La Commissione europea mettendo l’Agenda 2030 al centro di tutte le sue politiche ha fatto una scelta storica, che peserà molto sulle politiche nazionali. Un indirizzo che però deve essere concretizzato. Saremo in grado di raccogliere questa sfida? Ne abbiamo parlato con Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), in questa intervista a cura di Gianni Dominici, Direttore generale di FPA
5 Marzo 2020
Il Green New Deal è una grande occasione e la Commissione europea mettendo l’Agenda 2030 al centro di tutte le sue politiche ha fatto una scelta storica, che peserà molto sulle politiche nazionali, soprattutto nell’ottica dei finanziamenti europei. Un indirizzo che però deve essere concretizzato: si tratta di una vera e propria trasformazione dei processi produttivi e sociali e la Pubblica amministrazione è al centro di questa trasformazione, perché può essere motore di cambiamento ma soprattutto attore fondamentale per minimizzare i costi e massimizzare i vantaggi. Saremo in grado di raccogliere questa sfida?
Ne abbiamo parlato con Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), in un’intervista in cui vengono toccati tanti aspetti cruciali di questo momento di trasformazione. Una trasformazione complessa, che richiede prima di tutto “coerenza delle politiche”, perché sottolinea Giovannini: “non si tratta solo di fare politiche energetiche o politiche di innovazione, ma di mettere insieme tutte le politiche in un quadro organico. È questa la sfida del semestre europeo, che si giocherà anche a livello nazionale, perché i Documenti di economia e finanza e i Piani nazionali di riforma dovranno essere ridisegnati alla luce degli SDGs (i Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030)”.
In Italia al momento siamo in ritardo, anche se ci sono molte buone pratiche. L’ASviS il 27 febbraio scorso, presentando il suo Rapporto “La Legge di Bilancio 2020 e lo sviluppo sostenibile. Esame dei provvedimenti e situazione dell’Italia rispetto ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030”, ha rinnovato ad esempio la sua richiesta di inserimento in Costituzione del principio di sviluppo sostenibile, di un atto di indirizzo da parte del Presidente del Consiglio ai ministri che citi la loro responsabilità per il conseguimento degli SDGs e dei relativi Target, l’inserimento nella Relazione illustrativa delle proposte di legge di una valutazione ex-ante dell’impatto atteso sui 17 Obiettivi e sui singoli Target e una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, destinata a introdurre modifiche di carattere ordinamentale con un’ottica sistemica, da approvare entro giugno.
La Legge di Bilancio 2020, secondo ASviS, mostra un evidente cambio di impostazione a favore dello sviluppo sostenibile, coerentemente con l’Agenda 2030 e le politiche europee, ma siamo ancora lontani dai Target, anche quelli in scadenza quest’anno. In particolare, si recepiscono alcune proposte dell’ASviS: dal legame tra incentivi per “Industria 4.0” ed economia circolare al varo di un Green New Deal italiano, dall’impegno per la mobilità sostenibile a quello per l’innovazione, dalla lotta alle disuguaglianze di genere all’attenzione ai problemi abitativi e delle periferie. Tuttavia, si evidenziano insufficienze significative, come per la tutela della biodiversità e nell’assegnazione di risorse adeguate a istruzione, cooperazione allo sviluppo e occupazione giovanile, soprattutto tenuto conto dei 21 Target che sono “in scadenza” nel 2021.
Ma cosa serve per portare il mondo su un sentiero di sviluppo sostenibile? Sono tre i fattori essenziali secondo Giovannini: l’innovazione (tecnologica e sociale), il cambiamento di mentalità e la governance.
Questi temi saranno al centro di due Scenari a FORUM PA 2020: Verso un Green New Deal (10 Giugno, ore 15-18) e La politica industriale come leva di crescita sostenibile (10 Giugno, ore 10-13).