Cittadini al centro: ecco perché l’accessibilità dei siti web della PA è un vantaggio per tutti

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Una pubblica amministrazione senza barriere architettoniche anche online, a cui tutti possono accedere senza alcuna discriminazione: è questa la PA ideale, perché una PA accessibile rende la vita più semplice a tutti, non solo ai cittadini con diversa abilità. In questo senso la tecnologia può essere un grande fattore abilitante e un elemento di inclusione, se utilizzata correttamente e sfruttando tutte le potenzialità oggi disponibili per realizzare servizi a misura di cittadino. Vediamo quindi, da un lato cosa prevede la normativa in materia di accessibilità dei siti web della PA, dall’altro come alcune piattaforme possono supportare le amministrazioni in questo percorso

11 Maggio 2022

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Redazione FPA

Accessibilità e inclusione, usabilità e multicanalità. Ecco le parole chiave per una pubblica amministrazione in grado di offrire ai cittadini un servizio non solo rispettoso della norma, ma anche moderno, efficace, a misura di utente. In questo scenario la tecnologia può diventare un grande alleato, può abbattere le barriere, o al contrario alzarne di nuove, a seconda di come il servizio online venga progettato ed erogato. Questo impatta non solo sui cittadini con disabilità: una PA accessibile (o meno) influisce sulla qualità della vita di tutti noi. Infatti, come rampe e porte automatiche ci aiutano a spingere i carrelli fuori da qualsiasi supermercato, allo stesso modo “pagine web accessibili sono spesso più facili da leggere e da navigare e più veloci da scaricare”: come avviene in città, vivere “senza barriere” digitali offre vantaggi a tutti gli utenti.

Questa la visione di Adobe, che con le proprie piattaforme supporta la PA in questo percorso. Ce lo ricorda Paolo Conti, che da appena un mese ha assunto l’incarico di Head of Government per Adobe: “La PA deve comunicare in maniera efficace con i cittadini, il che significa dare i messaggi giusti alle persone giuste e, nel migliore dei casi, anticipare le esigenze dell’utente. Questo è il valore aggiunto delle nostre piattaforme, che grazie a un utilizzo strategico del dato consentono di lavorare sulla profilazione dei cittadini per poi offrire informazioni e servizi personalizzati, nel momento giusto e al posto giusto”.

Altro tema centrale è quello della esperienza multicanale, per cui sia l’interazione che l’accesso ai contenuti proposti deve essere resa possibile attraverso canali e dispositivi diversi, anche in mobilità, ad esempio adattando la presentazione dei contenuti e l’interazione con gli stessi in modo da garantire una esperienza che prescinda dal canale e dal dispositivo specifico utilizzato.

Insomma, tutti devono avere la possibilità di accedere ai contenuti giusti sulle diverse piattaforme. Parliamo in questo senso di “accessibilità per tutti” e, in particolare per le persone disabili. Naturalmente l’accessibilità è anche un obbligo ed ecco quindi cosa prevede la normativa.

Accessibilità dei siti web della PA: la normativa

Una città senza barriere architettoniche è alla base della convivenza civile e rispettosa, vivere in una città accessibile è (o dovrebbe essere) un diritto primario garantito. Questo approccio inclusivo dal 2004 è stato portato nel nostro Paese anche nella dimensione digitale della vita dei cittadini. Ecco che il concetto di accessibilità alle persone con disabilità entra di diritto anche nei criteri necessari da rispettare per i siti web della pubblica amministrazione.

Il 9 gennaio 2004 fu approvata la prima legge, la numero 9 di quell’anno firmata dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha introdotto “il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione”, riconoscendo e tutelando, all’art. 1 comma 1, “il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici”.

Facendo un passo indietro, già nel Piano d’Azione di e-government presentato nel 2000 dal Ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini, si prevedeva nei tre obiettivi generali la necessità di “garantire a tutti l’accesso telematico alle informazioni e ai servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni”. Obiettivo che, insieme al miglioramento dell’efficienza operativa interna delle Amministrazioni e all’offerta ai cittadini e alle imprese di servizi integrati e non più frammentati secondo le competenze dei singoli enti di governo, disegnava un primo step significativo nell’iter di innovazione tecnologica delle PA, attraverso un rapporto più rapido, diretto e trasparente con i cittadini.

Oggi, a seguito di numerose norme e abrogazioni in materia di accessibilità che si sono succedute sia a livello nazionale sia europeo, i riferimenti da tener presenti sono raccolti nelle Linee guida AgID sull’accessibilità degli strumenti informatici che regolamentano l’accessibilità sulla base della legge n.4/2004 che recepisce la Direttiva Europea n. 2016/2102.

È lo stesso art. 11 della legge n.4/2004 a individuare nell’Agenzia per l’Italia Digitale (“sentite anche le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, nonché quelle del settore industriale coinvolto nella creazione di software per l’accessibilità di siti web e applicazioni mobili, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del Decreto Legislativo 28 agosto 1997, n. 281”) il soggetto che deve emanare apposite linee guida con cui le Pubbliche Amministrazioni possano garantire il rispetto dei principi e dei requisiti di accessibilità ai prodotti di informazione e comunicazione, dai siti web alle app per il mobile, dagli hardware ai software, dai documenti alle postazioni di lavoro a disposizione del dipendente con disabilità.

