo da Bernal. Poi la seconda sorpresa di giornata.
A metà della discesa dell’Iseran la tappa veniva infatti sospesa e il tempo neutralizzato. Più avanti la strada era diventata impraticabile a causa di una forte grandinata che aveva causato anche lievi smottamenti in alcuni tratti. E mentre veniva comunicata la decisione di registrare i tempi al momento dello scollinamento su l’Iseran, i francesi facevano i conti con la terza doccia fredda di giornata: Alaphilippe perdeva la maglia gialla, che passava così sulle spalle del colombiano della Ineos.
A concedere ancora qualche speranza al pubblico francese ci sarebbe dovuta essere la terza tappa alpina, che in origine avrebbe previsto tre GPM davvero impegnativi. E invece il maltempo e le frane hanno segnato anche la Albertville – Val Thorens, ridotta a 59 km con la sola ascesa a Val Thorens, appunto.
Dunque, a meno di altre sorprese imprevedibili, Bernal arriverà in giallo domani a Parigi. Ma con questa edizione del Tour, mai dire mai.
Il commento della tappa di Marco Baldi
L’ambiente alpino è complicato e impone le sue regole. Chi lo frequenta si confronta con il limite e deve ogni tanto saper rinunciare ai propri obiettivi. Vale anche per la corsa più importante al mondo.
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