Accordi tra PA e piattaforme mobile payment: i casi di successo

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Nelle città in
cui il processo è partito dalla
definizione dei
requisiti
e in cui questa attività indispensabile ha
coinvolto attivamente tutti gli attori interessati (produttori,
decision maker, cittadini e rappresentanti degli enti pubblici e privati del
territorio),
la diffusione del mobile payment
è stata rapida ed è in costante crescita, portando allo sviluppo di un ampio paniere di servizi integrati

3 Febbraio 2016

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Enrico Sponza, presidente consorzio Movincom

Negli ultimi mesi dell’anno scorso l’abbiamo letto da più parti: il 2016 sarà l’anno del mobile payment. Il tasso di crescita del settore dei pagamenti digitali nel nostro paese ha ormai superato quello dell’e-commerce e sul mercato italiano sono già disponibili molti servizi di pagamento sviluppati con logica mobile first.

Se questo trend continuerà, nel 2017 il mercato del mobile payment dovrebbe arrivare a valere, secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, tra i 4 e i 5 miliardi di Euro

Il merito del progressivo avvicinamento delle persone a questo genere di servizi è da attribuirsi, a mio parere, a due fattori: In primo luogo all’evoluzione tecnologica dei sistemi e delle piattaforme, che ha reso sempre più semplici i processi per la gestione dei pagamenti da parte degli utenti e in seconda battuta all’impegno delle amministrazioni locali sul territorio, che hanno investito risorse e tempo per rendere disponibili ai loro cittadini servizi di mobile payment, soprattutto nell’ambito del trasporto e della sosta.

I servizi legati alla mobilità, pubblica e privata, infatti, sono un volano essenziale per lo sviluppo del mobile payment, poiché hanno un ampio impatto sulla quotidianità. Ogni giorno milioni di persone si spostano, utilizzando i mezzi pubblici o la loro auto, per andare al lavoro, per svolgere commissioni o per mille altri motivi. I cittadini di tutta Italia, si confrontano quindi quotidianamente con la necessità di pagare la sosta sulle “strisce blu”, o nei posteggi in struttura, o di comprare e utilizzare i biglietti per autobus e mezzi di trasporto pubblici.

I servizi di mobile ticketing e mobile payment possono dunque contribuire a semplificare significativamente la loro routine quotidiana, consentendo loro anche di risparmiare tempo e denaro. Per questo le persone sono propense a sperimentare questo genere di servizi prima di altri e la mobilità costituisce – per la maggioranza degli utenti – la “porta d’ingresso” attraverso cui essi si avvicinano al mondo dell’ ePayment.

Le scelte e le azioni dei responsabili della PA, in tema di trasporti pubblici, possono giocare quindi un ruolo fondamentale nel favorire la “crescita digitale” dei cittadini e nel sostenere l’affermazione dei sistemi di pagamento mobile nel nostro paese.

Il ruolo dei decisori pubblici in questo settore tuttavia può davvero “fare la differenza”, a mio parere, soltanto se non si limita esclusivamente alla selezione e all’implementazione di servizi già esistenti, sul territorio, ma interessa piuttosto tutti gli ambiti della filiera produttiva e distributiva del mobile payment.

Iniziando, a monte, dalla collaborazione attiva con i produttori delle piattaforme, per la definizione dei requisiti di sistema e arrivando fino alla comunicazione capillare verso i cittadini delle funzionalità e dei vantaggi dei servizi offerti. Senza prescindere, ovviamente dall’indispensabile attività di regolamentazione e normazione in tema di sicurezza e riservatezza, vero e proprio prerequisito indispensabile per il successo di qualsiasi servizio di mobile payment, in Italia, come nel resto d’Europa.

L’esperienza di Movincom, il consorzio che rappresento e che fin dal 2010 lavora a fianco degli enti pubblici e delle amministrazioni locali e nazionali per sviluppare soluzioni di mobile ticketing e mobile payment ad alto tasso di innovazione, dimostra chiaramente questo assioma.

Nelle città in cui la collaborazione con le amministrazioni comunali e con le TPL è iniziata fin dalla fase di definizione dei requisiti e in cui questa attività indispensabile ha coinvolto attivamente tutti gli attori interessati (produttori, decision maker, cittadini e rappresentanti degli enti pubblici e privati del territorio), la diffusione del mobile payment è stata rapida ed è in costante crescita , anno dopo anno.

E il caso, ad esempio, di Vicenza, vera e propria smart city, che oggi costituisce un caso di eccellenza in Italia in tema di pagamenti digitali in mobilità.