Cosa dicono le Linee guida AgID sull’accessibilità

“Per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. Nessun utente deve essere discriminato e deve quindi poter accedere alle informazioni e ai servizi digitali erogati dalla Pubblica amministrazione”, come si legge nella definizione ufficiale di accessibilità descritta nelle Linee guida AgID.

Tutti i servizi realizzati dalla Pubblica Amministrazione tramite i sistemi informatici, sia che parliamo di siti web o di applicazioni destinate per un uso da mobile, per essere conformi al concetto di accessibilità, devono garantire che il proprio contenuto sia accessibile e le informazioni siano fruibili in base alle seguenti 4 caratteristiche:  

  • percepibile: le informazioni e i componenti dell’interfaccia utente devono essere presentati agli utenti in modi in cui essi possano percepirli;
  • utilizzabile: i componenti e la navigazione dell’interfaccia utente devono essere utilizzabili;
  • comprensibile: le informazioni e le operazioni dell’interfaccia utente devono essere comprensibili;
  • robusto: il contenuto deve essere abbastanza robusto per essere interpretato in maniera affidabile da una grande varietà di programmi utente, comprese le tecnologie assistive.

Cosa deve fare una Pubblica Amministrazione

Chi controlla che un sito web, un’applicazione o ogni altro servizio informatico e comunicativo prodotto da una pubblicazione sia accessibile? Ci sono tre livelli e due soggetti che concorrono al controllo incrociato affinché la PA rispetti i criteri di accessibilità, come indicato dalle stesse linee guida AgID:

  • una “verifica soggettiva” della stessa PA, per contratti di fornitura sopra soglia comunitaria;
  • la compilazione e pubblicazione da parte della PA, effettuata obbligatoriamente entro il 31 marzo di ogni anno, della “Dichiarazione di Accessibilità” da parte del Responsabile per la transizione al digitale – RTD tramite il nuovo form.agid.it;
  • un “Meccanismo di Feedback” che può essere effettuato dal singolo cittadino attraverso una segnalazione alla PA.

Siti accessibili con Adobe Experience Manager as a Cloud Service

I siti web e le applicazioni mobile della Pubblica Amministrazione per essere accessibili, come previsto dalla normativa europea, devono essere conformi anche agli standard web delineati e curati dalla comunità internazionale, il World Wide Web Consortium (W3C).

“L’accessibilità riguarda una grande varietà di disabilità, tra cui quelle visive, uditive, fisiche, vocali, cognitive, di linguaggio, di apprendimento e neurologiche. Sebbene queste linee guida prendano in considerazione molti problemi, non sono in grado di soddisfare i bisogni delle persone con tutti i tipi, gradi e combinazioni di disabilità. Queste linee guida rendono anche i contenuti Web più utilizzabili da persone anziane con cambiamenti delle abilità dovute all’invecchiamento e spesso migliorano in generale l’usabilità per tutti gli utenti”, come si legge nelle indicazioni del Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1, le linee guida sull’accessibilità web pubblicate nell’ambito dell’iniziativa WAI (Web Accessibility Initiative).

È importante quindi nel processo di sviluppo, o successivamente di revisione e restyle di un sito o di un’app della PA, che vengano rispettati i criteri minimi di accessibilità e in questo può essere di supporto la piattaforma di gestione dei contenuti Web che prende il nome di Adobe Experience Manager as a Cloud Service (AEM).

La piattaforma realizzata da Abobe offre “esperienze digitali coerenti su vari canali, fornisce un ambiente di creazione con supporto della composizione di pagine con funzioni contestuali di modifica e trascinamento da una libreria dei componenti Web e controlli per l’ottimizzazione per i motori di ricerca, la distribuzione programmata e l’ottimizzazione della pagina di destinazione” basandosi sulle linee guida del World Wide Web Consortium.

“Vi sono molti motivi sociali, economici e legali per garantire che i contenuti web siano progettati in modo da essere accessibili al pubblico indipendentemente da eventuali disabilità o limitazioni. L’accessibilità web con Adobe Experience Manager (AEM) as a Cloud Service è quindi un aspetto sempre più importante ai fini di una progettazione web efficace”, (pagina Experience League di Adobe)

“Utilizzando Adobe Experience Manager, gli autori di contenuti e/o i proprietari di siti web possono creare contenuti web che soddisfino i criteri di successo di livello A e AA delle linee guida WCAG 2.1”.

Partendo da presupposto che l’accessibilità riguarda sia il modo in cui gli utenti con disabilità accedono alle informazioni elettroniche e sia il modo in cui i progettisti e gli sviluppatori di contenuti Web consentono alle pagine Web di funzionare con i dispositivi di assistenza utilizzati dalle persone con disabilità, Adobe ha dedicato al tema dell’accessibilità anche la piattaforma Adobe Accessibility Resource Center che, attraverso una community, case studies, white paper, tutorial e un punto di contatto, fornisce agli sviluppatori supporto e risorse sulla conformità agli standard delle Web Content Accessibility Guidelines e del W3C.

E così come rampe e porte automatiche ci aiutano a spingere i carrelli fuori da qualsiasi supermercato, “allo stesso modo le pagine Web accessibili sono spesso più facili da leggere, più facili da navigare e più veloci da scaricare”, poiché, come in città, l’accessibilità offre vantaggi a tutti gli utenti e vivere senza barriere architettoniche è un vantaggio per tutti.

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