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Dati nella PA: open e di qualità per orientare le scelte

Dati nella PA: “Senza Open Data possono essere prese decisioni senza avere un quadro chiaro”
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Vittorio Alvino, presidente della Fondazione openpolis, intervistato da Gianni Dominici, punta il dito sull’importanza strategica dei dati, sia per le PA che per la collettività

9 Settembre 2020

Dati nella PA: “Senza Open Data possono essere prese decisioni senza avere un quadro chiaro”

In un periodo così incerto, la qualità dei dati messi a disposizione dalle PA diventa fondamentale. Saper leggere e interpretare i numeri relativi alla pandemia, ad esempio, permette a tutti gli attori schierati in campo di poter prendere decisioni sensate ed efficaci, che permettano all’intera società di superare l’emergenza e ristabilire la normalità.

Questo sarà uno dei temi fondamentali di “FORUM PA Restart Italia”, che si terrà dal 2 al 6 novembre, e che, come scrive Carlo Mochi Sismondi, “parte dalla convinzione che il rilancio del Paese passa prima di tutto dalla condivisione di un progetto comune di ripartenza, incentrato su innovazione e sostenibilità”.

Il tema dei dati è anche al centro dell’intervista di Gianni Dominici a Vittorio Alvino, presidente della Fondazione openpolis, un intervento che rientra nel percorso di avvicinamento alla manifestazione (#road2forumpa2020).

L’intervista

“La mancanza di dati di qualità determina l’impossibilità di prendere delle scelte o di trovare delle soluzioni alternative” afferma Alvino, “Nella situazione attuale non abbiamo a disposizione i dati essenziali che riguardano la spesa effettiva o i bandi pubblicati, non rispettando gli obblighi di legge che impongono la pubblicità dei bandi”.

Questo mancato accesso ai dati determina una situazione di stallo e di inefficienza: “Non avendo la disponibilità dei dati, si rischia di prendere decisioni senza avere un quadro chiaro della situazione” dice Alvino.

Non tutto è perduto comunque: “Negli ultimi tempi si registrano dei miglioramenti in questo settore” conclude Alvino, “ci sono delle PA che mettono a disposizione i dati, consapevoli che non si tratta solamente di un obbligo”.

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