AgID: “Una domanda pubblica di qualità per fare l’agenda digitale”
Dopo l’incontro del 6 maggio, i lavori del tavolo procurement sono entrati nel vivo. L’Agenzia per l’Italia Digitale con questo contributo dà input al confronto e allo scambio di idee e progetti, come vuole il progetto “I Cantieri della PA digitale”, e che proseguirà in occasione di #forumpa2016 con un convegno dedicato agli acquisti pubblici di qualità
5 Maggio 2016
Mauro Draoli, responsabile Servizio strategie di procurement e innovazione del mercato, AgID
La domanda pubblica costituisce, in Italia come negli altri grandi Paesi, una leva concreta di politica industriale. Negli ultimi anni sta crescendo la consapevolezza, anche politica, che una migliore qualificazione della domanda pubblica , innovativa e sfidante, possa stimolare gli investimenti in ricerca industriale e indirizzare il mercato verso uno sviluppo qualitativo e competitivo dell’offerta.
In questo settore l’Italia si è dotata di una normativa moderna e competitiva, anche nei confronti di altri Paesi. Già nel febbraio 2012 la normativa che istituisce l’Agenda Digitale individua tra gli obiettivi la più diffusa utilizzazione degli acquisti pubblici innovativi e degli appalti pre-commerciali da parte delle amministrazioni pubbliche. A dicembre dello stesso anno, con il D.L. 179/2012, art. 19, il legislatore indirizza il procurement di innovazione verso l’obiettivo di mantenere e incrementare sul territorio nazionale competenze di ricerca e innovazione industriale . Con ciò esplicitando, nel caso ce ne fosse stato bisogno, l’ applicazione del procurement di innovazione quale leva di investimento pubblico indirizzata non solo alla modernizzazione della pubblica amministrazione, ma anche allo sviluppo del tessuto produttivo e al potenziamento della sua capacità di innovazione.
La procedura di appalto pre-commerciale (PCP) è il più noto tra gli strumenti di cui le pubbliche amministrazioni dispongono per stimolare la ricerca e l’innovazione. In sintesi, l’appalto pre-commerciale è una particolare formula di acquisto di servizi di Ricerca e Sviluppo (R&S) finalizzata alla creazione di soluzioni innovative – prodotti, servizi o processi non ancora presenti sul mercato – capaci di soddisfare concrete esigenze di performance e funzionalità del settore pubblico. Esso può trovare applicazione nei campi più vari: la sanità, la sicurezza pubblica e del territorio, la mobilità e i trasporti, il risparmio energetico …
Il legislatore indirizza esplicitamente l’applicazione del PCP allo sviluppo dell’Agenda Digitale Italiana, puntando il dito su almeno due caratterizzazioni strategiche dell’azione:
- l’emersione della domanda di innovazione da parte delle singole amministrazioni e l’aggregazione della medesima, eventualmente stimolata da meccanismi premianti;
- la realizzazione di una sorta di filiera istituzionale dell’innovazione , che veda la partecipazione dei principali stakeholder pubblici (MIUR, MISE, Agenzia per la Coesione Territoriale, Agenzia per l’Italia Digitale ….) e che abiliti uno sforzo sinergico e coerente con un obiettivo condiviso di innovazione del mercato, crescita e modernizzazione dell’amministrazione pubblica.
Si tratta di uno scenario che impone al funzionario pubblico una capacità di visione e di analisi di sistema (sia dal lato domanda, sia dal lato offerta) che sappia traguardare il risultato di breve periodo e ponga l’attenzione sulle ricadute e sull’impatto che, in un tempo anche più lungo, gli interventi di innovazione devono essere in grado di produrre. E tale prospettiva di lungo periodo dovrà consentire anche al mercato di valutare consapevolmente rischi e prospettive della partecipazione e dell’investimento nell’intervento di innovazione promosso dal soggetto pubblico.
Ne parleremo con gli esperti in un focus dedicato a FORUM PA 2016, “Le nuove regole, le competenze e le piattaforme tecnologiche e per un efficiente e trasparente procurement pubblico”. Le iscrizioni sono aperte.
All’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) il legislatore ha affidato specifici compiti di promozione e di attuazione di programmi di ricerca. In particolare, l’Agenzia per l’Italia Digitale costituisce la centrale nazionale di committenza di appalti pre-commerciali per la realizzazione dell’Agenda digitale italiana , e può operare in tal senso anche in aiuto delle Regioni e delle altre amministrazioni. Il Ministero della ricerca con un programma di 100 milioni di euro, il ministero dello Sviluppo economico con un programma di innovazione per le Smart Cities, annunciato a marzo 2016 e del valore di 50 milioni, le Regioni nell’ambito dei POR stanno rilasciando significative risorse finanziarie per appalti di innovazione e di ricerca. L’AgID sta dando il proprio supporto ove richiesto, anche con l’obiettivo di diffondere una autonoma capacità di operare in questo settore.
Spetta infatti al settore pubblico condurre queste iniziative con rigore e concretezza, spetta al mercato la valutazione delle iniziative, nell’ottica di una leale e aperta partecipazione.