Udine, orti urbani da Oscar

Home Temi Verticali Energia e Ambiente Udine, orti urbani da Oscar

Socializzazione, solidarietà, educazione, innovazione, economia locale sostenibile, hanno reso l’esperienza udinese un modello per molte città italiane. Non a caso Udine è stata nominata “capofila nazionale” per la rete degli orti urbani di Coldiretti e Campagna Amica. Il verde urbano autogestito, in quanto bene comune, diventa occasione di socializzazione e aggregazione. L’autogestione stavolta non è protesta, ma collaborazione. Anche questa è la Smart City.

16 Dicembre 2013

E

Eleonora Bove

Socializzazione, solidarietà, educazione, innovazione, economia locale sostenibile, hanno reso l’esperienza udinese un modello per molte città italiane. Non a caso Udine è stata nominata “capofila nazionale” per la rete degli orti urbani di Coldiretti e Campagna Amica. Il verde urbano autogestito, in quanto bene comune, diventa occasione di socializzazione e aggregazione. L’autogestione stavolta non è protesta, ma collaborazione. Anche questa è la Smart City.

Siamo andati a vedere le città hi tech in Oriente o quelle digitali nel deserto arabico, ma per parlare di smart city non bisogna necessariamente attraversare l’Oceano, torniamo a parlare italiano perché anche nel nostro Paese ci sono buoni esempi e buone pratiche che hanno il pregio in più di poter essere replicate. E’ questo il caso degli orti urbani di Udine: basta poco infatti per trasformare una politica di riqualificazione urbana in un intervento “smart” sul territorio, con coniugando al contempo ambiente e partecipazione pubblica. Recuperare spazi pubblici con finalità sociali, questo il punto, basta ascoltare e saper guardare un po’ più in là del proprio naso.

Un orto da Oscar

75 orti in quattro diversi quartieri, quasi 80 lotti coltivabili, più di 2000 persone coinvolte solo nel 2012, oltre 600 quelle che hanno partecipato ai corsi pubblici di educazione alla sostenibilità e alla salute, mostre a tema che in tre mesi hanno raggiunto di 3000 visitatori: questi sono i numeri da Oscar del progetto “L’Orto e la Luna” che è valso al Comune di Udine il premio Green di Coldiretti, un riconoscimento nazionale dedicato alle eccellenze del mondo rurale e istituzionale. Nato nel 2010 il progetto nel corso dei tre anni è costato circa 150 mila euro di fondi comunali, esclusivamente per progettazione e realizzazione delle aree. Il progetto, infatti, una volta avviato si sostiene autonomamente, senza ulteriore aggravio per le casse comunali: la manutenzione e le attività complementari sono frutto di collaborazioni, volontariato o lavori in economia. Le bollette vengono inoltre coperte dal canone di 4 euro mensili pagato da ciascun assegnatario.

Coprogettazione, solidarietà e aggregazione che dà il buon esempio

Gli orti urbani udinesi oggi sono non solo un esempio di riqualificazione urbana verde, ma anche di una politica sociale volta a ricostruire il senso di appartenenza alla comunità. Ogni area dedicata agli orti urbani è diventata un luogo di aggregazione e socializzazione. Un risultato si può dire raggiunto, grazie alla coprogettazione delle aree da destinare alla coltivazione realizzata con gli attori del territorio.  Il metodo partecipativo adottato in fase di progettazione e gestione ha permesso di calibrare i progetti sulle reali necessità del territorio, ottimizzando l’utilizzo di risorse ed educando nel contempo i cittadini sui meccanismi della democrazia e sui temi dell’impegno per una migliore qualità della vita.

Le soluzioni progettuali hanno beneficiato delle idee dei portatori di interesse, con feedback preziosi per i progettisti; si sono inoltre avviate nuove sperimentazioni e sinergie, nate grazie alle occasioni di incontro e collaborazione delle varie attività di progetto.

Sulla scia dell’esperienza comunale sono nate molte altre iniziative indipendenti, ispirando progetti che ora crescono ed ampliano l’offerta a livello cittadino, amplificando i risultati dell’esperienza dell’Amministrazione, a beneficio dell’intera città ed anche oltre i limiti amministrativi. L’obiettivo dichiarato dall’ amministrazione di creare percorsi di cittadinanza attiva come occasioni di aggregazione sociale che favoriscano i rapporti interpersonali, la conoscenza e la valorizzazione dell’ambiente urbano, nonché lo svolgimento da parte di persone anziane di attività utili alla prevenzione, al mantenimento e alla cura della salute, pare pienamente soddisfatto.

Per un buon risultato ci vuole studio

La localizzazione delle aree non è casuale, ma frutto di uno studio urbanistico preciso, oltre che dell’ascolto della cittadinanza. Gli orti infatti si localizzano in posizioni strategiche e razionali, in simbiosi con i servizi esistenti: aree naturali, parchi giochi, centri scolastici, piste ciclabili, luoghi di aggregazione ed identità. Le aree che, una volta individuate, vengono progettate sulla base delle esigenze locali dei cittadini e, per quelli in difficoltà, si adottano misure di supporto sociale, come l’esenzione dal pagamento del canone annuale (48 euro).

Il progetto

Per ciascuna area individuata il processo prevede l’attivazione di una fase partecipata sin dalle fasi iniziali, per raccogliere le manifestazioni di interesse, concordare con i cittadini il luogo e le caratteristiche progettuali. A incontri pubblici ed eventi informativi seguono l’effettiva realizzazione e la pubblicazione di un bando. Formulata una graduatoria per ciascuna categoria di beneficiari: famiglie, anziani, scuole e associazioni si procede all’assegnazione e all’elezione del “comitato di gestione”, in un costante ed innovativo esercizio di democrazia partecipativa.

Nel corso dell’anno, parallelamente, in tutta la città vengono organizzati corsi, eventi, giornale periodico, mostre, convegni, aperti a tutta la cittadinanza, per educare e trasmettere un messaggio di impegno verso la sostenibilità, a favore di una maggio qualità della vita.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!