Agenda politico-parlamentare: quali temi e con quali soluzioni

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In occasione delle ultime elezioni politiche, l’Associazione Openpolis ha pubblicato una nuova edizione del suo test politico-elettorale di orientamento al voto: voisietequi.it. Hanno partecipato quasi 800mila cittadini rispondendo al questionario e confrontando le loro posizioni con quelle delle liste elettorali. Il successo dell’iniziativa sta in buona parte nell’impostazione scelta, ovvero focalizzare i temi più importanti e dirimenti della campagna elettorale e su questi interrogare partiti e cittadini. Ora c’è bisogno di strumenti di open lobbying dei cittadini, perché il web non serve solo per informarsi ma anche per organizzarsi.

13 Marzo 2013

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Vincenzo Smaldore*

Articolo FPA

In occasione delle ultime elezioni politiche, l’Associazione Openpolis ha pubblicato una nuova edizione del suo test politico-elettorale di orientamento al voto: voisietequi.it. Hanno partecipato quasi 800mila cittadini rispondendo al questionario e confrontando le loro posizioni con quelle delle liste elettorali. Il successo dell’iniziativa sta in buona parte nell’impostazione scelta, ovvero focalizzare i temi più importanti e dirimenti della campagna elettorale e su questi interrogare partiti e cittadini. Ora c’è bisogno di strumenti di open lobbying dei cittadini, perché il web non serve solo per informarsi ma anche per organizzarsi.

A questo proposito, vanno segnalati due aspetti.

  • Primo: se ci soffermiamo sui temi scelti per voisietequi.it risulta evidente il ritardo dei partiti rispetto alle necessità reali della società. Ben 7 su 25 riguardano questioni (diritti civili, precarietà, TAV, conflitto di interessi..) di cui si dibatte da anni, ma che ancora restano irrisolte e che noi avevamo già proposto per le edizioni di voisietequi del 2008 e del 2006.
  • Secondo: la risposta positiva degli utenti non sta solo nel numero di test fatti, ma anche nell’aver utilizzato ogni spazio di discussione concesso: dalle pagine dei commenti, agli account di openpolis su twitter e facebook senza dimenticare le centinaia di mail che abbiamo ricevuto.

Ovviamente, non si tratta di contrapporre “old politics vs smart citizens”, anche perchè si finirebbe per essere troppo critici sui primi e troppo generosi con i secondi. Sarebbe invece interessante immaginare nuove dinamiche di relazione fra elettori ed eletti all’insegna di uno scambio continuo, trasparente e documentabile.

Il web attraverso piattaforme dedicate, i social network e gli open data ci fornisce gli strumenti necessari.

Evidenti i vantaggi per il cittadino, che avrebbe maggior informazione sugli argomenti di suo interesse e maggior controllo sull’attività degli eletti, ma anche per il politico, che potrebbe rivedere il suo sistema di accountabilty cercando, attraverso il confronto, sia consenso per la propria attività che legittimazione per il sistema di rappresentanza.

Inoltre, sarebbe prefigurabile il contributo del cittadino (organizzato e in grandi numeri sul web) al processo decisionale attraverso nuove forme di lobbying. Se attualmente esistono fondamentalmente due forme di lobbying, ovvero quella delle grandi aziende per influenzare i partiti e quella che i partiti rivolgono ai cittadini per convincerli della bontà delle proprie scelte, i tempi sono maturi per un’attività di lobbying dei cittadini verso i decisori politici.

Siamo partiti da queste prime, semplici considerazioni che vogliamo condividere per avviare una riflessione su come “affrontare” la nuova Legislatura appena iniziata.

Ci auguriamo arrivino idee, spunti e riflessioni, anche sulle nostre piattaforme e sulle loro funzionalità, in primis openparlamento.it e voisietequi.it.


* Vincenzo Smaldore è membro dell’Associazione Openpolis.
Con il suo articolo continua la collaborazione editoriale di FORUM PA con l’associazione.

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