Cleanweb: dagli USA a Roma, l’hackathon “green” debutta in Italia

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Sarà Roma a ospitare il primo Cleanweb Hackathon italiano. L’appuntamento con sviluppatori, designer, professionisti volontari – impegnati a creare applicazioni web/mobile che abbiano un impatto sui temi dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, dei trasporti e, in generale, sull’ambiente e la sostenibilità – è per venerdì 30 novembre a partire dalle 16,30 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre. Per le successive 48 ore, un intero weekend, ci sarà spazio per la creatività dei partecipanti e, alla fine della “maratona”, le applicazioni verranno presentate alla giuria e al pubblico e le migliori saranno premiate. L’evento è promosso da Enlabs, incubatore per start-up romano.

21 Novembre 2012

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Michela Stentella

Articolo FPA

Sarà Roma a ospitare il primo Cleanweb Hackathon italiano. L’appuntamento con sviluppatori, designer, professionisti volontari – impegnati a creare applicazioni web/mobile che abbiano un impatto sui temi dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, dei trasporti e, in generale, sull’ambiente e la sostenibilità – è per venerdì 30 novembre a partire dalle 16,30 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre (Via della Vasca Navale, 79).

Guarda video e slide della presentazione del 19 settembre scorso

Per le successive 48 ore, un intero weekend, ci sarà spazio per la creatività dei partecipanti e, alla fine della “maratona”, le applicazioni verranno presentate alla giuria e al pubblico e le migliori saranno premiate. L’evento è promosso da Enlabs, incubatore per start-up romano.

Leggi qui l’articolo completo sul blog di Sunil Paul

Il termine Cleanweb è stato coniato da Sunil Paul, Founding Partner di Spring Ventures, che così lo definisce: “CleanWeb is a category of clean technology that leverages the capability of the internet, social media, and mobile technologies to address resource constraints. Its the next stage of development for cleantech. The whole idea of "cleantech" is applying innovation to the problems of limited clean water, limited clean air, and limited physical space”.

Noi ne abbiamo parlato con Erik Simonsen, consulente, esperto di ICT e tra gli organizzatori del Cleanweb Hackathon di Roma.

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“Il Cleanweb – ci spiega Simonsen – è una parte delle cleantechnology che non si basa sull’hardware ma su applicativi software rivolti al cittadino, sulle tecnologie web mobile e sulla forza di condivisione propria della rete e dei social media. Cleanweb è inoltre un movimento nato nel 2011 negli Stati Uniti e diventato poi una comunità internazionale che riunisce appassionati di innovazione declinata nel campo dell’ambiente e della sostenibilità. E, infine, Cleanweb è anche una serie di Hackathon, eventi di networking, in pratica i nodi che legano questa comunità mondiale. A Roma ad esempio saranno presenti due persone della comunità americana. Inoltre, per quanto riguarda i team di sviluppatori, abbiamo già adesioni da Francia e Spagna. Finora sono 6 i partecipanti dall’estero su 80 registrati in totale per la competizione. Al primo hackathon che si è svolto a San Francisco nel settembre 2011, organizzato in poco più di un mese, c’erano 150 partecipanti al chick off, 120 sviluppatori hanno resistito fino alla fine e 12 progetti sono stati portati in finale.”

Le applicazioni sviluppate durante il Cleanweb di Roma si baseranno su Open Data o su Data Sets e API forniti dai partner dell’evento: dati sul consumo energetico, sulla mobilità, sul meteo e sull’ambiente. “I dati sono fondamentali perché senza dati gli sviluppatori non possono fare niente – sottolinea Simonsen –. In particolare in Italia c’è un potenziale che non è stato ancora colto. Noi siamo l’unico paese al mondo che ha il 100 per cento di smart meters: 33-35 milioni di contatori intelligenti potenzialmente in grado di fornire una miniera di dati utili per sviluppare applicazioni. Basti pensare che un terzo degli applicativi realizzati nei precedenti Cleanweb Hackathon sono basati proprio su questi dati. Per l’Hackathon di Roma è nata una collaborazione con Enel Distribuzione che metterà a disposizione dei partecipanti campioni di dataset ottenuti dagli Smart Meters per sviluppare, attraverso il formato dati Green Button, applicazioni per lo scenario italiano”.

