URBACT? Si può fare! Cinque cose che abbiamo imparato in giro per l’Italia

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Fino al 17 aprile è aperto il bando per la creazione di Action Planning Network all’interno del principale programma europeo sullo sviluppo urbano sostenibile. Ecco i temi che maggiormente interessano le nostre città e i temuti “colli di bottiglia” che ne frenano la partecipazione

13 Marzo 2019

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Simone d'Antonio

Area Studi e Ricerche ANCI

Photo by Chrissa Giannakoudi on Unsplash - https://unsplash.com/photos/C9nyzOQ3zIY

Nella quasi ventennale storia di URBACT raramente era stata assegnata tanta attenzione al coinvolgimento di città che non hanno mai partecipato al principale programma europeo sullo sviluppo urbano sostenibile come avvenuto nelle ultime settimane, con la presentazione del nuovo bando per la creazione di Action Planning Network. Il bando, aperto fino al 17 aprile, finanzia la creazione di reti fra città europee che hanno una sfida in comune e intendono affrontarla a partire da un confronto di modelli e strategie adottate nel resto d’Europa, abbinandola ad un’azione di coinvolgimento di attori locali e cittadini attivi: una palestra di partecipazione civica che diventa essa stessa elemento qualificante della governance urbana e dell’immagine internazionale della città, oltre che terreno di sperimentazione di pratiche estendibili al resto dell’azione amministrativa.

Sono oltre cinquecento i rappresentanti di piccoli, medi e grandi centri incrociati nel giro d’Italia di presentazione del bando che come National URBACT Point abbiamo svolto nelle ultime settimane, vedendo come tappe Roma, Firenze, Torino, Trento e Napoli.

Mentre il focus iniziale era puntato sulle regioni dove negli ultimi anni c’è stata una minore presenza di città coinvolte nel programma, sono emerse nel corso delle settimane tante richieste di informazioni anche da provincie e regioni che negli ultimi anni hanno visto una presenza più forte nelle reti URBACT: un segnale importante che testimonia l’effetto-moltiplicatore giocato da metodologie e progetti che negli anni sono stati capaci di mostrare nella pratica un volto diverso dell’Europa, fatto non di procedure e cavilli ma di azioni e percorsi concreti.

Quello che abbiamo ribattezzato “URBACT in tour” non ha rappresentato un’occasione soltanto per presentare al meglio i vari aspetti del bando e le esperienze delle città italiane coinvolte nelle call precedenti, ma anche per conoscere i temi che maggiormente interessano a sindaci e funzionari delle nostre città e i temuti “colli di bottiglia” che spesso frenano la partecipazione a progetti e iniziative europee ma che grazie al confronto con la comunità di practitioner coinvolti nelle reti del programma è possibile superare efficacemente.

Qui di seguito cinque cose che abbiamo imparato nel corso degli Infoday organizzati sui territori.

1) Non solo sviluppo urbano ma una pluralità di temi interessanti

Nonostante il programma sia tradizionalmente associato (almeno in Italia) ai temi della rigenerazione urbana, i comuni hanno manifestato interesse per una serie quanto mai ampia di tematiche che rappresentano la diversità degli scenari urbani italiani e la volontà di avvicinarsi a un’Europa delle soluzioni urbane, testimoniate dai network approvati in passato e dalle tante idee sui nuovi network presentate sul Partner Search Tool del sito di URBACT. Scorrendo fra i temi su cui i comuni hanno segnalato maggiore volontà di collaborare con altre realtà europee troviamo la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, l’impatto dei cambiamenti climatici sui piccoli e medi centri, la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, il contrasto allo spopolamento dei centri storici e la promozione di nuove attività imprenditoriali: un ritratto dell’urbanità contemporanea nel nostro paese, alla ricerca di soluzioni condivise attraverso lo scambio con altre città europee e gli attori del territorio.

2) Cercasi strumenti per migliorare la governance urbana nel suo complesso

Tra gli elementi che hanno stimolato maggiore curiosità tra i partecipanti agli appuntamenti di presentazione del nuovo bando, senza dubbio gli strumenti che favoriscono un’attivazione organizzata e guidata degli attori locali con la formula dell’URBACT Local Group risultano essere quelli forse più lontani dalla pratica amministrativa quotidiana dei comuni, ma forse anche per questo più sfidanti per sindaci e funzionari locali.