La collaborazione ab origine con gli enti locali e gli altri soggetti presenti sul territorio ha portato allo sviluppo condiviso di un ampio paniere di servizi integrati che non si limita alla sola mobilità (acquisto di biglietti e abbonamenti per i bus con servizi infomobilità integrati, pagamento della sosta sia a raso che in struttura e rinnovo dei permessi per i residenti), ma si allarga a molti altri ambiti della quotidianità dei cittadini: dal pagamento delle bollette di luce e gas, fino alla biglietteria teatrale e museale. I risultati dimostrano il successo di questo modo di procedere. Oggi a Vicenza, grazie anche a una capillare attività di comunicazione implementata dalla amministrazione locale, insieme a Movincom e diretta ai cittadini il mobile payment è arrivata a produrre quasi 1 milione di Euro di volume transato in un mese , con circa un terzo (32%) dei cittadini del capoluogo veneto che acquista i biglietti o rinnova l’abbonamento dei mezzi pubblici via mobile.

Il vantaggio di questo modo di procedere, ossia con una stretta collaborazione tra chi produce le piattaforme e i rappresentanti della PA sul territorio, tuttavia, non si misura soltanto in termini di volumi di transato, o utilizzo dei servizi, ma spesso anche in termini di maggior efficienza ed efficacia delle soluzioni implementate e quindi di ritorni reali e misurabili per le amministrazioni locali. Emblematico, sempre a Vicenza, il caso dei bus notturni a chiamata tramite QRcode, che ha permesso di eliminare linee di autobus che giravano pressoché vuote, con risparmi di centinaia di migliaia di Euro per la collettività, senza rinunciare alla qualità del servizio fornito.

Un altro “caso di scuola” in questo senso può essere rappresentato da quanto il nostro Consorzio ha realizzato in collaborazione con CTM l’azienda dei trasporti pubblici di Cagliari e con quella di Parma (TEP).

In questi due casi Movincom, oltre ad aver integrato la propria piattaforma di mobile payment Bemoov all’interno delle APP prodotte dalle due TPL, per permettere agli utenti l’acquisto e la validazione digitale dei titoli di viaggio (biglietti ed abbonamenti), ha sviluppato anche, di concerto con i vertici delle aziende di trasporto, sistemi per il controllo dell’evasione dei pagamenti e per la lotta alla contraffazione dei ticket digitali. Questi sistemi basati su brevetti depositati dal Consorzio, che consentono ai verificatori incaricati dalle aziende di controllare sui mezzi l’effettiva validazione dei biglietti digitali in modo sicuro ed efficiente, impedendo ad es. l’obliterazione “last second” solo alla vista del controllore, stanno contribuendo a ridurre l’evasione – che nel solo capoluogo sardo, ad esempio, era stimabile annualmente intorno al 12% dell’utenza – e si traducono quindi in un aumento degli incassi per le TPL che li hanno applicati. Un segno sicuro e quel che più conta misurabile, dei vantaggi di un processo di sviluppo condiviso tra produttori di servizi e PA.

Più la collaborazione tra i produttori e la Pubblica Amministrazione si estende a tutti i livelli della “cosa pubblica” maggiori sono i vantaggi per i cittadini, anche in termini di semplificazione dei processi e usabilità.

Nella Regione Trentino Alto Adige, ad esempio, grazie ad un forte spirito collaborativo tra i concessionari dei maggiori capoluoghi, che sono riusciti a gestire una selezione comune, è attivo in tutto il territorio lo stesso sistema di mobile parking, MyCicero, che integra per il pagamento la nostra piattaforma Bemoov. Con una sola registrazione al servizio, quindi, i cittadini possono parcheggiare e pagare la sosta su tutto il territorio regionale. Anche l’Emilia Romagna – dove è presente un’alta concentrazione di servizi integrati di trasporto e parcheggio pagabili con Bemoov, tra cui spicca per diffusione SostaFacile – è un altro esempio di eccellenza in questo senso.

Questo assioma resta valido, a mio parere, anche a livello nazionale. Per questo Movincom ha intrapreso un percorso in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) per l’integrazione del proprio plugin Bemoov in PagoPA, il Nodo dei Pagamenti che l’agenzia sta sviluppando e che dovrà garantire entro il 31 dicembre 2016 la transizione ai servizi digitali della PA.

Questa integrazione, una volta realizzata consentirà alle amministrazioni di offrire ai cittadini la possibilità di utilizzare il mobile payment per il pagamento dei servizi on demand della pubblica amministrazione (tasse scolastiche, mensa, ecc.), garantendo la conformità e l’adesione nativa al Nodo dei Pagamenti.

Lo sviluppo del mobile payment in Italia è strettamente correlato alla riduzione del ePayment divide e non può prescindere da una stretta collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e i soggetti in grado di sviluppare circuiti di servizi e soluzioni innovative, nonché da un confronto serrato e produttivo non solo sulle norme che regolano il settore, ma anche, se non soprattutto, sui requisiti che i futuri servizi di pagamento digitale in mobilità dovranno rispettare.

Soltanto se questa collaborazione si svilupperà a tutti i livelli, il 2016 potrà davvero essere l’anno di svolta del mobile payment in Italia.

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