Il Green Button negli Stati Uniti è ormai uno standard tecnico comune, nato da un’iniziativa dell’amministrazione Obama che ha chiesto ai fornitori di energia elettrica di mettere on line i dati relativi ai consumi: per scaricarli con un semplice click basta andare sul sito della propria compagnia, dove sono anche disponibili una serie di app per ottimizzare i consumi stessi. L’adozione di un formato comune, compatibile con qualsiasi dispositivo o piattaforma, ha permesso infatti a imprese e sviluppatori di utilizzare i dati per creare servizi e applicazioni di utilità per i cittadini. Per esempio dall’hackathon newyorkese è uscito NYC BLDGS, sito web e applicazione per cellulare che mette su google map gli edifici pubblici della Grande Mela e le relative performance energetiche (emissioni di CO2, consumo energetico, corrispettivo di alberi “salvati” grazie alle politiche di risparmio energetico). “Attualmente l’accesso ai dati di consumo tramite il Green Button è una realta in nordamerica, ma potrebbe diventare standard internazionale se le compagnie di energia consentissero progressivamente ai loro consumatori l’accesso ai dati di consumo dei contatori intelligenti. Qui in Italia Enel è partita con la sperimentazione in Molise di un progetto di smart meter proprio per fornire ai consumatori informazioni in tempo reale e ottimizzare così i consumi. Vista la diffusione degli smart meters in Italia – spiega Simonsen -, se riuscissimo a diffondere anche qui il Green Button e ad avviare delle start up basate su questi dati potremmo avere davvero un ruolo leader nel settore”.

Il Cleanweb, del resto, apre scenari promettenti per le imprese; basti pensare che il settore è cresciuto del 55% negli ultimi 3 anni. Le applicazioni possibili sono davvero infinite: applicazioni per la gestione del traffico urbano e per calcolare il percorso alternativo più rapido ed economico per i propri spostamenti; piattaforme per la gestione del car-sharing e per il consumo collaborativo; strumenti che consentono di calcolare i costi e i vantaggi dell’installazione di tecnologie green (per esempio pannelli solari o tecnologie per la raccolta delle acque); applicazioni che avvertono con un sms se un elettrodomestico è rimasto acceso, e così via.

Un esempio di successo? Tra i più noti e citati c’è AirBnB. Tutti quelli che non pianificano più i loro viaggi senza aver prima consultato la Rete forse la conosceranno già: è la piattaforma on line che consente ai propri utenti di prendere in affitto camere o posti letto in case private, invece che in alberghi. Un servizio che, quindi, non è nato nell’ottica del risparmio energetico, ma che indirettamente costituisce una forma di accoglienza più sostenibile rispetto a quelle “tradizionali”, dato che gli hotel hanno un consumo energetico tre volte superiore a quello delle abitazioni medie. “Il risultato complessivo, a seguito di una riduzione delle prenotazioni alberghiere, potrebbe essere significativo – ha sottolineato Sunil Paul in un articolo del giugno scorso pubblicato su Technology Review Italia –. L’azienda affitta più di 10 mila stanze per notte; se da un lato ciò rappresenta meno di un decimo del numero delle camere d’albergo nella sola Las Vegas, dall’altro lato questa riduzione di costi è quasi interamente gestita dal programma di un solo computer. Fatto sta che Airbnb sta crescendo molto rapidamente. Questa è l’idea: ottenere i vantaggi delle tecnologie pulite alla velocità e nelle dimensioni che la rete è in grado di sostenere”. I ricavi della compagnia sono cresciuti di circa il 60 per cento in un solo anno.

“Anche in Italia ci sono già delle applicazioni interessanti – conclude Simonsen -. Per esempio la App DoveSiButta, premiata nel maggio scorso all’interno del contest Apps4Italy, che raccoglie i dati geolocalizzati dei cassonetti della raccolta differenziata per individuare quelli più vicini. È basata sul concetto di crowdsourcing che è ancora un’altra fonte di dati, quelli prodotti da tutti noi utenti. E ancora, Metwit  servizio di alert meteo che si basa sul crowdsourcing di dati meteorologici”.

Il programma del Roma Cleanweb Hackathon

Cleanweb Italy:
web italy.cleanweb.co
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hashtag #CleanwebIT
e-mail roma@cleanweb.co

Cleanweb Worldwide:
web http://cleanweb.co
twitter @cleanwebhack
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