Arriva l’Open Data Census Italia: servono reviewers

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Eccola la prima iniziativa dal basso per censire gli Open Data in Italia. Ma badate bene, non si tratta semplicemente di fare il punto su quanti siano gli OD nostrani, ma di dare anche conto della qualità dei dati pubblicati. Non semplici osservatori, quindi, ma "critici" del dato come ci spiega in questo contributo Maurizio Napolitano. Tutti possono essere dei reviewers, basta iscriversi ed iniziare a cercare, per poi valutare insieme alla community dei critici i dataset pubblici.

24 Febbraio 2014

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Maurizio Napolitano*

Eccola la prima iniziativa dal basso per censire gli Open Data in Italia. Ma badate bene, non si tratta semplicemente di fare il punto su quanti siano gli OD nostrani, ma di dare anche conto della qualità dei dati pubblicati. Non semplici osservatori, quindi, ma "critici" del dato come ci spiega in questo contributo Maurizio Napolitano. Tutti possono essere dei reviewers, basta iscriversi ed iniziare a cercare, per poi valutare insieme alla community dei critici i dataset pubblici.

Nel 2012 OKFN ha dato vita al progetto Open Data Census, ovvero un censimento per individuare i livelli di apertura dei dati delle varie nazioni nel mondo. Nel 2013 sono stati pubblicati i risultati come il primo Open Data Index arrivando, lo scorso autunno, a coprire 700 dataset di 70 Paesi. Questa azione si è dimostrata utile nel guidare il rilascio di Open Data in tutto il mondo, tuttavia ci sono moltissimi dati a livello locale che sono più rilevanti nella vita quotidiana dei cittadini. Così lo scorso anno, in seguito ad un progetto pilota, si è deciso di estenderlo alla dimensione della città. Come sezione italiana ci siamo interrogati, a suo tempo, su come adattare il census in Italia guardando le regioni o province e individuando le dimensioni per cui si ha la competenza per aprire i dati.

Il 22 Febbraio Andrea Raimondi ha partecipato all‘Open Data Day di Londra e lì – assieme a Rufus Pollock – ha preparato il setup per le città italiane. Usciamo dalla logica di pensare a chi detiene la tipologia di dato, cerchiamo piuttosto di creare comunità interessate al tema dell’open data, scalando sulla dimensione cittadina che è quella più vicina alle persone. In questo modo cerchiamo di creare un effetto cascata, per cui chiunque ha quei dati si accorge dell’importanza di renderli disponibili a chiunque. 

Scateniamo un po’ di sana concorrenza, cerchiamo di rendere l’Italia una vera realtà open data, facciamolo attraverso questo censimento.

Diventa anche tu un reviewer di http://it-city.census.okfn.org. È semplice, divertente, crea interesse, crea comunità. Ti aspettiamo! E se la tua città manca non esitare a segnalarcelo, per ora abbiamo inserito i capoluoghi di regione.

Un reviewer ha il compito di rispondere ad alcune semplice domande: esiste il dato? E’ distribuito in formato digitale? E’ disponibile pubblicamente? E’ disponibile gratuitamente? E’ disponibile online? E’ in un formato machine-readable? E’ disponibile interamente? E’ distribuito con una licenza aperta? E’ aggiornato?

A cui si aggiungono poi indicazioni su dove si trova il dato, chi lo gestisce, quando è stato rilasciato, il formato ecc… E, infine, si dà un voto da 1 a 10 sulla qualità del dato per struttura e contenuto aggiungendo un commento. Ogni review viene poi messa in discussione da chiunque ne partecipa e così avremo, con il supporto di tutti, una bella visione di insieme della situazione italiana degli open data.

Pertanto ancora: diventa reviewer! Adotta una città.

 

Il seguente articolo è anche pubblicato sul sito dell’Open Knowledge Foundation Italia.

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* Maurizio Napolitano (più noto con il soprannome napo) è portavoce di Open Knowedge Foundation per l’Italia. Si interessa di Open Data, in particolare di dati geografici. Attivo nel mondo del software libero. È coordinatore del Digital Commons Lab della Fondazione Bruno Kessler.

 

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