Se lo spazio urbano si fa social. Tre progetti raccontati da chi li ha pensati
Nell’era del social web sembra che per ogni spazio che abitiamo ci sia la possibilità di aprirsi a questa sorta di quarta dimensione. Lo spazio urbano non fa eccezione. Tant’è che allo Urban Creativity Camp sono stati premiati proprio tre progetti su social web, giudicati, tra tutti quelli in concorso, i più coinvolgenti, sostenibili e realizzabili per rafforzare l’offerta di servizi e l’attrattività dei centri storici italiani. A presentarli, il 12 maggio nella tappa romana della premiazione, gli ideatori. Decisamente …giovani!
17 Giugno 2011
Chiara Buongiovanni
Lo Urban Creativity Camp è partito Modena, il 3 maggio, chiedendo ai partecipanti di proporre idee progettuali coinvolgenti, sostenibili e realizzabili per rafforzare l’offerta di servizi e l’attrattività dei centri storici italiani. Tra tutti progetti proposti nelle aree che erano state identificate – Città della conoscenza, Città intelligente, Città green, Città attrattiva – sono stati scelti tre progetti, a cui è stato assegnato il podio in quanto più di altri “puntano al coinvolgimento sociale in attività culturali e alla creazione di una città intelligente a portata dei cittadini”.
A margine dell’evento di premiazione, il 12 maggio a FORUM PA 2011, abbiamo “fermato” i vincitori, sentite come ci hanno raccontato i loro progetti…
1° classificato Critical City Upload E’ un gioco online che mette in competizione i più giovani in progetti di trasformazione urbana: i partecipanti possono pubblicare su una piattaforma web foto, video che raccontano il micro-progetto realizzato. Ce lo racconta Matteo Uguzzoni.
2° classificato C-Tag E’ un’applicazione web e mobile di marketing territoriale, che consente di creare e promuovere contenuti del territorio, siano essi luoghi, eventi o persone. Ce lo racconta Fabio Canovi.
3° classificato Triddles E’ un neologismo coniato dalla contrazione di Trip e Iddles, che prevede l’organizzazione di cacce al tesoro itineranti per l’Europa, dove team eterogenei (i componenti provengono da paesi differenti) si devono impegnare in prove a sfondo culturale. Ce lo raccontano Antono Sica, Caterina Bersani, Francesca Giuccioli, Alice Rancagli e Karin Bartolotti.