My Neighbourhood: un progetto di vicinato intelligente
Tra i tanti progetti che scopriremo a #sce2014 ce n’è uno che coniuga soluzioni e servizi basati sulla prossimità con l’intelligenza di una piattaforma digitale, è Myneighbourhood: la visione proposta è quella di un rinascimento urbano che parta dal basso, dalla dimensione comunitaria e di quartiere.
3 Settembre 2014
Francesca Rizzo, Grazia Concilio, Francesco Molinari
Tra i tanti progetti che scopriremo a #sce2014 ce n’è uno che coniuga soluzioni e servizi basati sulla prossimità con l’intelligenza di una piattaforma digitale, è Myneighbourhood: la visione proposta è quella di un rinascimento urbano che parta dal basso, dalla dimensione comunitaria e di quartiere.
Il progetto pilota MyNeighbourhood – MyCity, promosso e co-finanziato dall’Unione Europea su fondi del programma CIP (Competitività e Innovazione), sta innovando profondamente la visione fin qui maggioritaria di Città Intelligente (o “Smart City”), in un modo che può essere sintetizzato dalla considerazione del fattore umano come pari ordinato a fianco delle tecnologie all’interno dei processi di rigenerazione urbana, ovvero fotografato dall’aggiunta dell’aggettivo “Human” (prima di “Smart”) davanti alla parola “City”.
Più precisamente, la visione proposta è quella di un rinascimento urbano che parta dal basso, dalla dimensione comunitaria e di quartiere (in inglese appunto Neighbourhood), ricordando l’importanza vitale che fino a pochi decenni fa i rapporti di vicinato e di solidarietà fra membri di uno stesso nucleo abitato (o gruppo di insediamenti urbani, di solito periferici) rivestivano nei confronti delle capacità delle famiglie e delle persone di resistere alle avversità e alle crisi sociali anche gravi, grazie all’attivazione di meccanismi di compensazione e aiuto informale (studiati in letteratura sotto la dicitura di “capitale sociale”), al di là degli stessi obblighi di parentela ovvero dei vincoli di appartenenza a una comune estrazione culturale (si pensi ai gruppi chiusi di immigrati tuttora presenti nelle nostre città).
L’ipotesi di lavoro, attualmente verificata in quattro contesti urbani abbastanza eterogenei fra loro (Aalborg in Danimarca, Birmingham nel Regno Unito, Lisbona in Portogallo e il quartiere di Quarto Oggiaro in comune di Milano), è che la tradizionale presenza pubblica con funzioni di intervento sulle emergenze sociali e di protezione dai rischi legati alla convivenza civile in condizioni di particolare degrado, può essere significativamente migliorata grazie all’uso di un “mix” fra tecnologie ICT e metodologie di codesign partecipato di servizi, in grado di riportare alla luce l’antico spirito solidaristico e il clima di rispetto e fiducia un tempo riscontrabili con molta maggiore intensità nei medesimi contesti osservati.
In particolare nel comune di Milano (con l’Amministrazione stessa coinvolta direttamente in qualità di partner nel consorzio europeo, assieme al Politecnico di Milano e a un team ICT coordinato da Ricardo Stocco) le attività condotte da progetto sono state:
- Il rinnovamento delle forme e modalità di presenza dell’Amministrazione comunale all’interno del quartiere degradato di Quarto Oggiaro, recuperando su un’ipotesi di collaborazione molto concreta e finalizzata nel tempo i rapporti con l’associazionismo, gli esercizi di vicinato, le scuole ed in particolar modo i nuclei familiari ed i singoli residenti, spesso appartenenti a gruppi di immigrazione;
- Una coprogettazione partecipata di servizi, che si sono tradotti in due grandi iniziative di innovazione organizzate e gestite dal basso, la prima denominata Quarto Food Club e consistente in un servizio ristorazione offerto alle persone anziane, con il coinvolgimento degli studenti dell’Istituto Alberghiero presso i locali della scuola, e la seconda Quarto Gardening, ovvero la mobilitazione degli studenti dell’Istituto Agrario (assieme ai residenti) per il miglioramento e la manutenzione delle aree verdi presenti nel quartiere;
- L’integrazione di un preesistente servizio di comunicazione “di quartiere”, denominato QuartoWeb, che oltre a varie funzionalità di tipo “social” consente ora a chiunque ne abbia interesse di geo-referenziare le proprie iniziative e invitare altri utenti della piattaforma a collaborare a progetti di interesse comune.
Le attività di progetto stanno continuando con successo sia a Milano che negli altri piloti, ed in particolare si stanno creando le condizioni per estendere le sperimentazioni pilota anche ad altri quartieri delle stesse città (ad esempio a Milano nell’area di via G.B. Morgagni e dintorni).
La piattaforma di MyNeigborhood è open e:
1) combina i dati e le funzionalità delle Apps esistenti sulle informazioni nelle città (i.e. MyCityWay, Foursquare) con nuovi strumenti che rafforzano i legami tra le persone in contesti locali sia on line che nella realtà; con nuovi strumenti che connettono le persone sia on che offline;
2) usa le tecniche della gamification per incoraggiare le persone e coinvolgere maggiormente nei progetti per il loro quartiere.
I quartieri di Birmingham, Lisbona, Aalborg and Milano stanno usando la piattaforma di My Neighborhood per aiutare le municipalità a ricostruire I legami di prossimità tra le persone.
Attraverso quest’approccio e questi obiettivi il progetto mira a creare un’idea più innovative di ‘Smart City’, che focalizza maggiormente l’attenzione sul ruolo che le persone e i cittadini possono avere in una città intelligente per migliorare la qualità della loro vita quotidiana ed il proprio benessere.