Al via l’asta per le frequenze LTE

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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato ieri, 18 maggio, il provvedimento che definisce le procedure per l’assegnazione delle frequenze del dividendo digitale televisivo e delle altre frequenze disponibili per sistemi mobili a larga banda. L’obiettivo è di raggiungere quota 2,4 miliardi di euro.

19 Maggio 2011

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato ieri, 18 maggio, il provvedimento che definisce le procedure per l’assegnazione delle frequenze del dividendo digitale televisivo e delle altre frequenze disponibili per sistemi mobili a larga banda. L’obiettivo è di raggiungere quota 2,4 miliardi di euro.

Con il provvedimento approvato ieri dall’AGCOM sono state finalmente rese note le regole della più grande asta delle frequenze mai effettuata in Italia (poco meno di 300 MHz di banda) per i sistemi mobili.
L’Autorità ha stabilito un valore di partenza per la gara coerente con l’obiettivo di un incasso finale di 2,4 miliardi indicato dalla Legge di stabilità.

In particolare il provvedimento detta le linee guida per assegnare le frequenze nelle bande a 800, 1800, 2000 e 2600 MHz e per procedere al refarming della banda a 1800 MHz – già disciplinato dall’Autorità – oggi usata per il GSM, verso le più moderne tecnologie a larga banda quali LTE e Wimax.

Come si legge in una nota dell’AGCOM, inoltre, ai fini di razionalizzare il comparto radio mobile, vengono  prorogate le licenze esistenti a 900 e 2100 MHz.
Come precisato in alcune indicazioni ricevute durante la consultazione pubblica gli oneri burocratici a carico degli aggiudicatari sono stati alleggeriti, ma l’AGCOM fa notare che le norme a garanzia della libera concorrenza del mercato a favore degli utenti sono rimaste: in particolare è rimasto l’obbligo di abbattimento del digital divide nelle zone più scarsamente popolate per le aziende aggiudicatarie della banda a 800 Mhz (la più pregiata), ma le aree da coprire saranno suddivise nei vari blocchi di assegnazione e l’aggiudicatario di un blocco dovrà offrire, entro 5 anni, il servizio ad almeno il 75% dei comuni di ciascun elenco.

A garanzia di una maggiore concorrenza anche la possibilità di ingresso di eventuali nuovi competitori nel mercato mobile, grazie all’imposizione di un tetto di banda massima (25 MHz complessivi) assegnabile a ciascun concorrente.
Per l’Italia, quindi, a breve si spalancheranno le porte della banda larga mobile che già da tempo ha cominciato a conquistare fette importanti di mercato rispetto alla banda fissa, e per gli utenti sarà finalmente possibile avere accesso alla rete con velocità che arrivano fino a 100 Mbit al secondo. Come ha dichiarato, infatti, il Presidente dell’AGCOM Corrado Calabrò “Questa asta consentirà all’Italia di consolidare la leadership europea nella larga banda mobile mettendo a disposizione degli operatori un’ampia dotazione di risorse e di rispondere così alla necessità, già manifestatasi, di una maggiore capacità di banda per le attuali reti mobili a causa dell’enorme successo dei nuovi servizi derivanti dalla diffusione di palmari e tablet".

Un passo importante dunque, anche nei confronti degli obiettivi prefissati dalla digital agenda europea, anche se in molte zone d’Italia rimane l’interrogativo su quale sarà la sorte di quella percentuale di banda ancora occupata dagli operatori TV locali.

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