Come rendere smart la pubblica amministrazione: l’opinione di Pure Storage

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Guardando ad un modello già ben strutturato, come quello del Regno Unito, Pure Storage ha voluto approfondire il punto di vista di coloro che lavorano in prima linea nella trasformazione digitale all’interno del governo. Ecco quindi i risultati di una survey condotta su 101 responsabili del settore IT nel governo centrale britannico, per individuare parametri adottabili come benchmark in altri Paesi. Focus su dati e procurement.

6 Dicembre 2018

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Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage

Considerati i ritmi con cui l’innovazione tecnologica incalza e pervade tutti i settori si è creata un’aspettativa anche per quanto riguarda gli enti pubblici che, digitalizzandosi, potranno migliorare i propri servizi e le relazioni con il pubblico.

La strada per capire come l’IT possa produrre valore effettivo nelle Amministrazioni è già stata intrapresa anche in Italia, grazie all’istituzione e all’operato dell’AGID, seppure con ritardo rispetto ad alcuni Paesi europei.

Guardando ad un modello già ben strutturato, come quello del Regno Unito, Pure Storage ha voluto approfondire il punto di vista di coloro che lavorano in prima linea nella trasformazione digitale all’interno del governo. Collaborando con l’agenzia di ricerca indipendente Insight Avenue, abbiamo condotto una survey su 101 responsabili del settore IT nel governo centrale del Regno Unito, per individuare i parametri di un’amministrazione che intende essere sempre più smart e adottarli come benchmark nei vari Paesi in cui siamo presenti.

La ricerca si è concentrata sui tre fattori chiave dei dati: la sicurezza, la flessibilità, e la loro capacità di fare da driver per l’innovazione. Ha portato inoltre alla luce il modo in cui le infrastrutture e i meccanismi di procurement dovranno evolvere, nell’arco del prossimo quinquennio, affinché l’apparato pubblico possa centrare i suoi obiettivi di trasformazione digitale e offrire servizi sempre più al passo con le esigenze degli utenti.

Trasformazione digitale significa successo

Il 74% degli esperti IT del governo riconosce che è in corso una semplificazione del modo in cui i cittadini si relazionano con gli enti pubblici. Le aree sulle quali si concentreranno gli investimenti in tecnologia risultano essere, inoltre, l’efficienza (50%), la qualità del servizio (46%) e l’innovazione (41%).

Il 58% dei dirigenti pubblici si dichiara soddisfatto dello stato di avanzamento dei progetti di trasformazione digitale; i principali ostacoli sono invece rappresentati dagli investimenti in infrastruttura (63%), dalla leadership (51%) e dai processi (50%), insieme a fattori come la cultura (44%) e le skill digitali (42%).

Si tratta di problemi complessi, che si riflettono sia a livello infrastrutturale, sia a livello di gestione manageriale e di leadership.

I dati sono un’opportunità

I progressi nella tecnologia consentono ora un’elaborazione dei dati molto più veloce, che permette ai dipartimenti del governo di analizzare le informazioni praticamente in real-time, assumere decisioni sulla base di esse, definire nuove policy e offrire servizi estremamente efficienti al pubblico. I responsabili IT vedono i Big Data come una grande opportunità per i loro dipartimenti (62%) e pensano che le decisioni debbano essere prese più sulla base dei dati e degli strumenti di analisi che non del giudizio dell’operatore umano. Eppure, solo il 31% dichiara di usare tutti i dati disponibili per orientare le decisioni, e solo il 22% utilizza i dati per prendere decisioni strategiche.

Il futuro dell’e-government

Nell’arco dei prossimi cinque anni assisteremo a grandi cambiamenti nell’attività del personale governativo che si interfaccia con il pubblico – opportunità e rischi saranno attentamente valutati, le priorità e i procedimenti operativi verranno ridefiniti. I responsabili IT prevedono che nel prossimo futuro un ruolo importante verrà svolto dalle tecnologie di sorveglianza (64%), di monitoraggio biometrico (63%), d’Intelligenza Artificiale e robotica (56%), dall’Internet of Things (55%), mentre le tecnologie di blockchain (48%) e i veicoli a guida autonoma (42%) saranno i settori a maggiore impatto.

Mettere i dati al centro dei processi e delle decisioni è fondamentale per trarre benefici da queste innovazioni. Solo così facendo, infatti, i team dedicati all’Information Technology possono ottenere valore dalle applicazioni, realizzando l’ecosistema tecnologico migliore.

Molti settori del governo stanno intraprendendo un vero e proprio “viaggio” per diventare sempre più “data-centric”. Il risultato sarà una maggiore capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste e alle aspettative dei cittadini.

La nostra opinione sulla situazione italiana

Per colmare il gap tra l’innovazione tecnologica e le possibilità di trasformazione degli enti pubblici in Italia è necessario inserire o potenziare la figura del CTO che, a nostro avviso, è quella che può abilitare il cambiamento, dando alla spesa IT il giusto ruolo di investimento per il miglioramento dei servizi interni ed esterni all’ente pubblico. Si tratta di un cambio di prospettiva di portata strategica.

Di recente abbiamo avuto modo di discutere di cloud direttamente con i rappresentanti della PA, ed è emerso chiaramente come il modello costruito sulle linee guida dell’AGID debba essere meglio commisurato alle competenze interne ed alle capacità di spesa degli enti. Inoltre tale modello, che vede presenti i poli strategici, Spc e i cloud service provider, non dovrebbe essere ritenuto uno spazio di competizione tra questi tre attori, bensì un’occasione di cooperazione sinergica e proficua per le parti, nonostante si tratti di attori che si muovono con velocità diverse. Il ritmo con il quale un grande service provider può investire per innovare è naturalmente diverso rispetto a quello di un polo strategico, legato ai cicli d’acquisto della PA.

Infine, l’offerta cloud per la PA deve essere PA-friendly, ovvero poter sgravare gli enti pubblici dall’onere delle verifiche, esaltare le competenze interne il più possibile e permettere un focus sugli aspetti più importanti dei servizi che la PA eroga.

In questo settore Pure Storage è entrata con l’ambizione di innovare, puntando alla massima semplificazione dello storage e dei processi di gestione dei dati legati alla memorizzazione degli stessi.

L’innovazione deve far parte dei sistemi che vengono implementati nella struttura tecnologica di una moderna PA. Non è più possibile aspettare cicli di acquisto per poter avere acceso all’innovazione: questa deve essere embedded all’interno delle soluzioni tecnologiche. Grazie a questo concetto, sul quale si basa la nostra tecnologia, riteniamo di poter contribuire all’innovazione della PA, insieme ai cloud provider.

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