Porti italiani leader in Europa per traffico merci, ma logistica non integrata. Liguori (Mit): “Con il digitale saremo più competitivi”
I porti, nel sistema logistico del Paese, svolgono un ruolo strategico per la competitività e per lo sviluppo sostenibile. Nonostante la numerosità degli scali portuali e la fortunata collocazione geografica al centro del Mediterraneo, l’Italia deve superare numerose criticità per far fronte alla crescente competizione a livello europeo. Una irripetibile opportunità di rinnovamento del sistema logistico portuale viene dal PNRR che, con l’investimento “Digitalizzazione della catena logistica”, ha l’obiettivo di rendere almeno il 70% dei Sistemi di Comunità Portuale interoperabile, compatibili tra loro e con la piattaforma logistica nazionale, il cui sviluppo è affidato a DXC Technology Italia
12 Luglio 2024
Elisabetta Bevilacqua
Giornalista
L’evoluzione della logistica portuale dell’Italia va collocata all’interno di uno scenario globale che ha visto, a partire dal 1990 (tranne una piccola flessione nel 2020), il volume di trasporto del commercio marittimo in costante crescita fino a raggiungere, nel 2021, 11 miliardi di tonnellate caricate (fonte Statista). I flussi di merci containerizzate si sono concentrati nel 2022 sulla rotta commerciale del Pacifico (28,2 TEU), seguita dalla rotta Asia-Europa-Asia (24,2 TEU) e da quella transatlantica (8,5 TEU).
L’Italia, con 8mila km di coste, 58 porti e 24 interporti, ha grandi potenzialità come punto centrale delle reti marittime trans-mediterranee. È fra i Paesi leader in termini di scali portuali, in quarta posizione dopo Norvegia, Giappone e USA, in quinta posizione, in termini di container caricati e scaricati a livello europeo, dopo Spagna, Germania, Olanda e Belgio (dati 2021). Nella classifica dei principali porti cargo in Europa nel 2021, per peso lordo delle merci movimentate, Trieste compare in ottava posizione seguita da Genova in dodicesima, ma entrambi con volumi di quasi un decimo del primo porto (Rotterdam). Gioa Tauro è in nona posizione, seguita da Genova in dodicesima, fra i maggiori porti per container nell’Unione Europea nel 2022, in base al volume di traffico.
Tuttavia, sono molte le sfide a cui far fronte, in una fase di forte turbolenza che vede la forte competizione internazionale nel Mediterraneo e nel Nord Europa e nuove rotte intercontinentali che escludono il Mediterraneo. Vanno in particolare risolti i problemi di interconnessione, migliorando una capacità intermodale ancora ridotta sia nelle aree portuali sia negli interporti, superando le inefficienze negli scali portuali e le carenze nelle loro dotazioni infrastrutturali, la frammentazione del ciclo logistico rispetto ai sistemi maggiormente integrati di altri paesi
Digitalizzazione del sistema della logistica portuale
Una grande opportunità di ammodernamento proviene dai finanziamenti messi a disposizione dal PNRR per migliorare l’accessibilità dei porti, realizzare l’elettrificazione delle banchine, fornire energia pulita e navi green.
La Missione n. 3, “Infrastrutture per la Mobilità sostenibile”, con risorse, rimodulate a dicembre 2023 a seguito della revisione del PNRR, conta su circa 23,8 miliardi di euro. L’obiettivo è completare entro il 2026 un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile, in linea con il Green Deal europeo, con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
Il programma di digitalizzazione della catena logistica (Missione 3 – componente 2 del PNRR) prevede un finanziamento di 250 milioni di euro, per interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica. “Questi fondi potrebbero fare da volano per 500-600 milioni di euro” come dichiara a FPA Donato Liguori della Direzione generale per i porti, la logistica e l’intermodalità del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. L’obiettivo è rendere compatibili e interoperabili almeno il 70% dei Sistemi di Comunità Portuale (SCP), tra loro e con la piattaforma logistica nazionale (PLN). Quest’ultima rappresenta il repository cardine del sistema di trasporto e logistica digitale e prevede l’emissione dei requisiti funzionali di interoperabilità con gli attori nazionali mirati che gestiscono i nodi coinvolti nella catena logistica. Previsti anche la creazione di un sistema di cybersecurity e il centro di de-materializzazione dei documenti.
