Linee Guida per l’apertura dei dati pubblici: l’impegno di AgID per valorizzare il patrimonio informativo pubblico

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Il 3 agosto scorso, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha adottato le “Linee Guida recanti regole tecniche per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico”, rielaborate dopo una dettagliata analisi dei 181 commenti ricevuti durante la consultazione pubblica. Abbiamo intervistato il Dirigente dell’Area architetture, dati e interoperabilità di AgID, per ottenere aggiornamenti sulle recenti attività di apertura dei dati pubblici e sul percorso di supporto alle amministrazioni avviato dall’Agenzia

19 Settembre 2023

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Patrizia Fortunato

Redazione FPA

Foto di Claudio Schwarz su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/fyeOxvYvIyY

Siamo in piena era Open Data. Il 3 agosto scorso, con Determinazione n. 183/2023, AgID ha adottato e pubblicato le “Linee Guida recanti regole tecniche per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico”, in attuazione dell’articolo 12 del decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36, disposizione introdotta a seguito delle modifiche del D. Lgs. n. 200/2021, che costituisce il recepimento italiano della Direttiva UE 2019/1024, detta Direttiva Open Data.

Le Linee Guida AgID costituiscono il documento di riferimento normativo nazionaleper le amministrazioni e gli organismi di diritto pubblico interessati a pubblicare dati aperti, un atto di regolamentazione con carattere vincolante per i soggetti chiamati ad attuarle. Già nel 2011, l’Italia si era impegnata a diffondere i principi del governo aperto, valorizzando e rendendo disponibile il patrimonio informativo pubblico, in conformità ai principi di Trasparenza, Partecipazione e Collaborazione stabiliti dall’Open Government Declaration (il nostro Paese è stato tra i primi a sottoscrivere la dichiarazione). Quello che però è mancato negli anni è stato un sistema di governance dei dati a livello nazionale preordinato ad assicurare conformità normativa nella gestione dei dati, omogeneità di applicazione tra le amministrazioni, processi di standardizzazione, conservazione e riutilizzo dei dati.

Con l’aggiornamento del Piano Triennale per l’Informatica per la Pubblica Amministrazione 2022-2024 vengono definite nuove linee d’azione da attuare per la riapertura dei dati. Tra queste, la CAP2.PA.LA17 prevede che le PA attuino le Linee guida contenenti regole tecniche per l’implementazione del Decreto Legislativo n. 36/2006. È questa la fonte da cui ha preso avvio il 24 gennaio scorso il ciclo di webinar dedicato agli open data dal titolo “Dati aperti dalla teoria alla pratica: la corretta applicazione delle Linee Guida”, realizzato da AgID, nell’ambito del progetto “Italia Login – la casa del cittadino” e in collaborazione con Formez. L’obiettivo del corso è stato quello di offrire, attraverso un taglio operativo, approfondimenti specifici sull’implementazione delle Linee guida Open data e sugli aspetti pratici rilevanti per supportare le amministrazioni chiamate ad attuarle. Ma ancor prima, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha avviato un percorso di ascolto e confronto con le amministrazioni, seguendo l’iter indicato dall’art. 71 del Codice dell’Amministrazione Digitale, che prevede che le Linee guida contenenti le regole tecniche e di indirizzo per l’attuazione del CAD siano adottate, previa consultazione pubblica, sentite le amministrazioni competenti. Abbiamo intervistato Gualtiero Asunis, Dirigente Area architetture, dati e interoperabilità di AgID, per scoprire in che modo le amministrazioni siano state coinvolte in questo percorso e come questa collaborazione abbia portato ad un livello di qualità maggiore del documento di regolamentazione finale.

Le attività di accompagnamento messe in campo da AgID

È stato costituito un gruppo di lavoro specifico coordinato da AgID, composto da rappresentanti di 21 amministrazioni[1], tra Università, Regioni ed enti ministeriali, che nel tempo si sono rivelate più attive in questo ambito. “Il testo redatto congiuntamente dal gruppo di lavoro è stato poi oggetto di consultazione pubblica nel termine di trenta giorni dal 16 giugno al 17 luglio del 2022. Per la consultazione – afferma Gualtiero Asunis – si è cercato di dare la più alta risonanza possibile attraverso quattro canali: Forum Italia, ParteciPA e template ISO, pubblicato sul portale ‘I dati aperti della pubblica amministrazione’”. L’insieme degli indirizzi email dell’Agenzia, attraverso i quali sono pervenute diverse osservazioni e suggerimenti, è stato considerato come quarto canale di ricezione. Con l’intento di garantire il coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni, sono stati organizzati tre cicli di seminari: due nel 2022, il primo dal titolo “Le Linee Guida per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico nell’ambito della strategia europea e il contesto nazionale in materia di dati”, il secondo dal titolo “Verso le Linee Guida Open Data – Elementi di approfondimento per una corretta applicazione”; ultimo ciclo di webinar corrisponde a quello sopraindicato del 2023. A conclusione della consultazione pubblica, nel mese di luglio 2022, sono state presentate pubblicamente le prime osservazioni emerse, per un totale complessivo di 13 incontri. Ampia è stata la partecipazione, in media circa 500 partecipanti a webinar. Alla fine del processo di relazione è poi stato reso disponibile un report conclusivo, accessibile attraverso il portale dati.gov.it, che illustra tutti i passi, gli eventi principali e le statistiche elaborate dalla stessa AgID.

