Misurare l’energia innovativa
Chi innova in Europa? Quali Paesi sono riusciti ad impostare politiche e strumenti di governo maggiormente adatti a supportare gli obiettivi dettati dall’Agenda di Lisbona sulla Società dell’Informazione? A dirlo è ogni anno lo European Innovation Scoreboard che l’Unione Europea redige proprio sotto l’impulso delle decisioni prese dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000.
10 Marzo 2008
Tommaso Del Lungo
Chi innova in Europa? Quali Paesi sono riusciti ad impostare politiche e strumenti di governo maggiormente adatti a supportare gli obiettivi dettati dall’Agenda di Lisbona sulla Società dell’Informazione? A dirlo è ogni anno lo European Innovation Scoreboard che l’Unione Europea redige proprio sotto l’impulso delle decisioni prese dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000.
Lo European Innovation Scoreboard è monitoraggio condotto su 25 parametri di innovazione di ciascuno Stato membro e di una serie di paesi di riferimento quali: Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Israele Giappone, Norvegia e Turchia.
In base all’analisi di questi parametri, che riguardano la presenza di agenti innovatori, il livello di creazione di conoscenza, il rapporto innovazione/impresa e le applicazioni sul campo e della proprietà intellettuale, ogni paese riceve un indice complessivo di innovazione: il Summary Innovation Index (SII).
Per l’anno 2007 poche sono state le novità rispetto agli anni passati. Nel rapporto i Paesi sono stati suddivisi in quattro gruppi omogenei:
Innovation leader – Paesi che hanno registrato il valore del SII più elevato: Svezia, Finlandia, Israele, Danimarca, Giappone, Germania, Inghilterra e Stati Uniti;
Innovation followers (gli inseguitori) – Paesi con valori del SII superiori ma prossimi a quello medio europeo: Lussemburgo, Islanda, Irlanda, Austria, Olanda, Francia, Belgio e Canada;
Moderate innovators – Paesi con valori del SII più bassi ma prossimi a quello medio europeo: Estonia, Australia, Norvegia, Repubblica Ceca, Slovenia, Italia, Cipro e Spagna;
Catching-up countries – Paesi che hanno registrato i valori più bassi nella classifica: Malta, Lituania, Ungheria, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Polonia, Croazia, Bulgaria, Latvia e Romania.
Italia relegata, quindi, tra gli innovatori moderati, al 23° posto, con una SII di 0.33 (contro la media europea di 0.45).
Costantemente agli ultimi posti per la maggior parte dei parametri, l’Italia riesce timidamente a guadagnare il centro classifica grazie alla propria capacità di trasformare input innovativi in proprietà industriali. Insomma al contrario di quanto si pensa comunemente anche il tradizionale genio italico, la famosa creatività che tanto ci contraddistingue, comincia a perdere colpi: mancano input, mancano le idee, o per lo meno manca un modello in grado di alimentare e supportare la generazione di input innovativi, in modo da renderla sistemica. Inoltre, come diciamo da un po’, il nostro paese pecca di scarsa efficienza nel trasformare gli stimoli innovativi (le idee) in applicazioni produttive concrete. Come si legge nel rapporto: "This result suggests that it may be difficult for Italy to improve its innovation performance without increasing innovation inputs".
Secondo elemento interessante della ricerca è la constatazione che negli ultimi anni, dal 2004 al 2007, il SII dell’Italia sia rimasto il medesimo (era 0,32 nel 2003).
Europe innovation scoreboard dl 2007
Europe innovation scoreboard dl 2006