Trento: una Smart City in continuità tra passato e futuro
Alcuni mesi fa la città di Trento è stata selezionata dal IEEE per trasformarsi in un laboratorio internazionale di smartness urbana. Il capoluogo trentino, insieme alla città messicana di Guadalajara e a quella cinese di Wuxi, parteciperà al progetto che punta a renderla un riferimento a livello globale per soluzioni intelligenti a servizio della Smart City. Il percorso è già iniziato e nei giorni 10 e 11 dicembre la città ospiterà un workshop tecnico-scientifico co-organizzato dal Comune, Trento RISE, Università di Trento e la Sezione Italia della IEEE sui temi cruciali per lo sviluppo territoriale che si svolgerà a Trento.
24 Novembre 2014
Martina Cardellini
Alcuni mesi fa la città di Trento è stata selezionata dal IEEE per trasformarsi in un laboratorio internazionale di smartness urbana. Il capoluogo trentino, insieme alla città messicana di Guadalajara e a quella cinese di Wuxi, parteciperà al progetto che punta a renderla un riferimento a livello globale per soluzioni intelligenti a servizio della Smart City. Il percorso è già iniziato e nei giorni 10 e 11 dicembre la città ospiterà un workshop tecnico-scientifico co-organizzato dal Comune, Trento RISE, Università di Trento e la Sezione Italia della IEEE sui temi cruciali per lo sviluppo territoriale che si svolgerà a Trento.
Un cammino lungo più di una decade
Già nel 2000 il capoluogo trentino aveva intrapreso un percorso di pianificazione strategica. È stata una scelta precoce, soprattutto se messa a confronto con i tempi di tante altre città italiane. Una decisione della città per ripensare se stessa e ridefinire in pochi anni l’assetto di una nuova razionalità pianificatoria. Un percorso lungo e impegnativo che si è man mano allargato e ha portato la città a raggiungere alcuni importanti riconoscimenti. Nel 2013 ha raggiunto il primo posto di ICity Rate, la ricerca annuale sviluppata da Forum PA che stila una classifica delle intelligenze urbane del Paese. Ma il cammino che punta a rendere la città un esempio di smartness urbana è tuttora in evoluzione. E, sebbene siano trascorsi quasi quindici anni, la città di Trento sembra non aver perso l’entusiasmo iniziale: l’impegno in direzione di un contesto urbano migliore continua con costanza. Nell’immagine che segue, una rapida panoramica di quanto è stato fatto sfruttando i finanziamenti comunitari e non solo.
Una città, una visione
Non è affatto scontanto che una città abbia una chiara visione di sé, di come si immagina e come desidererebbe evolvere nel breve, medio e lungo termine. Trento fa eccezione, ed è quanto emerge sin da subito parlando con Michelangelo Marchesi, Assessore all’Ambiente del Comune di Trento. Dopotutto è proprio questa consapevolezza che le sta permettendo di evolvere in continuità tra passato e futuro. “Come basi per la vision abbiamo cercato di partire dalla pianificazione che già esiste, recuperando all’interno del piano regolatore, del piano sociale, del piano della mobilità, gli elementi centrali e coerenti con una evoluzione smart della città”. Al centro della visione tre grandi obiettivi: la sostenibilità (ambientale ma anche sociale, tiene a sottolineare Marchesi), l’ambizione a trasformarsi in “fabbrica immateriale” e la sfida di sviluppare e promuovere “ciò che già è”, attualizzando le vocazioni storiche e tipiche del territorio.
Una “fabbrica immateriale”
Ma cosa s’intende precisamente con l’espressione “fabbrica immateriale”? L’immagine, creata da Enzo Rullani, è stata ripresa dalla città di Trento in quanto, racconta Marchesi, “negli ultimi decenni alcune forti realtà produttive, come Whirlpool, hanno smobilitato per concentrare la produzione altrove. Noi oggi dobbiamo cercare di puntare sulla valorizzazione di quelli che sono gli effetti di un’importante presenza di Università, Istituti e Centri di Ricerca, che ha portato ad avere tantissimi ricercatori in città, anche da altre regioni d’Italia e dall’Estero. La città è andata affermandosi gradualmente negli anni come luogo d’eccellenza per la formazione, la ricerca e l’innovazione”. Un incubatore di idee, progetti, soluzioni, tecnologie, e anche startup: un distretto della conoscenza, per l’appunto. “La fabbrica immateriale la intendiamo in questi termini: dove non ci sono prodotti concreti nel senso di tangibili, ma ci sono opportunità che permettono di intervenire su vari aspetti di quella che è la vita del territorio sia migliorandola, quando ci sono le attività di carattere produttivo più classico, sia introducendo una serie di innovazioni tecnologiche che possono rivelarsi opportunità di reddito per chi le interpreta e occasioni di crescita per la qualità di vita dei cittadini”.
E anche un laboratorio di smartness urbana
Lo scorso agosto la città di Trento è stata selezionata dall’Institute of Electrical and Electronic Engineers nell’ambito di IEEE Smart Cities Initiative: un’iniziativa globale sulle smart cities con l’obiettivo di creare una banca dati delle eccellenze tecnologiche e un portale web per la collaborazione di tutte le parti interessate allo sviluppo del concetto di città intelligente. Esser stata selezionata nel progetto rappresenta “una grandissima opportunità, ma anche una sfida impegnativa”, spiega Marchesi. Oggi Trento è “all’attenzione del mondo” e per questo motivo dovrà impegnarsi per non sciupare l’opportunità di diventare un punto di riferimento e modello di sviluppo per altri contesti urbani che intendano sviluppare il paradigma della città smart mettendo al centro del processo la qualità della vita, attraverso l’impegno attivo e consapevole dei cittadini.
L’Assessore Marchesi, elencando i prossimi impegni che la città dovrà assumere per trasformarsi in un laboratorio internazionale della Smart City, aggiunge che “l’obiettivo di una amministrazione è guardare alle esigenze di tutti i cittadini, però sempre con un occhio di riguardo per quelli che si trovano nelle condizioni di far maggior fatica, per le fasce cosidette deboli. Perché sono quelle meno tutelate, e hanno minori strumenti per auto-tutelarsi”. A Trento l’intelligenza urbana si sposa indissolubilmente con l’inclusività e la coesione sociale: “la città smart non è la città in cui ci sono le supertecnologie a servizio di chi se le può permettere o soltanto di chi produce, ma una città che utilizza le tecnologie per ridurre i divari del tessuto sociale cittadino”. Ad oggi la città è già a lavoro e l’amministrazione incomincia a intervenire con quelle che l’assessore definisce “soluzioni del futuro”, perché per superare il passato c’è bisogno di soluzioni nuove.