Agenda Digitale Europea accoglie la sfida del genere. Una proposta per Agenzia Italia Digitale

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È da ormai diversi anni che con lo ECWT – European Centre for Women and Technology stiamo lavorando attivamente sull’integrazione di una dimensione di genere nell’Agenda Digitale Europea. La sintesi delle raccomandazioni per un’Agenda Digitale di Genere, emerse dalla rete italiana di ECWT e dai soggetti attivi sul tema, potrebbe indirizzarsi all’Agenzia per l’Italia Digitale. Per andare verso l’integrazione trasversale di un approccio di genere nelle politiche per l’innovazione sarebbe utile che proprio l’Agenzia si facesse carico del tema, come è avvenuto in altri contesti, si pensi alla Svezia e al programma di Vinnova, magari iniziando con la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc.

13 Marzo 2013

M

Maria Sangiuliano

Articolo FPA

È da ormai diversi anni che con lo ECWT – European Centre for Women and Technology stiamo lavorando attivamente sull’integrazione di una dimensione di genere nell’Agenda Digitale Europea. Dal 2009 abbiamo supportato la DG INFSO nella promozione del Codice delle Buone Pratiche per accrescere il ruolo delle donne nelle ICT, firmato dalle più grandi aziende del settore.

Un primo position paper è stato presentato da ECWT ad una conferenza di organizzata a Budapest in occasione dell’8 Marzo 2011 dalla Commissione Europea: lo European Centre sollecitava ad allineare l’Agenda Digitale Europea ad una prospettiva di genere. Questa la parola d’ordine, con il doppio intento da una parte di rendere trasversale la lettura di genere nelle politiche per l’innovazione, dall’altra di insistere sul rafforzamento delle competenze digitali delle donne, nelle fasce cosiddette ‘deboli’ e  nelle giovani e, in generale, per uno sviluppo di skills avanzate.

Oggi l’Agenda Digitale Europea prevede l’Azione n°60, intitolata “Increase Participation of Women in the ICT workforce” che si concretizzerà, per il solo 2013, nella presentazione di uno studio sulle buone prassi a livello europeo per aggiornare il Codice sopra menzionato, e con un evento  in programma il 25 aprile prossimo, organizzato da ITU e DG Connect per celebrare la campagna globale Girls in ICT Day e accompagnato da un Parliamentary Hearing sullo stesso tema.

Non solo, visto che comunque il tema è ormai in agenda – e la Commissaria Neelie Kroes non perde occasione per sottolinearlo – la questione sarà incorporata anche nell’ambito della nuova iniziativa multistakeholder “Grand Coalition for Digital Jobs”. Presentata questo mese con un positivo sforzo di collaborazione trasversale tra DG Connect, DG Enterpise, DG Employment e DG Education l’iniziativa mira proprio a contrastare gli stereotipi negativi sulle professioni ICT, a migliorare l’offerta formativa per l’avanzamento delle competenze digitali entro standard condivisi, e favorire la nascita di nuove start up.

Visto che l’Europa sta dando il buon esempio, sarebbe legittimo aspettarsi una simile direzione anche da parte degli Stati Membri. Eppure, soprattutto quando si tratta di ‘genere.’ pare che il cosiddetto ‘policy learning’, ovvero l’apprendimento per confronto, adattamento, imitazione (e scambio) di buone pratiche, non funzioni come accade in altri ambiti.

In realtà, il lavoro della Cabina di Regia dell’ADI  (Agenda Digitale Italiana) pareva promettente. La questione era stata inclusa entro i lavori del Gruppo sulle Competenze Digitali proponendosi di:

  • fornire esempi e modelli positivi per le donne che vogliono entrare nel settore delle tecnologie digitali e/o intraprendere una carriera da startupper
  • promuovere il ruolo delle donne come utenti attive, creatrici e produttrici di tecnologie e protagoniste dell’innovazione.

