Anche la Sardegna ha la sua Agenda digitale: banda larga, open data e competenze

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Coniugare tradizione
e qualità della vita attraverso le tecnologie, questa in estrema sintesi l’obietti dell’agenda
Digitale della Regione Sardegna presentata lunedì 30 novembre a
conclusione di un tour che ha toccato molte delle principali città dell’Isola.

2 Dicembre 2015

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Redazione FPA

L’incontro del 30 novembre scorso a Cagliari è stato l’occasione per presentare le linee guida dell’agenda regionale sarda e per fare un bilancio del percorso di comunicazione e disseminazione che toccando alcuni dei capoluoghi di provincia ha voluto portare il più vicino possibile ai cittadini e alle aziende del territorio le finalità e gli obiettivi dei progetti che vedranno la luce nei prossimi mesi. In particolare l’Assessore agli Affari generali Gianmario Demuro ha sottolineato l’interesse suscitato nei cittadini e nelle imprese incontrati nelle varie tappe del tour, dai progetti che prenderanno il via nei prossimi. “Dalla sanità all’ambiente ai beni culturali alla scuola alle politiche sociali punteremo a migliorare, con gli strumenti informatici, i servizi offerti dagli uffici di assessorati, enti e agenzie e di creare, grazie a connessioni internet più rapide e veloci, preziose opportunità di sviluppo al mondo delle imprese”.

Zero digital divide entro il 2020

La dotazione dell’intero piano supera i 300 milioni di euro (307 per l’esattezza) di cui 200 milioni tra Por Fesr, Feasr e Fse, 19 milioni di risorse statali e 85 milioni di fondi regionali. Particolarmente rilevante l’investimento dell’amministrazione sarda sulle infrastrutture per portare la banda ultralarga anche nelle zone più svantaggiate. Circa 250 milioni di euro per far arrivare entro il 2020 i 30 Mb/s a tutti i 377 Comuni dell’isola, con inizio lavori previsto entro la primavera del 2016.

Attualmente le infrastrutture di connessione a banda ultra larga sono presenti – o comune in fase di realizzazione – in soli 18 comuni. Sugli altri, su cui i gestori privati non hanno dimostrato interesse, interverrà la Regione.

Open data e competenze

Nel confronto, moderato da Alex Giordano, hanno preso parte dirigenti e funzionari di diversi assessorati regionali, coinvolti nell’attuazione dell’Agenda Digitale.

In particolare Nordai – azienda premiata allo scorso FORUM PA nell’ambito dell’iniziativa “Startup e Startupper per la pa digitale” per la solzuzione GeoNue – ha portato il proprio contributo di idee riguardo gli opendata geografici – ambito nel quale la Sardegna è sicuramente una testa di serie da le regioni italiane.

I tre i punti sollevati sono stati:

  • Continuare a investire sul sitr. E’ importantissimo tenere in piedi il Sistema Informativo Territoriale regionale, nato 10 anni fa e da sempre esempio all’avanguardia per tutte le Regioni italiane. Ora, dopo un investimento di parecchi milioni di euro nel corso degli anni, rischia di morire perché non ci sono le risorse per farlo funzionare bene in futuro.
  • Meno siti, più dati aperti. Puntare su opendata e servizi di interoperabilità. La Regione dovrebbe concentrare le risorse soprattutto su due aspetti: la creazione di banche dati aperte e di servizi di interoperabilità, che consentano alle aziende di sfruttare i dati e i servizi per sviluppare e mettere nel mercato applicativi e servizi innovativi con dati certificati e servizi affidabili.
  • Centralizzare. La Regione dovrebbe fare uno sforzo in più per uniformare le banche dati, i servizi e le applicazioni che sviluppano i vari assessorati come Turismo, Agricoltura, Ambiente, Urbanistica, Sanità. Farli dialogare e interagire tra loro, creare sinergie in modo da aumentare il riuso e quindi ottimizzare le spese. Nel portale regionale degli OpenData dovrebbero esserci non solo tutti i dati aperti dei vari assessorati, ma anche il catalogo dei servizi di interoperabilità.

Inoltre tra le richieste formulate dal pubblico da sottolineare la formazione per far crescere le competenze digitali e far decollare il commercio elettronico e i servizi on-line.

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