Wladyslaw Pilskorz: per un’Agenda Urbana Europea
L’Agenda urbana, assieme all’Agenda digitale, è parte integrante della strategia Europa 2020, con un ruolo determinante attribuito alle città. L’Unione Europea ha invitato tutti gli Stati membri a dotarsi di un’Agenda Urbana nazionale e si prevede che, all’interno del Fondo europeo dello sviluppo regionale (FESR) almeno il 5 per cento delle risorse assegnate a livello nazionale debba essere destinato ad Azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano Sostenibile delegate alle città. Un tema centrale, quindi, per lo sviluppo regionale nei prossimi anni: a Smart City Exhibition Wladyslaw Piskorz, Capo Unità per le “Innovative Actions” e per lo Sviluppo Urbano e la Coesione Territoriale della Direzione Generale Europea per le Politiche Regionali, ci racconterà le priorità dell’Agenda Urbana Europea e analizzerà le fasi di sviluppo delle Agende Urbane nazionali. L’appuntamento è il 16 ottobre nel convegno “Smart City e Agenda urbana”, dovePiskorz interverrà insieme a Alessandro Balducci, Prorettore del Politecnico di Milano e Giovanni Vetritto, Comitato interministeriale per le politiche urbane.
17 Settembre 2013
Francesca Battistoni
L’Agenda urbana, assieme all’Agenda digitale, è parte integrante della strategia Europa 2020, con un ruolo determinante attribuito alle città. L’Unione Europea ha invitato tutti gli Stati membri a dotarsi di un’Agenda Urbana nazionale e si prevede che, all’interno del Fondo europeo dello sviluppo regionale (FESR) almeno il 5 per cento delle risorse assegnate a livello nazionale debba essere destinato ad Azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano Sostenibile delegate alle città. Un tema centrale, quindi, per lo sviluppo regionale nei prossimi anni: a Smart City Exhibition Wladyslaw Piskorz, Capo Unità per le “Innovative Actions” e per lo Sviluppo Urbano e la Coesione Territoriale della Direzione Generale Europea per le Politiche Regionali, ci racconterà le priorità dell’Agenda Urbana Europea e analizzerà le fasi di sviluppo delle Agende Urbane nazionali. L’appuntamento è il 16 ottobre nel convegno “Smart City e Agenda urbana”, dovePiskorz interverrà insieme a Alessandro Balducci, Prorettore del Politecnico di Milano e Giovanni Vetritto, Comitato interministeriale per le politiche urbane.
A partire dall’ Agenda urbana, qual è la visione della città europea di domani?
In termini di finalità, obiettivi e valori, la città europea di domani è:
- un luogo con un avanzato progresso sociale, con un elevato grado di coesione sociale, abitazioni confortevoli per tutti e istruzione e accesso alla sanità per tutti ;
- una piattaforma per la democrazia , il dialogo e la diversità culturale;
- un luogo verde , rigenerato in maniera sostenibile;
- un luogo di attrazione e un motore di crescita economica.
Le città svolgono un ruolo chiave per lo sviluppo territoriale dell’Europa .
Il futuro sviluppo urbano e territoriale europeo dovrebbe:
- essere basato su una crescita economica equilibrata e un organizzazione territoriale delle attività , con una struttura urbana policentrica;
- costruirsi su forti regioni metropolitane e altre aree urbane che possono fornire una buona accessibilità ai servizi di interesse economico generale;
- essere caratterizzato da una struttura compatta degli insediamenti con limitata espansione urbana;
- godere di un elevato livello di protezione dell’ambiente e di qualità della vita.
In termini più pratici la città di domani è una città accessibile a tutti, in cui gli spazi pubblici sono più centrati sulle persone che sulle automobili, i livelli di inquinamento sono bassi o vicini allo zero, le risorse vengono utilizzate in modo più efficiente con quasi zero rifiuti, le infrastrutture verdi svolgono un ruolo importante, la mobilità è dolce e il trasporto pubblico efficiente. Per questo motivo abbiamo bisogno di allineare le possibilità tecnologiche e di innovazione con una migliore e più inclusiva governance. Per esempio, l’innovazione nel settore delle ICT aiuta ad avere servizi pubblici più efficienti, inclusivi e sviluppati in collaborazione con gli utenti . La sfida consiste nell’allargare il concetto di città intelligenti per includere gli aspetti sociali e ambientali.
Secondo lei, quali sono gli asset chiave per un’Agenda urbana europea?
Credo che oggi abbiamo bisogno di dare il giusto riconoscimento alle aree urbane come luoghi e agenti di cambiamento, e abbiamo bisogno di riformulare i nostri obiettivi e politiche in una prospettiva di sviluppo urbano.
Un’agenda esplicita su questi temi contribuirebbe a consolidare la dimensione urbana delle politiche europee, in particolare in relazione alla strategia Europa 2020, e potrebbe aiutarci a sfruttare meglio il potenziale ruolo positivo delle città per lo sviluppo europeo. Il tema dello sviluppo urbano non è di per sé una competenza europea, quindi dobbiamo mobilitare gli Stati membri e lavorare congiuntamente con tutte le regioni e città per andare avanti. Per questo l’agenda urbana è essenziale come elemento federativo. Infine, un ordine del giorno aiuterebbe tutti gli attori a concentrarsi su obiettivi a lungo termine, il che è particolarmente rilevante per i cicli di vita degli investimenti in infrastrutture urbane.
Qual è la relazione tra l’Agenda urbana europea e quella italiana?
Allo stato dell’arte, la riflessione sulle questioni urbane ci dice che l’Italia guarda nella stessa direzione dell’Europa e che le città italiane saranno protagoniste dell’Agenda urbana europea. Il futuro dello sviluppo urbano in Italia è guidato dagli stessi principi che assegnano alle città un ruolo di primo piano nella progettazione e attuazione della futura politica di coesione. Un chiaro esempio della stretta relazione tra l’agenda urbana europea e quella italiana è il riconoscimento dell’importanza della città con la creazione di città metropolitane in Italia.
Per il nuovo periodo di programmazione, infatti, la regolamentazione europea aumenta la responsabilità dei governi municipali nella progettazione e nell’attuazione della politica di coesione e questo rafforza proprio il ruolo delle città metropolitane come protagoniste delle politiche. Il potenziale di innovazione sociale ed economica e di sperimentazione presente nelle città metropolitane è stato ampiamente sottoutilizzato nel passato periodo di programmazione. L’importanza strategica nazionale delle aree metropolitane, le funzioni che svolgono e l’importanza fondamentale delle loro dinamiche sociali ed economiche nel contesto nazionale ed europeo, impongono un cambio di passo per il prossimo periodo di programmazione. In particolare, stiamo seguendo con interesse il dibattito interno italiano sulla possibilità di avere un programma nazionale per le città metropolitane per il periodo 2014-2020, costruito lungo gli stessi obiettivi dei programmi regionali.
Di cosa c’è bisogno secondo lei per raggiungere gli obiettivi delle agende urbane nazionali?
In sostanza abbiamo bisogno di allontanarci dalla politica settoriale facendo leva sulla politica multi – livello, multi – attore , e sulla gestione partecipativa con un forte coinvolgimento dei cittadini. Abbiamo bisogno poi di un governo fortemente territorializzato. Questo non significa che servono nuove strutture di governo, ma piuttosto che è necessario individuare una modalità attraverso cui i diversi livelli di governo possano cooperare. L’Europa ha un ruolo cruciale come facilitatore per tali processi e ispiratore di metodi di lavoro innovativi.