Assinform: ICT italiano in ripresa ma le Pa investono sempre meno
Dopo il pesante calo di -8,1% nel 2009, nel primo trimestre del 2010 la domanda IT nel nostro paese sembra essersi ripresa. I dati parlano ancora di un calo – 2,9% a fine marzo ma si tratta di un recupero di quattro percentuali rispetto al -6,8% registrato nello stesso periodo del 2009. Sono questi i dati positivi messi in evidenza dal rapporto Assinform 2010 presentati a Milano la settimana scorsa.
31 Maggio 2010
Tommaso Del Lungo
Dopo il pesante calo di -8,1% nel 2009, nel primo trimestre del 2010 la domanda IT nel nostro paese sembra essersi ripresa. I dati parlano ancora di un calo – 2,9% a fine marzo ma si tratta di un recupero di quattro percentuali rispetto al -6,8% registrato nello stesso periodo del 2009. Sono questi i dati positivi messi in evidenza dal rapporto Assinform 2010 presentati a Milano la settimana scorsa.
L’indagine congiunturale Assinform mette in evidenza una generale tendenza alla ripresa degli investimenti IT. Per il 40% delle imprese informatiche l’andamento degli ordinativi è migliorato o molto migliorato mentre i budget IT delle aziende-clienti, risultano in crescita per il 22%, nel caso della spesa corrente (17,8% l’anno prima). Particolarmente positivi gli investimenti in nuovi progetti: ben il 54% delle imprese intende svilupparne di nuovi, contro il 20% dell’anno prima.
“Pur trattandosi di un fenomeno ancora molto fragile – ha spiegato Paolo Angelucci Presidente di Assinform – sembra anticipare un cambio di strategia: numerose aziende italiane considerano ormai l’Information Technology non solo come strumento per ridurre i costi aziendali, ma soprattutto come investimento chiave per riavviare e consolidare il percorso di crescita”.
Accanto alle buone notizie ce ne sono, però, anche di cattive.
Il dato dell’occupazione nel settore IT mostra un peggioramento, soprattutto per consulenti e lavoratori indipendenti, riflesso dei forti tagli operati sulla spesa in informatica nel 2009 da tutti i settori dell’economia italiana. Inoltre gli investimenti nella Pubblica amministrazione continuano a diminuire, trascinando verso il basso tutto il settore ed approfondendo il gap tecnologico nei confronti degli altri paesi sviluppati. L’Italia è, infatti, ultima fra i principali paesi occidentali, nella spesa in Information Technology.
I dati
Sul fronte dell’occupazione le rilevazioni Assinform indicano per i lavoratori dipendenti una situazione di relativa stabilità (dal 64,9% al 70,2% ), che tuttavia non riguarda le medie aziende IT comprese tra 50 e 249 addetti, in cui, rispetto a febbraio 2009, si segnala un peggioramento. Ancor più negative appaiono le rilevazioni sui consulenti, dove le percentuali di risposte che indicano un peggioramento sono rilevanti sia nelle medie aziende IT (50%) che nelle grandi (61.2%).
D’altro canto il Rapporto Assiform evidenzia come i tagli sulla spesa It, che nel 2009 sono stati complessivamente dell’ordine di – 8,1% (+ 0.8% nel 2008), facendo scendere il volume del mercato a 18.686 milioni di euro (20.343 mln nel 2008), abbiano interessato in modo consistente tutti i settori dell’economia italiana. Rispetto all’anno precedente il mercato IT del segmento industria è calato del – 9,5% (+1,8% nel 2008), quello delle banche del -10,4% (1,2%), delle Tlc e media del -9,4% (-2,1%), del mercato consumer del -6,2% (+4,4%), dei trasporti del -7,7% (-1,4%), della distribuzione e dei servizi del -7,5% (+1,3%).
Particolarmente preoccupante la situazione della Pa, già da alcuni anni interessata da un processo di decrescita degli investimenti in IT, che si riflette nei ritardi del processo di modernizzazione, nella difficoltà a far decollare i servizi digitali e a trovare più elevati standard di efficienza. Nel 2009 la spesa IT ha subito un calo di – 4,3% (-2,2% nel 2008), la Pal -5,1% (+0,7%), la sanità -3,7% (+2,1%). Nel 2009 la spesa pubblica IT si è attestata alla modesta cifra di 2.297 milioni di euro (è esclusa la difesa, la cui spesa, diminuita del 9,4%, ammonta a 533 milioni di euro).
Il confronto con l’estero indica come nel 2009 il gap tecnologico italiano si sia notevolmente approfondito rispetto ai principali paesi. Il mercato IT italiano si è contratto di più del mercato mondiale (-5,4%) e dei mercati dei paesi con cui competiamo: Usa -6,1%, UK -6,7%, Germania -4,5%, Francia – 3,4%. Hanno fatto peggio di noi solo la Spagna a -9,1% e il Giappone a -8,7%. Oggi siamo invece ultimi nella classifica sull’intensità di spesa IT. Con un rapporto spesa IT/Pil pari a 1,9% e spesa IT/procapite pari a 316 $, siamo dietro a Usa (4,0% e 1411$) Giappone (2,3%, 838$), Germania (3,4%, 880$), Regno Unito (3,3%, 972$), Francia (3,4%, 856$), Spagna (2,0%, 316$).
"Gli investimenti informatici sono cruciali anche per lo Stato – ha concluso il presidente Angelucci – perciò chiediamo al Governo e al Parlamento di adottare anche per la Pa la logica dei cosiddetti tagli intelligenti sulle spese improduttive. In un periodo così drammatico sul fronte dei conti pubblici, appare miope continuare a tagliare indistintamente la spesa in IT, quando si tratta di un investimento indispensabile proprio per tenere sotto controllo la stessa spesa pubblica, migliorare l’efficacia della Pa e sviluppare i nuovi servizi digitali per imprese e cittadini. Né lo Stato può rinunciare al ruolo di fattore di stimolo della crescita, che oggi significa mettere al centro della politica economica il sostegno all’innovazione. Su questo fronte è fondamentale poter contare su tempi rapidi e impegni certi per programmi come Industria 2015 per l’IT, come i progetti per l’e-government e per l’ infrastrutturazione digitale del Paese".