Nuova comunicazione, rendiamola la normalità della nostra PA
Web, social network, chat, intelligenza artificiale sono una straordinaria occasione: puntiamo su qualità, professionalità, organizzazione. La formazione è centrale: a FORUM PA 2019 tre Academy gratuite dedicate a questi temi
2 Maggio 2019
Francesco Di Costanzo
Presidente Associazione PA Social, Direttore cittadiniditwitter.it
La nuova comunicazione pubblica, portata avanti con l’utilizzo dei social network, delle chat, dell’intelligenza artificiale, degli innovativi strumenti messi a disposizione dal web, è oggi un asset fondamentale per un rapporto diretto, efficace ed efficiente tra settore pubblico e cittadini. L’Italia in questo campo può vantare un primato a livello internazionale, fa da lepre e può mettere in campo tante bellissime e utilissime esperienze di servizio pubblico. Non è uno scherzo, in questo settore siamo i primi e c’è molto interesse da parte degli altri Paesi a seguire un percorso simile fatto di creazione di una comunità/community, di allargamento delle prospettive professionali, di condivisione e scambio di buone pratiche, di aggiornamento e formazione costante, di nuovi servizi e informazioni offerti ai cittadini.
Comunicazione pubblica: una rivoluzione già in corso
Non è un caso, negli ultimi tre anni è stato portato avanti un percorso molto ampio e partecipato di sviluppo della nuova comunicazione in tutto il Paese. Il primo risultato è stato la consapevolezza, ben sapendo che certi cambiamenti sono prima di tutto un passaggio culturale. Alzi la mano chi avrebbe detto nel novembre 2015 che l’Italia sarebbe stata la prima a livello internazionale ad aver costruito una rete nazionale della nuova comunicazione pubblica con risultati tangibili. Probabilmente nessuno, o pochissimi. Oggi la rivoluzione nella comunicazione pubblica è una realtà, non sognata ma in corso. Il 17 novembre 2015, con i primi Stati Generali della nuova comunicazione pubblica, è stato, quindi, l’inizio di un percorso. Oggi, dopo tanta strada fatta, siamo nuovamente davanti ad un momento importante. Siamo passati dal dibattito sulla quantità (esserci o non esserci sulle piattaforme di nuova comunicazione) alla qualità (come starci, con quali linguaggi, quale organizzazione, quali figure professionali, quale dialogo e interazione con i cittadini, come offrire al meglio i servizi e le informazioni, con un forte investimento su formazione e scambio continuo di buone pratiche). C’è da rendere il tanto che è stato fatto, con l’apporto e l’entusiasmo decisivo di centinaia di professionisti in tutta Italia, la normalità della vita quotidiana della nostra PA.
Il FORUM PA 2019, che sta per arrivare, sarà come sempre un luogo di confronto e partecipazione importante, la comunicazione e informazione pubblica è tornata al centro del dibattito e dobbiamo sfruttare l’occasione per dare ulteriore forza ad un settore decisivo per il rapporto tra settore pubblico e cittadini. Come detto il primo impegno di tutti è accompagnare enti e aziende pubbliche in questo grande passaggio culturale, per questo come Associazione PA Social continuiamo a mettere in campo una costante attività di divulgazione, sensibilizzazione, scambio di buone pratiche. C’è poi molto da fare sulle professionalità e competenze, sulla formazione e l’aggiornamento costante (molti i percorsi attivi con PA Social in collaborazione con FPA, Facebook, LinkedIn, Anci, le Università), sul ricambio generazionale e i nuovi ingressi (per questo abbiamo chiesto al Ministro Bongiorno di prevedere almeno un 5% di profili di comunicazione e informazione nelle nuove assunzioni che arriveranno nella PA), sulla ricerca (è nato per questo l’Osservatorio nazionale sulla Comunicazione Digitale promosso da PA Social e Istituto Piepoli), l’ampliamento costante di una comunità/community aperta, partecipata, con confronto costante (su tutta l’attività le informazioni su www.pasocial.info).
Competenze e nuovo modello organizzativo
Sono nate e sempre più richieste nuove figure e opportunità professionali, ci sarà sempre più bisogno delle competenze “tradizionali” che vanno aggiornate e integrate. Il giornalista e il comunicatore pubblico (che da sempre, a torto, si guardano in cagnesco) devono imparare a collaborare, a lavorare insieme e ad avere come obiettivo il miglior servizio possibile per il cittadino. I cittadini si aspettano informazione, comunicazione e servizi su web, social e chat, non fanno differenza tra chi fa il lavoro per renderli disponibili; chiedono qualità, efficacia, efficienza. Per questo i nuovi strumenti obbligano ad un lavoro comune, da redazione unica, perché per loro stessa natura toccano e influiscono su varie funzioni e uffici della nostra PA (ufficio stampa, ufficio comunicazione, ufficio relazioni con il pubblico, organizzazione di eventi, trasparenza, comunicazione interna, solo per citarne alcuni).
