Cloud e Polo Strategico Nazionale: per le PA è tempo di migrare dati e servizi
Nei primi mesi del 2023 sono state stanziate le prime risorse, per un totale di 35 milioni di euro della dotazione PNRR (misura 1.2 M1C1), destinate alle Aziende Sanitarie Locali e alle Aziende Ospedaliere per la migrazione dei dati e dei servizi indicati ordinari e critici, sulla base della classificazione redatta dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Esaurite le risorse del primo bando, il 15 marzo 2023 è stato lanciato il secondo avviso multi-misura da 200 milioni di euro con scadenza a fine maggio. Ne abbiamo parlato durante un incontro organizzato da FPA in collaborazione con Pure Storage
12 Aprile 2023
Redazione FPA
Per favorire il confronto tra le PA coinvolte nella migrazione al cloud, abilitata dal Polo Strategico Nazionale (PSN) attivo dallo scorso dicembre 2022, FPA ha organizzato, in collaborazione con Pure Storage, un primo incontro rivolto ad Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Aziende Ospedaliere (AO).
Nei primi mesi del 2023 sono state stanziate le prime risorse – per un totale di 35 milioni di euro, facenti capo alla misura 1.2 M1C1 del PNRR – rivolte a queste aziende per la migrazione dei dati e dei servizi indicati ordinari e critici, sulla base della classificazione redatta dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
Esaurite le risorse del primo bando, il 15 marzo 2023 è stato lanciato il secondo avviso multi-misura da 200 milioni di euro con scadenza a fine maggio, come ha ricordato Mauro Tommasi, Content Manager di FPA, nel suo intervento di inquadramento.
Questo ultimo avviso nello specifico prevede la migrazione:
- da un minimo di 3 fino ad un massimo di 15 servizi classificati come ordinari;
- da un minimo di 3 fino ad un massimo di 26 servizi classificati come critici;
- un minimo di 3 ordinari e 3 critici nel caso di migrazione di servizi sia critici che ordinari.
La migrazione può essere effettuata mediante rehost, il cosiddetto lift&shift, che si limita a trasferire in cloud quanto attualmente si trova su server locali, o tramite l’aggiornamento di applicazioni sicure in cloud secondo le modalità chiamate replatform, repurchase o rearchitect, che prevede l’acquisto o il rifacimento dell’applicazioni in ottica cloud native.
Benefici e criticità nella migrazione al cloud
La maggior parte delle amministrazioni sono convinte della necessità di migrare al cloud, come evidenziato anche dai risultati del sondaggio proposto ai partecipanti all’evento. La maggior parte ha richiesto i fondi e li ha ricevuti, un’altra parte li ha richiesti ma non li ha ancora ricevuti, ma c’è chi ancora non ha fatto domanda e ha comunque intenzione di farlo. “Il primo avviso (esaurito) ha consentito a 19 amministrazioni di ottenere i fondi mentre 16 non ci sono riuscite in questa prima finestra ma lo faranno nella prossima”, commenta Tommasi.
L’Azienda Sanitaria Locale Roma 6, è fra gli enti accettati nella prima tranche di risorse PNRR, come testimonia il Direttore UOSD Sistemi Informatici Giovanni Scoponi. L’Asl ha alle spalle un’esperienza di transizione al cloud quasi completata, basata sulla convenzione Consip SPC2, e frutto di un percorso complesso durato oltre tre anni. Grazie ai nuovi finanziamenti riuscirà ad integrare anche la radiologia, in precedenza esclusa per non aggravare la connettività, scegliendo di continuare a gestire l’imaging a livello locale. “Nel passaggio al PSN ci aspettiamo di usufruire di servizi di cui ora non disponiamo come il bilanciamento di carico e un diverso livello di resilienza”, ha infine sottolineato Scoponi.
Parte da un’esperienza opposta l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Garibaldi, che aveva avviato nel 2019 una gara per la fornitura del sistema radiologico per le immagini diagnostiche in logica SaaS e pay per use su cloud pubblico. “Grazie a questo servizio, abbiamo verificato i vantaggi del cloud pubblico in tutte le sue sfaccettature – commenta Mario Bisignano, Responsabile Sistemi informatici Aziendali – Oggi i medici possono usufruire delle immagini in tempo reale, senza latenza, e risultano al tempo stesso facili le operazioni di backup”. Le vecchie applicazioni, non trasferite in cloud in quanto non “migrabili”, saranno sostituite con un nuovo software cloud enabled che verrà trasferito su PSN sia nella componete amministrativa (applicazioni ordinarie) sia in quella ospedaliera (applicazioni critiche). “Grazie all’esperienza passata in termini di tuning di rete siamo pronti per utilizzare un’infrastruttura basata su PSN che ci consentirà di fruire delle applicazioni come fossero in locale ma con tutti i vantaggi connessi al cloud”, prevede Bisignano sollevando un’ulteriore criticità. La maggior parte dei software in ambito sanitario non è stata progettata in una logica orientata ai servizi. La migrazione si limiterebbe dunque, nella logica lift&shift – che anche nel sondaggio fra i presenti raccoglie un numero consistente di risposte – a trasferire applicazioni dai server locali a server remoti, senza sfruttare le potenzialità del cloud.
I due interventi, pur complessivamente favorevoli al cloud, evidenziano tuttavia alcune criticità, legate alle difficoltà e ai tempi di transizione, sollevate anche in alcuni interventi nel corso della tavola rotonda aperta a tutti i partecipanti.
Riusciranno le amministrazioni a rispettare il limite di 18 mesi per il completamento della transizione richiesto dai bandi? Le risorse umane e le competenze di cui dispongono saranno adeguate?
Aiutare le aziende Healthcare alla migrazione infrastrutturale
Pure Storage, punta a dare risposte concrete alle aziende sanitare, aiutandole nella migrazione in collaborazione con i partner cloud enabler, supportandole nelle problematiche, tipiche del settore, come la carenza di personale, le soluzioni tecnologiche obsolete, la sicurezza, la necessità di migliorare i servizi ai pazienti, la gestione dei dati.
“Ci rendiamo conto che le aziende devono gestire quotidianamente l’infrastruttura con scarse risorse dedicate – è la considerazione di Umberto Galtarossa, Team Leader, Technical Sales – Per le nostre soluzioni di data management una sola persona, non necessariamente ultra-specializzata, è sufficiente per l’ottimizzazione e il controllo costi. L’infrastruttura All Flash fornisce infatti un notevole miglioramento della customer experience in termini di diagnostica e rapidità di risposta”.
La sicurezza dei dati è garantita da una protezione nativamente anti-Ransomware e da copie automatiche non modificabili che consentono il rapido recupero dei dati, mentre l’Autopilot assicura che applicazioni operino alla massima velocità con la minima latenza possibile.
L’adozione di tecniche di data reduction, oltre a realizzare un’ottimizzazione dello spazio e dell’infrastruttura fisica, permette infine di mantenere le ottimizzazioni nelle repliche, minimizzandone il tempo.
Tutti concordano, in conclusione, nell’importanza di un cloud enabler competente che conosca la realtà aziendale e sappia gestirla. Il sondaggio conferma che tutti i partecipanti lo hanno già contattato.