Come riutilizzare i dati pubblici? L’Europa lo chiede ai cittadini
La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla direttiva UE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.
10 Settembre 2010
Redazione FORUM PA
La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla direttiva UE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.
Uno studio del 2006 stima ad almeno 27 miliardi di euro il fatturato di mercato annuo generato dalle informazioni pubbliche (carte geografiche, informazioni meteorologiche, giuridiche, finanziarie, economiche e relative al traffico) che sono riutilizzate, gratis o a pagamento, nell’UE.Anche per valorizzare questo patrimonio, dunque, la Commissione Europea ha appena lanciato una consultazione pubblica che si chiuderà il 30 novembre prossimo. I contributi dei cittadini e delle organismi del terzo settore offriranno spunti per la revisione della direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, parte dell’Agenda digitale europea, che mira a concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’UE di aumentare la competitività, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro.
"Un uso migliore e più diffuso dell’informazione del settore pubblico – ha dichiarato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione per l’Agenda digitale – ha grandi possibilità di dar vita a nuove imprese e posti di lavoro nonché di offrire ai consumatori una scelta più ampia e maggiore convenienza. Il mercato delle applicazioni mobili, in parte basato su dati generati dalle informazioni del settore pubblico, potrebbe arrivare a 15 miliardi entro il 2013, ma in Europa molte di queste informazioni non sono abbastanza sfruttate o non lo sono affatto. Non possiamo perdere questa opportunità. Dobbiamo considerare se e come le norme UE sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico debbano essere modificate per sfruttare appieno le potenzialità economiche in essa insite."
Tutte le parti interessate sono invitate a trasmettere le loro osservazioni sulle questioni principali inerenti al riutilizzo delle informazioni del settore pubblico e, in particolare, sulle eventuali modifiche da apportare alle disposizioni della direttiva vigente. Occorre riflettere su aspetti quali il campo d’applicazione, le tariffe e le licenze dei dati, la definizione e il formato digitale disponibile per gli utenti, oltre a misure pratiche quali la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica mediante portali web nazionali e gli effetti dei cambiamenti avvenuti e/o degli ostacoli che ancora sussistono.
La revisione di questa direttiva è una delle azioni basilari dell’Agenda digitale europea. La Commissione, nella sua strategia, ha messo in luce il fatto che i governi possono stimolare i mercati dei contenuti mettendo a disposizione, in modo trasparente, efficace e non discriminatorio, l’informazione del settore pubblico, che costituisce un’importante fonte di crescita potenziale dei servizi on line innovativi.
Antecedenti
La direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, adottata il 17 novembre 2003, disciplina il comportamento degli enti pubblici che partecipano al mercato del riutilizzo di questo tipo di informazione e sollecita altri paesi dell’UE ad adottare in questo campo politiche fattive. La direttiva ha contribuito a sopprimere alcuni degli ostacoli al riutilizzo, come le posizioni monopolistiche degli enti pubblici o l’assenza di trasparenza in questo mercato.
Nel 2009 la Commissione ha riveduto il modo in cui sono applicate le norme UE in materia di riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, da cui si è tratta conferma della crescita di tale pratica e del fatto che gli Stati membri e gli enti pubblici hanno adottato misure per favorirla. La direttiva del 2003 ha avuto effetti positivi in vari settori, come quello geografico e meteorologico, ma la Commissione ha avvertito che, affinché l’economia UE possa beneficiare delle piene potenzialità di questo materiale, gli Stati membri devono sopprimere i restanti ostacoli al suo riutilizzo, tra cui la discriminazione tra gli utenti potenziali, tariffe eccessive per il riutilizzo e complesse politiche sulle licenze. Ha inoltre messo in evidenza problemi di ordine pratico, come la disinformazione sui dati del settore pubblico disponibili e la miopia degli enti pubblici riguardo al potenziale economico dei loro dati.
La Commissione è giunta alla conclusione che la direttiva del 2003, nella versione attuale, non ha ancora raggiunto l’effetto voluto e ha deciso di compiere un’ulteriore revisione entro il 2012, quando si disporranno di maggiori prove sull’incidenza, sugli effetti e sull’applicazione delle norme UE in materia di informazioni del settore pubblico. Tale revisione, che costituisce una delle azioni principali dell’Agenda digitale europea, si baserà anche sui risultati della consultazione.
Consultazione on line della direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico:
http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=psidirective2010