Dalla due giorni di Hackathon organizzata a Udine da ANCI FVG e COMPA FVG, tanti gli spunti e le riflessioni. Tavoli di lavoro operativi e concreti hanno contribuito alla realizzazione dell’obiettivo di contaminazione previsto
27 Giugno 2019
Marina Bassi
Project Officer Area Ricerca, Advisory e Formazione FPA
Contaminazione è stata la parola chiave della prima edizione di #HackFVG, una due giorni organizzata da ANCI FVG che ha avuto come obiettivo principale la creazione di un vivace e costruttivo confronto sul tema degli Open Data e che ha ospitato a Udine alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore.
Open data: quali opportunità per il territorio
Tra pulizia del dataset, Data Visualization, meta-datazione e vocabolari controllati, i workshop e i tavoli di lavoro che sono stati organizzati sono stati territorio fertile per discutere delle opportunità di riuso degli Open Data in un territorio come quello friulano, composto soprattutto da piccoli Comuni. Questo, peraltro, è stato il fil rouge che ha guidato le riflessioni del convegno di apertura del primo giorno, dal titolo “Open Data per creare valore pubblico. Il contributo dei dati aperti per la costituzione di una governance territoriale”.
Già dalle battute di apertura del convegno, a cura di Dorino Favot, Presidente f.f. ANCI Friuli-Venezia Giulia, e Sebastiano Callari, Assessore regionale per la Semplificazione e Sistemi informativi, è risultato chiaro come gli Open Data possano essere pensati come una nuova forma di filosofia, concentrata sullo studio delle opportunità di riuso dei dati oggi, per la miglior resa possibile in futuro. In questa prospettiva, ruolo chiave è costituito dalle partnership pubblico-private, uniche davvero in grado di guardare in una prospettiva futura di innovazione e di quello che può essere l’utilizzo degli Open Data da qui ai prossimi anni.
Come cambia la PA coi dati aperti
Quanto premesso inizialmente è stato validato nel corso del convegno dal panel di esperti chiamati a intervenire sui temi più caldi legati al fenomeno dei dati aperti: fruibilità e interpretazione del dato; interoperabilità; pratiche di sviluppo territoriale. Moderata da Gianni Dominici, Direttore Generale FPA, la conversazione ha toccato argomenti particolarmente rilevanti circa modelli organizzativi innovativi, collaborazione tra territori, la necessità di “fare sistema” tra energie creando standard e linguaggi codificati a livello nazionale.
“Spesso facciamo l’errore di pensare che le amministrazioni che fanno Open Data sono quelle che possono permettersi la ciliegina sulla torta, quelle già avanti nel percorso di innovazione, e che possono quindi investire sulla valorizzazione del patrimonio informativo. – assume Dominici – Il punto, in realtà, è tutto il contrario. Fare Open Data significa ripensare modelli organizzativi perché l’amministrazione sia gestita di default (o by design) per valorizzare il patrimonio, superando lo storico rapporto bi-polare cittadino/amministrazione, in favore di un approccio ciclico di condivisione di idee e decisioni basate sui dati”.
Per approfondire, ecco la registrazione del convegno “Open Data per creare valore pubblico”
È in questo senso che già da tempo si è proceduto alla progettazione e realizzazione a livello nazionale e locale di alcuni obiettivi strategici legati alle opportunità di riuso dei dati. È il caso, ad esempio, di ANPR, o del percorso di valorizzazione innescato in Campania, di cui abbiamo già avuto modo di discutere.
Questi sono solo alcuni dei processi già attivi a più velocità nel panorama nazionale, discussi nell’ambito del convegno di lancio della due giorni (di cui è disponibile la registrazione alla diretta streaming), nonché dei workshop e tavoli di lavoro.