API Economy e API nella PA: quando il dato diventa servizio
Attraverso le API si possono erogare una infinità di servizi per creare velocemente e a costi contenuti applicazioni e nuovi servizi a valore aggiunto. Sulle API è nato un vero e proprio mercato, un’economia legata alle interfacce di programmazione. Ma le API possono essere utilizzate anche per accedere a dati e servizi della PA. Una grande innovazione, ma ancora poco diffusa
4 Luglio 2019
Vincenzo Patruno
Istat
Ognuno di noi ha sicuramente avuto modo di utilizzare le mappe di Google. Attraverso la piattaforma Google Maps sappiamo che possiamo ricercare un indirizzo in qualunque parte del mondo, visualizzare la mappa di una città, cercare il percorso per andare da un luogo ad un altro, addirittura possiamo posizionarci a livello strada per poter vedere un determinato angolo di città come se fossimo realmente sul posto.
Ma le mappe di Google non esistono soltanto all’interno della piattaforma Google Maps. Le mappe di Google le troviamo praticamente ovunque, in una infinità di applicazioni Web e app per dispositivi mobili.
Questa è una cosa che si riesce a fare perché Google mette a disposizione dei progettisti e degli sviluppatori quelle che vengono chiamate API.
Cosa sono le API
Le API (Application programming interface) sono delle “interfacce” che i programmatori possono utilizzare per richiedere dati e servizi a piattaforme di terze parti (in questo caso Google) e utilizzarli all’interno di proprie applicazioni.
Nel caso di Google l’utilizzo delle API è gratuito se si resta all’interno di un certo volume di traffico. Questo risponde ovviamente ad una precisa strategia. La gratuità delle API consente infatti al servizio di diffondersi tra programmatori Web. Se poi l’applicazione comincia ad essere utilizzata allora viene applicata una tariffa in base al numero di chiamate effettuate alle API. Giusto per dare un esempio, l’utilizzo delle API per costruire mappe dinamiche è gratuito fino a 28000 chiamate/mese su applicazioni desktop. Dopodiché viene applicata una tariffa che è di 7 dollari per ogni 1000 richieste aggiuntive. Qui il tariffario Google con tutte le possibilità.
Le API: una risorsa per gli sviluppatori
Le API diventano quindi un modo per poter offrire servizi e/o dati al mercato. Sono essenzialmente rivolte ad aziende, agli sviluppatori e ai progettisti di applicazioni Web e applicazioni per dispositivi mobili che, in questo modo, possono ridurre lo sforzo necessario per poter progettare e costruire applicazioni. Attraverso l’utilizzo di API è possibile quindi semplificare drasticamente lo sviluppo di applicazioni riducendone i tempi di rilascio e il costo complessivo.
Forniscono servizi via API piattaforme come Twitter e Facebook. Attraverso una sezione specifica per “developers” (qui quella di Facebook) vengono supportati progettisti e sviluppatori nell’utilizzo di servizi erogati attraverso le loro API. Quante volte vi sarà capitato di utilizzare le vostre credenziali Facebook per autenticarvi su un’altra piattaforma diversa da Facebook? Questo è possibile perché l’applicazione che state utilizzando è connessa attraverso API al servizio di autenticazione di Facebook. Inserendo username e password la fase di autenticazione si svolgerà sulla piattaforma Facebook che verificherà quindi la correttezza delle credenziali fornite.
API e Cloud, il binomio perfetto
Attraverso le API è in definitiva possibile erogare una infinità di servizi di vario genere utilizzabili dagli sviluppatori per creare velocemente e a costi contenuti applicazioni e nuovi servizi a valore aggiunto. Come quando prenotate un volo sulla piattaforma di una compagnia aerea e vi ritrovate le date del volo nel calendario di Google. O quando attraverso API è possibile sfruttare modelli di machine learning o interfacciarsi a sorgenti di dati in tempo reale e così via. Il luogo dove oggi tutto ciò accade è sulla Cloud. API e Cloud Computing sono diventati infatti fortemente connessi, e questo nonostante va ricordato che le API sono nate molto tempo prima della Cloud.
“API Economy” e nuove opportunità di business
Va da sé che nel tempo è nato un vero e proprio mercato e quindi tutta una economia legata alle interfacce di programmazione. E a intuirlo prima di tutti è stato un giovane italiano che con una idea di business in testa e due compagni di avventura è partito per San Francisco. Grazie alla loro idea e alla loro grande determinazione di portarla avanti, dopo qualche tempo e un bel po’ di avventure da raccontare un giorno ai nipoti, hanno non solo fondato Mashape, un vero e proprio marketplace di API, contribuendo in modo determinante alla creazione della “API Economy”, ma l’hanno fatta crescere fino a farla diventare un’azienda dal valore di svariate decine di milioni di dollari. Qualche anno fa Mashape ha unito le sue forze a quelle di RapidAPI, creando un enorme marketplace di API su cui far convergere e incontrare domanda e offerta.
E tutta l’API Economy, che in un primo momento poteva sembrare fosse una questione per sviluppare software di qualità in tempi brevi e a costi contenuti, diventa anche un potente generatore di nuove opportunità di business legate essenzialmente all’integrazione di servizi. Quando Lufthansa, la compagnia aerea tedesca ha rilasciato le proprie API sul proprio portale developer, quello che è successo è che aziende terze hanno potuto creare pacchetti in cui poter acquistare contestualmente sia il biglietto per assistere ad un determinato evento che il volo per arrivarci, prenotando nello stesso tempo un Hotel o un B&B utilizzando le API del portale developer di Booking.
Le API, una risorsa anche per la PA
Non va dimenticato che anche in Italia Agid e Team Digitale stanno finalmente provando a promuovere questo modello.
Il portale developers.italia.it, oltre a voler essere un punto di riferimento per lo sviluppo e il riuso di software per la Pubblica Amministrazione, ha una sezione in vengono pubblicate alcune API per l’accesso a dati e servizi di alcuni Enti Pubblici. Purtroppo sono ancora pochissime. Bisognerebbe spingere e investire in modo serio su questo fronte.
Ne sono fortemente convinto, e non da ora. Diversi anni fa ho fatto in modo che l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) fosse uno dei primissimi Enti ad avere un sistema di API per accedere a tutti i dati statistici pubblicati sul “data warehouse” dell’Istituto. Il dato che diventa quindi servizio, cambiando in modo profondo il modo con cui fare diffusione dati. E’ stata una bella storia che ricordo con piacere e che ho avuto modo di raccontare proprio di recente in questo mio blogpost.