Agenda Digitale: è l’ora della partecipazione

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Si è aperta la consultazione pubblica per le azioni di Agenda Digitale. E’ la prima volta che viene sottoposta a consultazione una politica pubblica di una tale rilevanza ed ampiezza e non possiamo che rallegrarcene. Dall’11 aprile al 15 maggio sarà possibile intervenire compilando un questionario (forse un po’ rigido), esprimendo giudizi e priorità rispetto a ciascun obiettivo e a ciascuna azione delle sei aree tematiche (per ciascuna tra l’altro avremo a FORUM PA un seminario di approfondimento diretto dallo stesso coordinatore del tavolo di lavoro) e, soprattutto, indicare ostacoli e proporre correttivi e esprimere proposte e idee nuove, anche articolate.
Sono ottimista rispetto alla partecipazione, perché c’è grande attenzione e attesa, ma sarei anche più ottimista se avessi trovato sul sito dell’agenda digitale o nei documenti ufficiali risposta ad alcune domande che mi sembrano prioritarie.

18 Aprile 2012

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Carlo Mochi Sismondi

Articolo FPA

Si è aperta la consultazione pubblica per le azioni di Agenda Digitale. E’ la prima volta che viene sottoposta a consultazione una politica pubblica di una tale rilevanza ed ampiezza e non possiamo che rallegrarcene. Dall’11 aprile al 15 maggio è possibile intervenire compilando un questionario (forse un po’ rigido), esprimendo giudizi e priorità rispetto a ciascun obiettivo e a ciascuna azione delle sei aree tematiche e, soprattutto, indicare ostacoli e proporre correttivi e esprimere proposte e idee nuove, anche articolate.

Sono particolarmente interessato anche perché per ciascuna area tematica avremo nel programma di  FORUM PA un seminario di approfondimento diretto dallo stesso coordinatore del tavolo di lavoro.

Compilerò quindi il questionario con molta attenzione riportando le tante proposte che in questi mesi ci sono giunte, anche con il contest per “Le 101 idee per una PA migliore” [a tal proposito vi segnalo l’uscita della nostra pubblicazione scaricabile gratuitamente in formato epub, pdf e "sfogliabile"], ma vorrei qui anticipare alcune considerazioni di contesto che, se fossero recepite, renderebbero la consultazione più utile e ricca.

Sono ottimista rispetto alla partecipazione, perché c’è grande attenzione e attesa, ma sarei anche più ottimista se avessi trovato sul sito dell’agenda digitale o nei documenti ufficiali risposta ad alcune domande che mi sembrano prioritarie e che provo ad elencare velocemente:

  • La prima riguarda la composizione e il funzionamento dei tavoli. Sul sito ufficiale un video presenta le modalità di lavoro della cabina di regia, ma manca la composizione dei sei tavoli, di cui conosciamo solo il nome del coordinatore e manca una più stringente descrizione di come parteciperanno effettivamente ai lavori gli stakeholders. Abbiamo disperatamente bisogno di “tavoli aperti” e non di gruppi di lavoro fatti solo di funzionari ministeriali, per quanto bravi e competenti siano.
  • La seconda perplessità riguarda le risorse: la “bufala” dell’innovazione a costo zero non ha mai convinto nessuno, men che meno ora. E’ necessario investire per avere poi ritorni anche in termini di miglior impiego di risorse e di risparmi nelle spese di funzionamento. Gli investimenti, in tempi di risorse così scarse, presuppongono però scelte e priorità, che sono la quintessenza della politica. A cosa siamo disposti a rinunciare per avere una vera Agenda Digitale Italiana che ci porti a competere in Europa e nel mondo ad armi pari? Cosa farà il Governo per trovare risorse vere (non riciclaggi di vecchie poste, già impegnate)?
  • Infine, ma più grave di tutti, il tema della Governance e della sua sostenibilità nel tempo. Io sono fermamente convinto che se una cabina di regia con sei grandi protagonisti può essere utile nella fase di elaborazione della strategia, a patto di avere le idee molto chiare, non sia assolutamente la scelta migliore in fase di attuazione delle politiche. La geografia istituzionale riguardo al governo dell’ICT e dell’innovazione in generale è oggi, a voler usare un eufemismo, molto confusa: un Dipartimento senza testa, una struttura come DigitPA nei fatti immobilizzata, almeno tre deleghe a Ministri diversi, ma in gran parte sovrapposte. Non mi pare aria di andare in Paradiso.

Credo che abbiamo bisogno assoluto di una responsabilità forte ed unitaria, che risponda direttamente al Presidente del Consiglio e che abbia in carico il grande obiettivo di far superare al nostro Paese il serio Gap nella digitalizzazione, nell’uso della rete, nell’informatizzazione della PA che più volte abbiamo messo in luce. Più volte si è parlato di istituire, come c’è in USA e in UK un CIO (Chief Information Officer) pubblico: questo è il momento di farlo davvero. Se qualcuno me lo chiedesse avrei anche in testa il nome. Magari lo propongo nella consultazione… non si sa mai!

 

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