Le sfide della comunicazione istituzionale e scientifica nell’era della post-verità: trasparenza, responsabilità e innovazione
Nell’era digitale, la capacità di discernere tra verità e falsità si è complicata, e la disinformazione, in particolare quella climatica e scientifica, è aumentata. Ne abbiamo parlato in due interviste, rispettivamente a Domenico Repetto, Direttore della Divisione Comunicazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), e Mario Tozzi, Primo Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e noto divulgatore scientifico
8 Novembre 2024
In un’epoca dominata dalla sovrabbondanza di informazioni, l’accesso ai dati è diventato tanto immediato quanto, a volte, fuorviante. La sfida è distinguere tra fatti e opinioni in un contesto sempre più permeato da disinformazione e disinformazione scientifica attraverso i social media e il web. Un recente rapporto della Climate Action Against Disinformation (CAAD) documenta le narrazioni negazioniste sul clima. La disinformazione online sui cambiamenti climatici, diffusa dai creatori di contenuti sui social, crea una percezione distorta della scienza e indebolisce il mandato politico delle istituzioni pubbliche.
A questo proposito, durante la Maratona FORUM PA. Smart Life Festival 2024, abbiamo raccolto il parere di Domenico Repetto, Direttore della Divisione Comunicazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), e Mario Tozzi, Primo Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Trasparenza e fiducia nella comunicazione istituzionale: l’intervento di Domenico Repetto
Negli ultimi 25 anni, la comunicazione istituzionale ha attraversato una trasformazione profonda. E non solo. Con la proliferazione dei social media, il rischio di disinformazione si è intensificato, rendendo più complesso il compito delle istituzioni nel garantire una comunicazione chiara e affidabile.
Le pubbliche amministrazioni nascono e sono amministrazioni di regolazione, ma Repetto ha insistito sull’importanza di andare oltre la semplice divulgazione di normative, oltre l’interpretazioni degli atti emessi:
“Non si tratta solo di trasmettere leggi, ma di spiegare perché certe scelte vengono fatte e quali effetti possono avere sulla vita quotidiana”.
Questo è fondamentale, soprattutto in un momento storico in cui la fiducia verso le istituzioni è messa a dura prova.
All’interno del PNRR, che include una misura dedicata alla tematica ambientale – ‘Rivoluzione verde e transizione energetica’ – è presente una sottomisura ‘Cultura e consapevolezza’: due concetti che rappresentano una guida su cui il MASE sta investendo. L’hashtag “dipende da noi”, presente all’interno del sito dedicato a questa sottomisura, sta proprio ad indicare che il cambiamento non può avvenire senza la partecipazione attiva di tutti. Il Ministero dell’Ambiente ha, dunque, scelto di investire su iniziative che puntano a migliorare la consapevolezza ambientale tra i cittadini.
“Il nostro lavoro è rispondere oggi a domande che ancora non conosciamo”, ha precisato Repetto.
Una riflessione che sottolinea quanto sia fondamentale adottare un approccio lungimirante e inclusivo, soprattutto in ambiti come quello ambientale.
La comunicazione scientifica tra verità e disinformazione: il punto di vista di Mario Tozzi
Mario Tozzi ha approfondito come la divulgazione scientifica stia affrontando un periodo critico:
“Sui social media, le falsità hanno spesso la stessa visibilità delle informazioni corrette”.
In un contesto in cui opinioni non verificate trovano eco tanto quanto dati scientifici consolidati, il compito di chi comunica la scienza è diventato una sfida complessa. L’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica può offrire soluzioni innovative. Prevedere con precisione l’arrivo di un’alluvione basandosi sui dati climatici può salvare vite umane, la mappatura preventiva sui rischi naturali funziona, tuttavia, Tozzi rimane cauto sull’impiego di tali tecnologie nella divulgazione. L’informazione viene assimilata individualmente, per cui alcune prescrizioni si costruiscono autonomamente.
E, al di là della possibilità di sostituire virtualmente una persona, manca l’aspetto passionale, l’aspetto curioso, l’errore o l’inciampo nel discorso.
La riflessione si sposta sull’importanza dell’elemento umano nella comunicazione. In un mondo che tende a premiare l’efficienza e la precisione delle macchine, si rischia di perdere di vista il valore dell’imperfezione e della curiosità che guidano la scienza.
“Le grandi scoperte nascono spesso dagli errori umani”.
Una responsabilità condivisa per il futuro
Entrambe le interviste lasciano con una riflessione profonda sul ruolo che istituzioni e comunità scientifica devono assumere in un’epoca di crescente disinformazione. Da un lato, Repetto sottolinea la necessità di una comunicazione istituzionale che sia trasparente e accessibile, dall’altro Tozzi richiama l’importanza di una divulgazione scientifica che rimanga ancorata ai fatti, senza farsi influenzare dalle tendenze della post-verità.
“La tecnologia deve essere uno strumento, non un fine”, afferma Tozzi. Repetto, invece, chiude con una riflessione che coinvolge tutti noi, “dipende da noi”. È infatti solo attraverso un impegno collettivo che si potrà garantire un futuro in cui la verità e la trasparenza prevalgano.