Presentato come elemento necessario e obbligatorio richiesto dal programma, lo strumento dei gruppi d’azione locale è stato spesso citato come punto di partenza per la definizione di proposte e idee progettuali che tengono conto della vivacità del territorio e rafforzano l’idea dei comuni come piattaforme abilitanti di energie, visioni e progetti già condotti a livello locale da una pluralità di attori che spesso diventa parte attiva nella fase sia di proposta che di implementazione degli interventi.

3) Occasioni concrete per rendere l’amministrazione più efficace

Il dialogo tra diversi dipartimenti e uffici è un elemento indispensabile per realizzare a livello locale quello sviluppo urbano integrato che il programma URBACT intende trasformare in realtà di fatto, al di là delle formule e delle espressioni gergali spesso in uso nella definizione di politiche e interventi urbani. Configurare l’azione dei comuni nelle reti URBACT come modalità concrete di interazione fra pezzi diversi dell’amministrazione locale contribuisce a trasformare un tradizionale elemento di criticità in punto di forza e sfida per tutte le parti coinvolte.

Amministratori locali e dirigenti che intendono affrontare questa sfida senza restare sulla difensiva, ma approfittando dell’azione di rete e confronto promossa dal programma per coinvolgere l’intera amministrazione su tali approcci. Questo testimonia in maniera chiara la volontà di rischiare puntando sulle persone e sulla voglia di innovare, volontà che attraverso i progetti URBACT è possibile risvegliare: è questa la scommessa più coinvolgente e appassionante che è possibile vincere se si fa squadra.

4) Oltre l’Europa-bancomat: una palestra per sperimentare, in vista della nuova politica di coesione

L’interesse sempre più forte verso il programma URBACT, nonostante sia chiaro a tutti da tempo che le risorse offerte sono decisamente più limitate rispetto ad altri programmi europei, mostra quanto aspetti come il metodo e la capacità di sperimentazione riescano a risultare forse persino più attrattivi rispetto all’elemento economico. La necessità sempre più condivisa dalle amministrazioni locali di saper fare buona progettazione, con l’obiettivo di attingere in maniera migliore alle opportunità offerte a livello europeo, nazionale e regionale nella prossima programmazione 2021-2027, vede in URBACT un complemento utile dell’azione degli uffici che si occupano di diversi aspetti legati alle traiettorie future di sviluppo delle città.

La capacità di molti comuni partecipanti alle edizioni precedenti del programma di sviluppare piani d’azione e interventi resi poi finanziabili, grazie alla collaborazione con regioni, province e città metropolitane e alla formazione continua svolta dal Segretariato e dal Punto nazionale  del programma, offre una serie di precedenti importanti che mostrano chiaramente l’impatto sul medio e lungo periodo delle progettazioni integrate svolte nell’ambito delle reti URBACT.

5) L’unione fa la forza: diventare parte di una comunità per affrontare sfide comuni

In URBACT non c’è nessun problema che non sia stato già affrontato e risolto da altre città. Questo non è solo un mantra che rassicura chi si avvicina per la prima volta al programma o chi sta avviando le attività di un nuovo progetto, ma una realtà di fatto, che si basa sull’azione quotidiana di migliaia di amministratori e funzionari in tutta Italia e in Europa.
Il mutuo supporto che le città si offrono l’un l’altra su procedure burocratiche e amministrative testimonia quanto il programma URBACT sia stato capace di declinare negli ultimi anni in pratica l’idea di un’amministrazione davvero collaborativa, capace di favorire il raccordo tra persone e amministrazioni, spesso anche di colore politico diverso, ma accomunate dalla voglia di produrre risultati tangibili per i propri cittadini.

Gli Infoday hanno spesso rappresentato un momento di confronto su possibili soluzioni ai nodi amministrativi che spesso bloccano sulla nascita l’emergere di nuove progettualità: senza dimenticare i problemi che caratterizzano la vita quotidiana di ogni amministrazione, URBACT può costituire una boccata di aria nuova, un modo per proiettarsi su un’Europa dove non ci sono primi della classe ma dove si riesce a fare sistema per rendere le nostre città luoghi migliori in cui vivere, innovare, includere e fare comunità.

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