Dalla consultazione pubblica al recepimento delle indicazioni emerse

Sono stati ricevuti in totale 181 suggerimenti. “Di questi – puntualizza il dirigente Asunis – 93 sono stati completamente recepiti e 10 sono stati recepiti parzialmente; 31 erano richieste di chiarimenti che hanno portato ad un adeguamento delle linee guida; 38 commenti non sono stati recepiti perché non attinenti, mentre 9 osservazioni richiedevano un dettaglio notevole ed eccessivo, per cui potrebbero essere recepiti in un’apposita guida operativa, quale documento di orientamento previsto dalle stesse Linee guida Open Data”.

Ci sono due aspetti, tra quelli emersi, che hanno richiesto una maggiore ottimizzazione del documento finale: il primo riguarda aspetti organizzativi e ha comportato una revisione di alcune fasi del processo di apertura dei dati; il secondo riguarda aspetti tecnici, in particolare l’utilizzo di ulteriori standard definiti dagli organismi di standardizzazione internazionali (suggerimenti recepiti del tutto). È stata avanzata anche la richiesta di specificare i formati per le immagini, aspetto che – come sottolinea Asunis – inizialmente non era stato considerato esplicitamente.

AgID al servizio delle amministrazioni: migliorare la quantità e la qualità degli Open Data

“In questo periodo AgID – evidenzia Asunis – si sta muovendo lungo due direttrici, strumenti e supporto, per evitare difformità di applicazione tra le amministrazioni nella pubblicazione degli Open Data. In primo luogo, si sta pianificando la creazione di software e strumenti web che permettano di rilevare e analizzare la quantità e la qualità dei dati, anche con riferimento al metodo del confronto comparativo rispetto alla stessa tipologia di dati esposta da amministrazioni diverse, al fine di individuare eventuali interventi necessari per garantire una maggiore omogeneità e un adeguamento alle regole. In secondo luogo, si stanno individuando dei professionisti, interni ed esterni all’Agenzia (che saranno poi contrattualizzati), per supportare, con il coordinamento di AgID, le amministrazioni e gli altri soggetti interessati nel processo di attuazione, al fine di comprendere i motivi ostativi all’omogeneizzazione dell’offerta di dati e incrementare la quantità e la qualità dei dati”. 

Piano di apertura dei dati: AgID definisce le priorità tra le diverse tipologie di dati

AgID si concentrerà innanzitutto sul percorso di apertura dei dati, un tema che ha suscitato notevole partecipazione durante il confronto pubblico e che prevede la predisposizione di un Piano di apertura da inserire nel Piano triennale per l’informatica della pubblica amministrazione che ciascuna amministrazione è chiamata a definire. “Per il Piano di apertura – afferma Asunis – suggeriamo di utilizzare lo stesso formato del Piano Triennale ICT, basato su target e scadenze, e che indichi dei criteri per attribuire priorità ai dati da aprire, dato il numero di tipologia di dati esistenti”. La predisposizione di tale Piano rientra tra i compiti che la Circolare n. 3/2018 del Ministro per la pubblica amministrazione raccomanda di assegnare al Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD).

L’Agenzia ha individuato i criteri e le modalità di apertura dei dati in base ad una scala di priorità che tenga conto della tipologia del dato. Per esempio, hanno priorità i dati cui è attribuito un elevato valore, di cui al Regolamento di esecuzione (UE) 2023/138 della Commissione del 21 dicembre 2022 che stabilisce un elenco di serie di dati di elevato valore e le relative modalità di pubblicazione e riutilizzo; i dati di tipo dinamico, che prevedono variazioni in breve tempo, con elevata frequenza e periodicità di aggiornamento (sono dati dinamici i dati ambientali, relativi al traffico, satellitari o meteorologici); dati per cui esistono richieste di riutilizzo da parte soggetti e utenti esterni (sulla base dell’art. 5 del Decreto e della procedura di cui al paragrafo 5.2 delle Linee guida); dati da aprire sulla base degli obblighi derivanti da specifiche disposizioni normative, ne è un esempio il decreto legislativo n° 33 del 2013 sulla trasparenza (nella pratica non sempre considerato).

Interoperabilità dei dati: il ruolo chiave del catalogo nazionale per le pubbliche amministrazioni

Un tema delicato riguarda l’interoperabilità dei dati, una sfida affrontata attraverso il catalogo nazionale per lo scambio di dati e informazioni tra pubbliche amministrazioni, che standardizza i modelli di dati condivisi garantendo che il formato e il significato delle informazioni scambiate siano preservati durante gli scambi. C’è un’interoperabilità piena e completa anche per i dati territoriali, nonostante non esista un catalogo nazionale della semantica indipendente, come precisa Asunis. Esiste però la Direttiva 2007/2/CE, cosiddetta Direttiva INSPIRE, che prevede i sistemi e i registri europei a cui devono essere affiancati e federati i registri degli Stati membri. In Italia abbiamo dei registri specifici italiani, federati con il framework INSPIRE, come il portale geodati.gov.it , chiamato RNDT – Repertorio nazionale dei dati territoriali disponibili presso le pubbliche amministrazioni italiane, gestito dall’Agenzia per l’Italia digitale.

INSPIRE prevede 3 formati: GML (Geography Markup Language), GeoJSON e GeoPackage. Le linee guida open data consentono ulteriori formati, ad es. lo shapefile, tra i più diffusi nella pratica, e ora gestito da strumenti open. 

Il formato rappresenta un aspetto prioritario in termini di qualità e funzionalità, se non viene rispettato, l’interoperabilità viene compromessa.

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