Come rendere Spid più “user friendly”: qualche consiglio, dall’esperienza di Reggio Emilia

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Fermo restando che SPID in generale, come modello, si basa
su un’architettura corretta, il servizio dovrebbe diventare un po’ più amichevole. Si
potrebbe quindi pensare a qualche piccola miglioria tecnica per renderne più
semplice e meno macchinoso l’utilizzo. Serve il contributo di tutti e un’ottica
di sistema

23 Novembre 2016

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Barbara Leoni, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa “Gestione dei sistemi informativi”, Comune di Reggio Emilia

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Vero è, pertanto, che avendo già una buona base di servizi online e un sistema di autenticazione già costruito sul concetto di federazione di utenti provenienti da sistemi diversi, il Comune di Reggio Emilia si trova in una situazione privilegiata dal punto di vista tecnico rispetto a quanto invece dovranno realizzare tanti altri comuni, soprattutto quelli più piccoli, e molte amministrazioni centrali che non hanno mai lavorato in un’ottica di federazione.

Ma questo è stato possibile anche perché si è lavorato tanto prima: abbiamo creduto in questo tipo di federazione di utenti tanti anni fa e tutti i nostri servizi erano già stati messi online su un sito di login esterno, ragion per cui sia culturalmente che tecnicamente, grazie al personale interno, eravamo predisposti ad affrontare il cambiamento.

Nonostante quest’approccio improntato già da diverso tempo a un’ottica federata, ci sono comunque voluti anni per comprendere a fondo l’utilità e l’architettura tecnica, ma fatto sta che quando è arrivato lo SPID noi eravamo già pronti.

Fondamentale è stato inoltre sia l’aiuto della Regione che ha aperto la strada e poi ha supportato la migrazione a questa nuova architettura, sia il ricorso a fornitori esterni all’avanguardia sulle tematiche digitali e normative. Ruolo importante hanno i partner tecnici , in particolare quelli strutturati ed abituati a lavorare con le pubbliche amministrazioni, “aziende” più complicate da gestire da un punto di vista tecnico e normativo rispetto ad una tradizionale.

Sulla base della nostra esperienza quindi si può dire che perché lo SPID raggiunga una massa critica di cittadini e professionisti potrebbe essere necessario riprogettare l’infrastruttura informatica, quanto meno quella rivolta all’utenza esterna. Occorrerebbe ripensare le applicazioni, per permetterne l’introduzione di SPID

Allo stesso tempo SPID stesso dovrebbe diventare un pò pìù amichevole, fermo restando che in generale, come modello, si basa su un’architettura corretta.

Per favorire la diffusione di SPID si potrebbe quindi pensare a qualche piccola miglioria tecnica per rendere più semplice e meno macchinoso l’utilizzo del servizio.

Probabilmente da ripensare il fatto che molti servizi richiedono la One Time Password OTP e che la durata delle sessioni è troppo breve (20 minuti). Criticità che rendono scomodo l’utilizzo di SPID a chi lo usa spesso ed è pertanto obbligato ad avere sempre a portata di mano il cellulare per richiedere ogni volta un nuovo codice di accesso.

Bisogna sicuramente stare attenti alla sicurezza ma per alleggerire l’uso del sistema si potrebbe pensare di lasciare la scelta all’utente: se quest’ultimo si fida o non ha particolari timori potrebbe anche non voler fare ricorso alla One Time Password se non per effettuare l’accesso a servizi particolarmente sensibili quale potrebbe essere il fascicolo sanitario. Per servizi meno ‘problematici’ o per chi non usa il servizio molto spesso, l’uso della OTP potrebbe essere discrezionale.

Quanto a un altro dei fattori che probabilmente ha inciso sulla partenza al ralenti del sistema, quello che crea un po’ di insicurezza potrebbe essere il modello di business, poiché non è ancora chiaro se l’identità che viene rilasciata ai cittadini sarà ancora gratuita trascorsi due anni. Questo sicuramente crea qualche incertezza dal punto di vista tecnico e di gestione, ma mette anche un freno a quello che potrebbe essere l’effetto volano.

Trovandosi di fronte a processi poco lineari e all’incertezza sulla futura gratuità del servizio, i cittadini potrebbero infatti decidere di richiedere l’erogazione dell’identità digitale solo se strettamente necessario, come successo con la PEC.

Di sicuro, anche sulla base della nostra esperienza, è presumibile che ci voglia ancora del tempo perché architetture di questo tipo si diffondano capillarmente e per questo è ancora più importante, principalmente sul versante degli enti pubblici, fare sistema per stimolare l’utilizzo dei servizi. Perché più SPID si diffonde e maggiori saranno i benefici a cascata per tutti, cittadini e pubbliche amministrazioni.

Ben vengano quindi anche iniziative quali quella di associare l’accesso al bonus cultura per i diciottenni e gli insegnanti all’ottenimento dell’identità digitale: uno stimolo per tantissimi cittadini che altrimenti difficilmente l’avrebbero richiesta e che potranno in seguito avere accesso a tutti i servizi messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni. Iniziative che, tra le altre cose, hanno avuto l’importante effetto di far parlare di SPID non solo gli addetti ai lavori ma anche il ‘cittadino qualunque’.

Il progetto SPID resta un progetto valido e una volta a regime rappresenterà un vantaggio per tutti. Si può senz’altro migliorare ed è quello che dobbiamo fare tutti.

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