Associazione magistrati tributari: “Queste le proposte da mettere sul tavolo della riforma”
11 Aprile 2016
Ennio Attilio Sepe, presidente Associazione Magistrati Tributari
Ad oggi si sa che il tavolo tecnico chiamato a lavorare sulla riforma della giustizia tributaria, sarà composto da Roberto Garofoli e Giovanni Melillo, capi di gabinetto del ministero dell’Economia e delle Finanze e di quello della Giustizia. Non abbiamo avuto notizie circa un’apertura a componenti diverse, spero che non sia così. La realizzazione di una proposta di riforma di sistema della giustizia tributaria, in tempi brevi, non può prescindere dalla presenza di quei soggetti competenti ad esprimere valutazioni sul settore, parlo dell’Associazione Magistrati Tributari, ma anche degli ordini professionali e delle Università. Sarebbe un grave errore.
Detto questo, da parte nostra segnaliamo le misure urgenti da adottare per riformare il contezioso fiscale:
- Deflazionare il contezioso tributario presso la Corte di Cassazione
Il 38% delle cause che pendono presso il giudice di legitimità sono cause tributarie e considerato che il carico complessivo ammonta a oltre 100mila cause, va da sé l’incidenza delle cause fiscali. I tempi sono mediamente rapidi per i primi due gradi di giudizio; il ritardo è determinato dalla lunghezza dei giudizi in Cassazione, che si aggira suoi 5 anni. Tempi inadeguati per un sistema efficiente, sta qui il vero collo di bottiglia.
- Maggior controllo sul lavoro delle commissioni tributarie
I giudici “togati”, che rappresentano la metà dei giudici tributari, possono svolgere un’utile attività di controllo, ma è necessario creare una nuova categoria di giudici-professionalizzati. Ciò si può realizzare attraverso un processo costituito da due gradi di giudizio: il primo grado, rappresentato da un giudice a tempo pieno o part- time, ma con i capi degli uffici e i presidenti di sezione a tempo pieno, in grado di esercitare i necessari controlli; il secondo da giudici professionali che possano garantire l’esame anche di legittimità delle cause, con idonea preparazione tecnica.
Tali giudici professionali vanno reclutati con un pubblico concorso aperto a “togati” e “laici”.