Come gestire i dati economici nell’era dei big data
12 Gennaio 2016
Fabrizio Carapellotti e Paola Ribaldi, Ministero Sviluppo Economico
Ormai il processo decisionale si basa sui dati non solo nel marketing, ma anche nell’attività produttiva per una rapida risposta al cambiamento, per la localizzazione e la struttura dell’offerta. Non bastano buone tecnologie di raccolta dei dati. Vanno connessi con i dati che vengono dal contesto, interpretati correttamente con la data science, con la sentiment analysis e la business intelligence, passando da descrittivi a predittivi.
La rivoluzione dei dati aperti e dei big data avrà un significativo effetto sulla ricerca e sull’attività economica, creando una data driven economy, una nuova economia digitale trainata dai dati, dall’informatica e dall’automazione. Il crescente utilizzo dei dati amministrativi di grandi dimensioni darà origine sempre più a nuove opportunità in molti campi, da quello sanitario, assicurativo, bancario, dei media, delle telecomunicazioni, al commercio e alla manifattura, fornendo statistiche significative sul comportamento economico del mercato e delle imprese.
Il processo di trasformazione digitale in atto, noto come fabbrica 4.0 e caratterizzato dall’Internet of Things, richiederà di coniugare soprattutto tre aspetti: tecnologie abilitanti, conoscenza dei vari settori collegati all’impresa e competenze di analisi dei dati e di business. La raccolta di grandi quantità di informazioni sta già sollevando alcune sfide importanti, come sviluppare disegni di ricerca innovativi in una vasta gamma di argomenti, contribuire alla misurazione in tempo reale di statistiche economiche aggregate e adottare nuovi metodi statistici predittivi che possano integrare le tradizionali tecniche econometriche, sviluppare adeguate capacità di gestione e di programmazione dei dati, così come progettare approcci per analizzare su larga scala set di dati relativamente non strutturati.
Molte aziende stanno cominciando a utilizzare sia gli open data che i big data per affrontare e sopravvivere in maniera competitiva al nuovo sistema economico, dove i dati sono diventati un acceleratore per la crescita e per una maggiore occupazione.
Nel futuro saranno i servizi di business intelligence e i data scientist ad analizzare gli open e big data per guidare sia le aziende nella valutazione del quadro macroeconomico in cui realizzare investimenti e nella gestione dei dati per i nuovi modelli di business, che le pubbliche amministrazioni nella gestione delle informazioni a supporto delle policy (la figura indica l’interesse nel tempo a livello mondiale su google trends per data scientist e internet of things).
Per questo è necessaria la figura del data scientist, come viene sottolineato anche nella pubblicazione Economic Data Scientists (edizioni Maggioli), che rappresenta il nuovo statistico nell’era dei big data, in grado di portare la data science all’interno di un’azienda e organizzazione, consentendo di anticipare lo scenario economico futuro, attraverso un utilizzo dei dati economici e di strumenti per l’elaborazione, la gestione e la visualizzazione interattiva dei dati. La pubblicazione, nello specifico, contiene informazioni in gran parte legate alla realizzazione e ai contenuti del progetto Osservatorio Statisticheimpresa 2.0, vincitore del premio Egov 2014 e consultabile nella sezione statistiche del sito del Mise.
In particolare l’Osservatorio Statisticheimpresa si propone di gestire in modo semplice e condiviso le statistiche europee e italiane, settoriali e territoriali, a supporto della definizione delle policy e di un dinamico sistema delle decisioni. È un progetto di data driven economy con l’obiettivo di offrire un quadro statistico di riferimento sull’andamento del sistema economico e industriale italiano e internazionale, tramite l’elaborazione, l’analisi e la visualizzazione interattiva dei dati, e lo sviluppo di progetti statistici web funzionali all’attività della direzione generale con la realizzazione di cruscotti di sintesi. Attraverso le banche dati e indicatori visualizzati con applicazioni open source, vengono proposte varie sezioni tra cui:
- L’obiettivo del portale Opendata SmartGov consiste in un monitoraggio statistico della Smart Governance e Smart Growth. Si caratterizza per la costruzione di un set di indicatori europei e regionali, relativi alle politiche di sviluppo del QSN, identificati da Eurostat e Istat. A tal fine, sono stati già individuati una serie di possibili filoni di analisi funzionali alla valutazione della smart governance, quali la smart economy, city, innovation, mobility, environment, living, people, trade, sectors e startup.
- Statindustria è un progetto di data visualization in cui l’obiettivo è quello di rappresentare il flusso di informazioni sull’industria e sul sistema economico attraverso apps con immagini interattive semplici, grazie all’utilizzo di software avanzati di elaborazione dati e business intelligence, che permettono una lettura immediata e personalizzata.
- OpenCrisimpresa è un database sperimentale in cloud, elaborato a supporto della riforma, sull’individuazione delle aree di crisi industriale complessa. Consente di consultare per ogni unità aziendale il programma di cassa integrazione straordinaria in corso nelle singole unità aziendali o stabilimenti, sulla base dei big data relativi ai decreti approvati dal Ministero del Lavoro. Permette di analizzare, per ogni regione, il numero di unità in Cigs per settore, per sistema locale del lavoro e per anno.
Nei prossimi anni la rivoluzione dei big data darà un forte impulso all’innovazione, alla ricerca, alla formazione, ad una nuova data governance e alla diffusione della cultura statistica, e i driver di sviluppo dell’economia digitale saranno le risorse umane specializzate, come i data scientist e chief data/analytics officer in grado di governare il nuovo modello economico e la trasformazione digitale dell’industria.