Come associazione PA Social abbiamo proposto un modello organizzativo per la comunicazione pubblica, presentato proprio al FORUM PA dello scorso anno, che passi da un nuovo ufficio “Ufficio Comunicazione, Stampa e Servizi al Cittadino”, tenga conto e valorizzi le singole professionalità, ma che abbia una struttura da redazione unica e diffusa. Molte amministrazioni italiane, sia a livello nazionale che locale, stanno applicando il modello riorganizzando le strutture per offrire un miglior servizio al cittadino e per lavorare meglio al proprio interno. Social media manager, strategist, community organizer, visual design, open data, video maker e molte altre. Sono tantissime le nuove professioni legate al web, fondamentali per svolgere un ottimo lavoro di nuova comunicazione al servizio dei cittadini. Purtroppo, molte di queste, non sono riconosciute ed inserite in modo spesso “creativo” e precario nelle nostre amministrazioni. La sana improvvisazione ha creato le migliori esperienze italiane di nuova comunicazione, oggi però serve un salto di qualità, un passaggio strutturale che non può non tenere conto del riconoscimento delle nuove professionalità.
Verso una nuova legge sulla comunicazione pubblica
Tra i risultati raggiunti di questi anni c’è sicuramente l’inserimento storico di un articolo dedicato alla comunicazione e all’informazione all’interno dei quattro contratti nazionali Statali, Enti Locali, Sanità, Istruzione, così come l’utilizzo dei social network in testi ufficiali con invito alle amministrazioni perché li utilizzino per la comunicazione pubblica o il lavoro in crescita sulle social media policy e il più recente adeguamento specifico per i social sulle normative legate alla privacy. A completare il quadro magari una nuova legge, un aggiornamento della “150”, che non ha più le caratteristiche per rispondere ai tempi e alle tantissime novità arrivate nel mondo della comunicazione e del giornalismo dal 2000 ad oggi. Una legge “151” che non sia il riferimento di una o poche categorie professionali, ma che parta da un lavoro e da un obiettivo comune coinvolgendo comunicatori, giornalisti, nuove professioni, università.
Innovare tempi, strumenti e linguaggi: un lavoro che non si può fermare
Non basta una legge, non basta un contratto, non basta una riorganizzazione di uffici, servono tutti questi elementi e il lavoro quotidiano (straordinario in molte realtà italiane) di tanti professionisti. Sono cambiati i tempi (oggi per chi fa comunicazione e informazione non funzionano più gli orari rigidi e la mancanza di flessibilità, c’è sicuramente bisogno di un aggiornamento e di maggiore libertà di movimento), gli strumenti (paradossalmente serve di più uno smartphone o un tablet che una scrivania. Senza esagerare, oggi si lavora sempre di più in mobilità, si aggiornano i canali e si risponde ai cittadini anche fuori dalla sede e dall’orario di ufficio), i linguaggi (se la PA si adegua alle regole delle piattaforme su cui scrive il messaggio sarà migliore e funzionerà di più, se la PA parla come i cittadini – senza perdere il proprio ruolo istituzionale – sicuramente otterrà risultati positivi e soprattutto intercetterà molte più persone, se la PA utilizza con la giusta misura strumenti come le emoticon e tutto ciò che semplifica il proprio linguaggio fa sicuramente un’operazione di avvicinamento al cittadino).
A FORUM PA 2019 tre Academy di formazione sul tema
Tutte queste cose fanno parte di un percorso di crescita del settore pubblico con molto lavoro ancora da portare avanti. L’obiettivo è continuare su questa strada e proseguire un percorso di innovazione. Lo faremo anche al FORUM PA 2019 con tre Academy di Formazione molto concrete e pratiche sull’utilizzo di web, social e chat per l’Istruzione e l’Educazione al Digitale, la Sanità, l’Ambiente e i Servizi pubblici e partecipando ai tavoli di confronto sul futuro della Comunicazione Pubblica nell’Arena delle Idee. Vi aspettiamo!
Qui il programma delle Academy PA social a FORUM PA 2019
Martedì 14 maggio
ore 11-11.50 | Web, social e chat per Istruzione ed Educazione al Digitale, con Alessandra Migliozzi, Fabrizio D’Agosta, Lorenzo De Angelis,Christian Tosolin
Mercoledì 15 maggio
ore 11-11.50 | Web, social e chat per la Sanità, con Roberta Mochi,
Anna Laura Consalvi, Alessandro Iapino, Nicola Zamperini
Giovedì 16 maggio
ore 11-11.50 | Web, social e chat per Ambiente e Servizi Pubblici, con
Gianluca Spitella, Federico Grasso, Loredana Lattuca
LEGGI IL DOSSIER
“La PA crea valore se…”: tutti i contributi
Contributi, riflessioni e spunti per rispondere alla domanda: “Quali sono le iniziative prioritarie perché l’amministrazione pubblica possa creare 'valore pubblico' in una prospettiva di sviluppo equo e sostenibile?”. I risultati di questo processo di ascolto, arricchiti dai contributi che sono stati raccolti durante FORUM PA 2019, saranno raccolti in un white paper finale da sottoporre poi a consultazione pubblica
18 Dicembre 2024