Assinform: Information Technology, la ripresa si allontana

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Se nel primo trimestre del 2010 erano arrivati segnali incoraggianti dal settore dell’Information Technology, il Rapporto Assinform relativo ai primi tre mesi del 2011 torna, invece, a disegnare uno scenario poco confortante. Con un tasso di crescita di -1,3%, infatti, la dinamica dell’It rimane negativa contraddicendo, per ora, le previsioni di una possibile ripresa nell’anno in corso.

23 Giugno 2011

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Michela Stentella

Articolo FPA

Se nel primo trimestre del 2010 erano arrivati segnali incoraggianti dal settore dell’Information Technology, il Rapporto Assinform relativo ai primi tre mesi del 2011 torna, invece, a disegnare uno scenario poco confortante. Con un tasso di crescita di -1,3%, infatti, la dinamica dell’It rimane negativa contraddicendo, per ora, le previsioni di una possibile ripresa nell’anno in corso.

Secondo gli ultimi rapporti Assinform, nel 2009 la domanda IT nel nostro Paese aveva subito un pesante calo di -8,1%, mentre nel primo trimestre dello scorso anno si erano registrati segnali di ripresa. I dati, infatti, parlavano di un -2,9% a fine marzo, ovvero un recupero di quattro punti percentuali rispetto al -6,8% registrato nello stesso periodo del 2009. Segnali che avevano fatto ben sperare, ma che ora sono stati contraddetti dall’ultima indagine congiunturale elaborata in collaborazione con NetConsulting e presentata il 20 giugno a Milano.

“Per l’Information Technology italiana i primi tre mesi del 2011 hanno significato una battuta d’arresto rispetto al trend in recupero che il settore aveva fatto registrare nel 2010 – ha sottolineato il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, nel presentare i risultati del Rapporto Assinform 2011 – i nostri dati confermano il perdurare di un quadro di grande incertezza per il settore It, che ancora non trova, nel contesto economico nazionale, le spinte necessarie per uscire dallo stato di sofferenza, in cui è entrato a seguito della crisi globale. L’indagine congiunturale Assinform di fine aprile ha, infatti, evidenziato, rispetto a quanto rilevato a febbraio, un peggioramento degli ordinativi delle aziende informatiche, confermato da una netta riduzione della propensione agli investimenti in nuovi progetti It da parte delle imprese-clienti. È questa una testimonianza preoccupante delle difficoltà a intraprendere la via dell’innovazione e della crescita di competitività, che ancora persistono nel sistema produttivo italiano, in particolare da parte delle Pmi”.

Ma lo scenario non è completamente negativo. Come ha sottolineato lo stesso Angelucci, ci sono alcuni segnali che sembrano anticipare la crescita di domanda innovativa: la tenuta del comparto software che, con una crescita di +0,4% registrata a fine marzo di quest’anno, è l’unico a essere tornato positivo (al contrario di hardware -2,1% e Servizi It -1,5%); l’aumento della componente innovativa dei servizi di telecomunicazioni, giunta a coprire ormai il 30% del totale, che alimenta la domanda di nuove tecnologie informatiche; infine, il mercato del cloud computing che oggi vale 130 milioni di euro e nei prossimi due anni si stima dovrebbe triplicare (previsione di 410 milioni di euro nel 2013).

Un problema che appare ancora irrisolto nel nostro Paese è la disparità territoriale, con un processo di digitalizzazione a macchia di leopardo. Se, infatti, tutta l’Italia nel suo complesso sconta un ritardo rispetto alle medie dell’Ue27, ci sono poi forti differenze tra le Regioni. Per quanto riguarda le imprese che utilizzano la banda larga, ad esempio, la media italiana è dell’83%, collocando il paese a metà classifica europea. Ma al suo interno si rileva che Calabria, Sardegna, Basilicata, Puglia, Molise e Trentino, con 77% si trovano nella parte bassa della classifica confrontandosi con Repubblica Ceca, Irlanda, Ungheria, mentre Piemonte, Liguria e Val d’Aosta con oltre 86% sono nella parte alta, allineandosi a paesi come Germania, Regno Unito e Svezia.

Come rilanciare quindi la domanda IT in Italia e superare il digital divide?
“La declinazione dell’Agenda digitale europea in chiave nazionale è una strada che non può essere più elusa o rimandata – risponde Angelucci – In Italia abbiamo già casi di agende regionali che iniziano a essere implementate accanto alla totale o scarsa assenza di iniziativa in altre regioni. È fondamentale valorizzare il ruolo delle Regioni nella digitalizzazione dei territori attraverso un’Agenda nazionale capace di rendere coerenti e omogenee le strategie regionali, su tre temi cruciali per il Paese: lo sviluppo e l’efficienza dei servizi pubblici, l’innovazione delle Pmi, lo sviluppo dell’infrastrutturazione a banda larga”.

Previsioni Assinform per il 2011. Allo stato attuale oscillano fra una stima pessimista che assegna al settore It un trend di crescita attestato a -0,8% e una ottimistica che individua una crescita di +1,3%. “La prima – conclude Angelucci – presuppone nessuna modifica di contesto, la seconda che le condizioni di contesto inizino a cambiare, con l’introduzione di un quadro normativo certo e incentivante l’innovazione, che preveda poche azioni prioritarie, ma capaci di imprimere un’evoluzione accelerata e positiva per tutto il Paese”.

I dati dettagliati sul sito di Assinform

 

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