Nel giugno del 2012, il Punto di Contatto Nazionale di ECWT, coordinato dall’Università Ca’ Foscari/CISRE Formazione Avanzata, dopo aver condotto con successo la campagna e-Skills Week 2012 in Italia,  ha promosso un convegno sugli approcci inclusivi agli interventi per le competenze digitali. In quell’occasione un’intera sessione di workshop è stata dedicata al tema Genere & Inclusione per l’Agenda Digitale Italiana, e le decine di organizzazioni coinvolte hanno presentato un documento di 11 raccomandazioni specifiche all’ADI.

Le idee portanti erano inclusione, come attenzione ai target e ai bisogni specifici ed agli intrecci tra genere ed altre dimensioni di differenza/discriminazione, e adozione di un approccio di genere trasversalmente alle politiche per l’innovazione.

Le proposte concrete hanno spaziato dagli interventi in campo educativo- formativo, all’utilizzo dei media televisivi, alla rivalutazione del telelavoro con modalità flessibili, alla promozione di approcci e metodologie di genere in tutto il ciclo della RST, inclusa la progettazione e l’implementazione dei progetti per le Smart Cities.

Nel frattempo, si è giunti alla approvazione del Decreto Sviluppo 2.0 che, come noto, ha purtroppo decisamente penalizzato gli interventi sulle competenze digitali e, con essi, ogni riferimento alle questioni di genere è stato spazzato via.

Eppure ormai una sensibilità su questi temi sta trovando canali di espressione e non potrà essere ignorata ancora a lungo dai decisori politici, a prescindere da come si configurerà l’auspicata governabilità del nostro paese nei mesi a venire.

Dallo scorso autunno il Punto di Contatto Nazionale di ECWT ha iniziato una proficua collaborazione con Stati Generali Innovazione, che ha portato tra l’altro all’evento  Smart Cities, Genere e Inclusione, in  occasione di Smart Cities Exhibition 2012, da cui è nata un’iniziativa congiunta con FORUM PA che verrà presentata in una delle prossime uscite di questa rubrica.

Stati Generali Innovazione ha, da parte sua, promosso una Carta degli Intenti per l’Innovazione firmata da circa 80 candidati/e alle elezioni parlamentari, che ha incluso un punto specifico sul genere nelle politiche per l’innovazione. Proprio in collegamento alle attività di SGI è nata la vivace lista di discussione WISTER (Women for Intelligent & Smart Territories).

Sono poi numerose e di successo le iniziative che associazioni ed enti in tutta Italia portano avanti su questi temi. Basti pensare a WomenTech a Milano, alle azioni di ITWIIN – Rete delle donne italiane inventrici e innovatrici, i progetti europei della Scuola di Robotica, gli studi di Observa Science in Society, la rete delle GGD e molti altri  ancora.

Per concludere, nel quadro attuale, una sintesi delle raccomandazioni per un’Agenda Digitale di Genere, emerse da parte della rete italiana di ECWT e dei vari soggetti attivi su questi temi, potrebbe indirizzarsi proprio all’Agenzia per l’Italia Digitale.
Per andare verso l’integrazione trasversale di un approccio di genere nelle politiche per l’innovazione sarebbe utile che proprio l’Agenzia si facesse carico del tema, come è avvenuto in altri contesti, si pensi alla Svezia e al programma di Vinnova, magari iniziando con la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc.

L’appuntamento delle WISTER a FORUM PA 2013, Palazzo dei Congressi Roma, aperto a tutti, è in programma il 28 maggio dalle 15 alle 18: #PianoD: come liberare le risorse delle donne.
Il lavoro partecipato cominicia on line sul wikidedicato alle WISTER su Stati Generali dell’Innovazione.

 

Maria Sangiuliano è esperta di politiche di genere e project manager con oltre 10 anni di esperienza sul campo nella progettazione, esecuzione e valutazione di progetti europei su genere, occupazione e sviluppo regionale, donne e tecnologie. Collabora con alcuni tra i più attivi network europei su questi temi, lavorando spesso in contesti transnazionali.  Dopo molti anni di intenso lavoro per pubbliche amministrazioni italiane, coordinando progetti europei, approda alla libera professione e supera la selezione per il Roster Certificato di Consulenti sulle politiche di genere di UNDP – Regional Bratislava Centre for Europe and CIS Countries. E’ autrice del blog Spaghetti Gender. Femminista appassionata, è mamma di due bambini.

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