Il focus principale del progetto di digitalizzazione è l’interoperabilità necessaria a colmare un gap all’interno delle varie autorità portuali e interportuali che negli anni hanno sviluppato sistemi indipendenti, spesso incomunicabili.
“Abbiamo tutti sperimentato che i processi tecnologici hanno un avvio tra grandi difficoltà, con risultati quasi impercettibili e poi arriva una crescita travolgente. Credo che questo progetto avrà una evoluzione similare: la strada ora intrapresa è quella corretta ed una volta raggiunti gli obiettivi di base saremo quasi sorpresi dalle potenzialità del sistema che è stato realizzato” commenta Donato Liguori, dirigente del MIT.
Fare rete fra gli attori del sistema
“Il sistema funziona se ognuna delle sue componenti è attiva e connessa con le altre”, sostiene Liguori. “Dopo questa prima fase di “riconnessione” sarà possibile guardare al sistema, nel suo complesso, e dare un senso concreto alla visione di un paese come piattaforma logistica europea protesa nel mediterraneo”, prosegue. Al tempo stesso la collaborazione fra attori pubblici e privati è indispensabile per favorire la digitalizzazione dei porti. “È necessario che la PA e le Autorità di Sistema Portuale si dotino di personale idoneo a progettare e gestire tali processi e che funga da interfaccia (e da stimolo) con gli operatori privati”, suggerisce ancora Liguori che sul tema è intervenuto a maggio nel Talk, organizzato da FPA in collaborazione con DXC Technology Italia nell’ambito di FORUM PA 2024.
In questo contesto DXC Technology Italia porta il suo contributo, attraverso la società Enterprise Service Italia, del RTI a cui è affidato lo sviluppo della Piattaforma Logistica Nazionale attraverso l’accordo quadro Consip denominato SAC2. Il suo ruolo è essenziale per garantire una transizione fluida verso un ecosistema logistico portuale sempre più intelligente e connesso. La sfida è garantire un’evoluzione tecnologica che traguardi il PNRR guardando a un orizzonte più ampio e, al tempo stesso, punti a diffondere le best practices recuperando anche quanto già fatto. “Stiamo cercando di portare le nostre esperienze e best practices all’interno di questo scenario con un vero partenariato – dichiara Nicola Mangia, DXC Technology Italia Public Sector General Manager dal palco di FORUM PA 2024 -. Non siamo semplici fornitori; vogliamo supportare l’amministrazione per raggiungere il 100% degli obiettivi prefissati. La nostra attenzione è nel creare un ecosistema digitale che coniughi tutte le progettualità, garantendo stabilità e sostenibilità oltre il PNRR. Questo progetto non solo risponde alle esigenze nazionali, ma ci posiziona anche come motore dell’Europa e attori principali del Mediterraneo”.
“Il team DXC porta la sua esperienza sui tavoli di sviluppo del progetto eFTI, nella definizione dei servizi complessivi che saranno resi disponibili dalla PLN oltre al supporto verso le AdSP per i SPC e sullo sviluppo del sistema di business intelligence che è stato previsto nella PLN che fornirà supporto al MIT per le scelte future strategiche per i progetti da realizzare a vantaggio della logistica nazionale”, conclude Liguori.
L’IA cambierà il sistema portuale italiano
E nel futuro del sistema logistico portuale italiano c’è spazio anche per un’eventuale implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale: “L’obiettivo di questo progetto è mettere a rete i porti e realizzare una banca dati per poter applicare motori di intelligenza artificiale – ci dice Nicola Mangia, DXC Technology Italia Public Sector General Manager -. Immaginate come questi motori possano, avendo una base comune di informazioni pregresse e in tempo reale, efficientare tutte le operazioni di carico e scarico, che oggi rappresentano un grosso problema. Una volta che questa banca dati esiste, i motori di intelligenza artificiale troveranno la loro connotazione più naturale, supportando anche la produzione di documenti autorizzativi. Questo contesto offre una grande possibilità di velocizzare tutti i processi autorizzativi e fare un grande salto in avanti per l’Italia”, conclude Mangia.