Zone franche urbane
L’Italia ha deciso di seguire l’esempio francese e, sul modello delle Zones Franches Urbaines (attivato nel 1996 e oggi presente in più di 100 quartieri), il Dipartimento Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico ha selezionato 22 aree (quattro in più delle 18 inizialmente previste), spalmate su 11 Regioni, in cui sarà più facile e conveniente avviare una nuova attività economica.
13 Ottobre 2008
L’Italia ha deciso di seguire l’esempio francese e, sul modello delle Zones Franches Urbaines (attivato nel 1996 e oggi presente in più di 100 quartieri), il Dipartimento Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico ha selezionato 22 aree (quattro in più delle 18 inizialmente previste), spalmate su 11 Regioni, in cui sarà più facile e conveniente avviare una nuova attività economica. Le “Zone Franche Urbane”, infatti, beneficeranno di incentivi e agevolazioni fiscali e previdenziali, per l’ammontare di 50 milioni l’anno. Ad essere coinvolte saranno in prevalenza piccole e micro imprese costituite dopo il 1° gennaio 2008. Si tratta di un’opportunità riservata ad aree svantaggiate, con l’obiettivo di favorirne lo sviluppo economico e sociale. Ma vediamo di capire un po’ meglio di cosa si tratta.
Cosa sono le Zone Franche Urbane (ZFU)
Si tratta di aree caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, ma con potenzialità di sviluppo, che, proprio per cercare di concretizzare questo potenziale, sono oggetto di programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo degli interventi è la riqualificazione di queste aree, tramite l’incentivazione, il rafforzamento e la regolarizzazione delle attività imprenditoriali localizzate al loro interno.
Ci sono, però, anche caratteristiche numeriche da rispettare: in Italia è stato stabilito che le ZFU devono trovarsi all’interno di Comuni con un numero di abitanti tra 25mila e 30mila (in base ai dati ISTAT del 2006) e un tasso di disoccupazione superiore del 7,7 per cento alla media nazionale nell’anno 2005. Gli abitanti della ZFU devono essere almeno 7.500, con una popolazione residente inferiore al 30% del totale della popolazione residente nel comune e un tasso di disoccupazione superiore alla media comunale.
La scelta delle ZFU è stata fatta sulla base di quattro indicatori di disagio socio-economico: tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di concentrazione giovanile, tasso di scolarizzazione.
Quali sono le ZFU in Italia
L’iter che porterà alla nascita delle Zone Franche Urbane in Italia non è ancora concluso. Il 1° ottobre scorso, infatti, sono state rese note le aree prescelte per la sperimentazione – 22, selezionate da un Gruppo tecnico di esperti del Dipartimento Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico tra 64 proposte arrivate – ma il provvedimento deve essere ora sottoposto alla valutazione del Cipe e successivamente notificato alla DG Concorrenza della Commissione europea.
L’istituzione delle ZFU è prevista dalla legge finanziaria 2008 (L. 244/2007, art. 2 commi 561 e seguenti, che hanno modificato la Finanziaria precedente), che ha stabilito i parametri socio-economici a cui devono rispondere queste aree. Presso il Ministero dello Sviluppo economico è stato costituito un apposito Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 (la cui istituzione era già prevista dalla finanziaria 2007).
La delibera CIPE n.5/2008 ha stabilito, poi, criteri più particolareggiati per l’individuazione delle zone franche urbane e la distribuzione delle risorse, mentre il Ministero dello Sviluppo economico, con la circolare n. 1418 del 26 giugno 2008, ha individuato gli aspetti tecnici e procedurali che Comuni e Regioni hanno dovuto seguire per presentare le candidature.
Il progetto, inizialmente limitato al meridione, è stato poi esteso al Centro-Nord. Questo l’elenco delle città in cui si trovano le Zone Franche Urbane scelte dal Dipartimento Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico, divise tra le 11 regioni che hanno presentato le candidature:
- SICILIA Catania, Gela, Erice;
- CALABRIA Crotone, Rossano e Lamezia Terme;
- BASILICATA Matera;
- PUGLIA Taranto, Lecce e Andria;
- CAMPANIA Napoli, Torre Annunziata e Mondragone;
- MOLISE Campobasso;
- SARDEGNA Cagliari, Quartu Sant’Elena e Iglesias;
- LAZIO Velletri e Sora;
- ABRUZZO Pescara;
- TOSCANA Massa Carrara;
- LIGURIA Ventimiglia.
Quali i vantaggi per le ZFU
Sono previste le seguenti agevolazioni fiscali e previdenziali per le nuove attività (piccole e micro imprese) avviate nelle ZFU dopo il 1° gennaio 2008:
- esenzione totale dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni d’imposta (e in precentuale via via decrescente per gli anni successivi;
- esenzione dall’Irap (imposta regionale sulle attività produttive);
- esenzione dall’Ici (imposta comunale sugli immobili);
- esonero dal versamento dei contributi previdenziali.
Per le imprese già attive al 1° gennaio 2008, le agevolazioni sono applicabili nei limiti del “de minimis”.
Sono escluse dal regime agevolativo le imprese operanti nei settori della costruzione di automobili, costruzione navale, fabbricazione di fibre tessili, della siderurgia e del trasporto su strada.
“Con l’avvio delle zone franche urbane – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola – diamo una significativa risposta al disagio socio-economico delle aree a maggior tasso di disoccupazione. Gli incentivi e le agevolazioni previsti per le zone franche, già sperimentate con successo in Francia e autorizzate dall’Unione europea, sosterranno la creazione di nuova imprenditorialità e fanno parte dei nuovi strumenti normativi per rilanciare l’intervento nel Mezzogiorno e nelle altre aree deboli del Paese. Stiamo già lavorando per estendere questa misura anche oltre il 2009”.
Per saperne di più:
il dossier sul sito del Governo
La scheda sul sito del Dipartimento per lo Sviluppo